Trump prepara un colpo di Stato?
Per la prima volta nella storia americana, il presidente in carica sconfitto alle elezioni, si rifiuta di accettare la sconfitta, e ciò mentre è ormai chiaro e palese che il suo rivale ha vinto le elezioni.
Questo elemento ha sollevato la preoccupazione di alcuni analisti che ritengono probabile che dietro al non riconoscimento ufficiale della sconfitta, ci sia qualcosa di più, e forse anche un piano per un golpe, da attuare con il supporto dei propri sostenitori, che hanno dimostrato di essere tanti e pronti anche a scatenare violenze.
Di solito, quando si creava una situazione del genere tra due candidati, soprattutto nelle nazioni contrapposte agli Stati Uniti, il Dipartimento di Stato e le autorità americane iniziavano a diffondere con i propri media, notizie su presunti brogli e irregolarità per danneggiare il vincitore delle elezioni e soprattutto alimentare disordini e instabilità politica. L’anno scorso, in occasione delle elezioni in Bolivia, l’America ha agito esattamente su questa falsariga.
Ciò che è senza precedenti, è che a sperimentare una simile condizione siano gli Stati Uniti; certo, anche in passato ci sono state elezioni controverse come quella del 2000, ma mai nessuno si era comportato come Trump, e ciò rafforza i sospetti sul fatto che il tycoon abbia in realtà un piano per non cedere il potere.
Da Sabato scorso, quando Biden si è aggiudicato il quorum di 270 voti dei grandi elettori necessario per vincere, Trump, con una serie di tweet, ha sostenuto che ci sono stati brogli diffuse e che l’esito delle elezioni cambierà; Trump ha promesso battaglia, ed è chiaro che in ogni elezioni vi sono fatti senza fine che possono essere tirati fuori dagli avvocati. Il pensiero è che Trump voglia rifiutarsi di cedere il timone della nazione a Biden, avanzando azioni legali, e lasciando quindi il Paese in una situazione di stallo.
L’altro elemento importante, è che al di là della questione di Trump, le sue ripetute dichiarazioni sulle scorrettezze hanno distrutto la fiducia nel sistema elettorale americano che in tanti anni, almeno di facciata, aveva conservato il suo aspetto democratico, ma che ora appare, più che mai, un qualcosa di simile ad una farsa ed un grande spettacolo.
Spettacolo è il termine che ha utilizzato anche la guida suprema iraniana, l’Ayatollah Khamenei, per descrivere le elezioni e ciò che le stesse autorità americane dicono di queste elezioni. Il 70% degli elettori repubblicani, rivela un sondaggio comune Politico/Morning Consult, non ritengono che le elezioni siano state “libere e corrette” e ciò la dice lunga sulla distruzione dell’immagine dell’istituto stesso delle elezioni.
La resistenza di Trump, inoltre, alimenta anche un’altra minaccia molto grande: quello di una guerra civile. 71 milioni di americani hanno votato per Trump e 76 milioni per Biden; si tratta quindi di un Paese completamente diviso a metà; al contempo, l’emergenza coronavirus, le tantissime morti, la questione della discriminazione razziale, e la crisi economica, sono tutti argomenti che hanno anche indebolito la nazione e che rendono il terreno ancor più fertile per episodi di violenza, l’entrata in scena dei militari e l’inizio di una guerra civile.
Da non dimenticare, che a ridosso delle elezioni, la vendita di armi in America è salita alle stelle e pertanto, il pericolo che la situazione degeneri, soprattutto per via dell’operato di Trump, rimane alto.