Grecia e Turchia sempre più vicine al dialogo
(Pars Today Italian) –– La Grecia ha accolto con favore il ritiro della nave turca Yavuz dalle coste di Cipro, definendolo il primo passo significativo di Ankara verso l’allentamento delle tensioni nel Mediterraneo orientale, e si è detta “pronta al dialogo”.
Queste le parole del primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, che, martedì 6 ottobre, ha incontrato il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ad Atene, per discutere degli ultimi sviluppi nella regione e del “meccanismo di eliminazione dei conflitti” proposto dall’Alleanza Atlantica per evitare scontri accidentali in mare tra Grecia e Turchia. “Abbiamo ovviamente discusso di tutto ciò che è accaduto negli ultimi mesi nel Mediterraneo orientale, episodi che minacciano la pace, la stabilità e la coesione della NATO stessa”, ha detto Mitsotakis durante una conferenza stampa congiunta presso il Maximos Mansion, l’ufficio del primo ministero. “Non è una questione bilaterale. Riguarda tutti i partner del patto del Nord Atlantico ed è una sfida per l’Europa nel suo insieme”, ha aggiunto, specificando che “Atene si astiene da ogni minaccia o uso della forza come stabilito nel trattato istitutivo della NATO firmato a Washington nel 1949”. Sia la Grecia che la Turchia sono membri dell’Alleanza Atlantica dal 1952, anno del primo allargamento dell’organizzazione. “Ci aspettiamo di decidere presto una data per l’inizio dei colloqui esplorativi”, ha dichiarato ancora Mitsotakis, annunciando la decisione di stabilire una linea di comunicazione diretta 24 ore su 24 tra gli staff militari dei due Paesi. Da parte sua, Stoltenberg ha osservato che le discussioni a Bruxelles sul Mediterraneo orientale e l’istituzione di un meccanismo di de-escalation rappresentano iniziative “costruttive”. Il segretario generale si è congratulato con gli “alleati” per i loro sforzi e ha sottolineato che i colloqui esplorativi potrebbero aiutare a creare nuovo spazio per il dialogo diplomatico, che dovrebbe svolgersi in uno spirito di solidarietà tra gli alleati ai sensi del diritto internazionale. L’incontro tra Stoltenberg e Mitsotakis ad Atene è avvenuto il giorno dopo la visita del segretario generale della NATO ad Ankara, nel tentativo di aprire le discussioni tra i due Paesi vicini. Contemporaneamente, il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, nella giornata di martedì 6 ottobre, ha parlato con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, di un’ampia serie di questioni, dalle relazioni bilaterali turco-tedesche, al Mediterraneo orientale, alla Libia e agli sviluppi nel conflitto tra Azerbaigian e Armenia. Parlando in videocollegamento, Erdogan ha riferito alla Merkel che “la questione delle terre azere occupate dall’Armenia deve essere risolta attraverso risoluzioni delle Nazioni Unite e seguendo il diritto internazionale”. In merito alla questione del Mediterraneo orientale, invece, Erdogan ha affermato che l’UE non dovrebbe chinarsi alle minacce e ai ricatti della Grecia e dell’amministrazione greco-cipriota perché i grandi interessi dell’Europa non devono essere sacrificati di fronte agli interessi minori di pochi membri dell’Unione. La Germania è stato il primo Paese europeo a voler mediare nella disputa tra Atene e Ankara. Turchia e Grecia, entrambi membri della NATO, sono però in disaccordo principalmente sui diritti di sfruttamento delle risorse di idrocarburi nella regione, per via di opinioni contrastanti sull’estensione delle loro piattaforme continentali. Le acque, punteggiate principalmente da isole greche, sono ricche di gas e la controversa delimitazione delle rispettive zone economiche esclusive è fonte di controversia tra Turchia, Grecia e Cipro. Ankara sostiene di avere la costa più lunga del Mediterraneo orientale, ma la sua zona marittima è racchiusa in una stretta striscia di acque a causa dell’estensione della piattaforma continentale greca, caratterizzata dalla presenza di molte isole vicine alla frontiera turca. L’isola greca di Kastellorizo, che si trova a circa 2 km dalla costa meridionale della Turchia e a 570 km dalla Grecia continentale, è una delle principali fonti di frustrazioni per Ankara, che rivendica quelle acque come proprie.
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