Australia sospende la cooperazione militare con Myanmar
«L’Australia ha sospeso il programma di cooperazione nell’ambito della difesa con il Myanmar e sta reindirizzando aiuti umanitari immediati ai Rohingya e ad altre minoranze etniche.
Questa decisione è il risultato del colpo di stato e dell’escalation di violenze verificatesi in quest’ultimo mese in Myanmar. Inoltre, continueremo a sollecitare le forze di sicurezza del Myanmar a esercitare moderazione e ad astenersi dalla violenza contro i civili». Ad annunciarlo è il Ministro degli Esteri australiano Marise Payne, come riporta Nikkei Asia.
Centinaia di persone si sono radunate nella più grande città australiana di Sydney durante il fine settimana esortando il governo australiano a prendere una posizione forte contro il colpo di stato.
Il Myanmar è sprofondato nei disordini dopo che l’esercito ha arrestato la leader Aung San Suu Kyi e i funzionari del suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia, il 1° febbraio e ha preso il controllo del Paese. Il colpo di stato ha scatenato un movimento nazionale di disobbedienza civile e proteste di massa in cui oltre un centinaio di persone hanno perso la vita.
Proteste su larga scala si sono verificate quotidianamente in molte città e paesi del Myanmar da quando l’esercito ha preso il potere e le forze di sicurezza hanno risposto con un uso sempre maggiore della forza e arresti di massa.
Il colpo di stato e le sue violente conseguenze hanno portato governi stranieri e organizzazioni internazionali a imporre misure contro i leader militari del Myanmar. Tra questi anche l’Australia, che sta reindirizzando gli aiuti umanitari nel paese a causa della presa di potere militare e della detenzione di Sean Turnell, cittadino australiano e consigliere per la politica economica di Aung San Suu Kyi.
Sulla sua detenzione il Ministro Payne ha dichiarato: «Diplomatici e parenti hanno potuto contattarlo solo due volte per telefono da quando è stato arrestato all’inizio di febbraio, in quanto detenuto con accesso consolare limitato. Per questi e altri motivi, l’Australia continuerà a richiederne il rilascio immediato».(agcnews.eu)
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