Cuba post Castro
(last modified Sat, 24 Apr 2021 04:12:16 GMT )
Apr 24, 2021 06:12 Europe/Rome
  • Cuba post Castro

L'AVANA - Come annunciato 10 anni fa, quando assunse il ruolo che fu di Fidel, il Generale Raul Castro ha presentato all’ottavo Congresso del Partito Comunista di Cuba le sue dimissioni da ogni incarico dirigente.

Le dimissioni di Raul arrivano in una data simbolicamente importante, giacché coincidono con la proclamazione del carattere socialista della Rivoluzione e con la vittoria contro l’invasione mercenaria ordita dalla CIA alla Baia dei Porci di 60 anni fa.

Ricorrenze che ben si attagliano alla storia politica di Raul e persino al tratto personale di un dirigente che è sempre apparso come poco incline all’istrionismo ma dotato di grande convinzione ideologica, notevole equilibrio e assoluta determinazione nel portare a compimento le missioni assegnategli.

Con la sua uscita di scena, finisce un’epoca, quella dei Castro, che ha costruito la Cuba socialista procurandole rispetto e ammirazione ad ogni dove del mondo. Ma Raul è stato molto più che il fratello di Fidel: sebbene come tutti e più di tutti devoto al fratello Fidel, Comandante en Jefe della Rivoluzione, di Cuba e del suo popolo ovunque residente, Raul ha brillato di luce propria e lo ha fatto in ogni epoca della storia di questi 63 anni diRevoluciòn ed ha lasciato un segno nella vita dell’isola.

In primo luogo Raul è stato un dirigente rivoluzionario, prima nella Sierra Maestra e poi nella difesa del socialismo cubano. Si è disimpegnato sin dall’inizio nel ruolo di Ministro della Difesa, ma si è caratterizzato anche come severo custode dell’impianto ideologico del socialismo cubano. Raul fu implacabile nella seconda metà degli anni ’90 intervenne con forza impedendo qualunque deriva e respingendo ogni lusinga da parte di chi, in Europa (e in Spagna significativamente) approfittando del periodo especial, tentò in ogni modo di intervenire sull’identità ideologica e sulle ambizioni del suo gruppo dirigente con l’obiettivo di facilitare gli investimenti sull’isola socialista.

Raul fu anche l’artefice di un ampliamento del ruolo delle Forze Armate nel settore economico.

Proprio nei momenti economicamente più difficili, quando la caduta del campo socialista tolse di colpo a Cuba tanto i sussidi dell’Unione Sovietica come l’85% del volume degli scambi commerciali, la capacità di Fidel Castro fu quella di iniziare un processo di prudenti ma progressive aperture nel modello economico senza minimamente intaccare il sistema politico. Una scommessa riuscita anche grazie alla capacità imprenditoriale delle FAR, che si distinsero per efficienza e permisero diverse articolazioni economiche del Paese, tra le quali una sostenibile espansione dell’offerta turistica.

Si è sempre ritenuto che Raul fosse stato incline ad un modello di tipo cinese, ovvero con una forte centralizzazione dello Stato e con un modello di partito unico, ma le caratteristiche di Cuba (80% di area urbana e 20 agricola) mal si associano a quelle cinesi (78% di area agricola e 22% di area urbana); è semmai il Viet-Nam, che con Cuba condivide molti degli assetti strutturali, ad aver ispirato Raul nella scelta del modello di sistema. Raul, infatti, è stato maestro di concretezza senza però nutrire alcun fascino per le virate liberali che tanta sinistra hanno ammaliato.

Quando Fidel decise di passare il timone di Cuba, Raul fu il prescelto. Non si trattò di una gestione dinastica, come il mainstream occidentale ha sostenuto. Chi pensa che il legame di parentela con Fidel avesse giocato un ruolo, conosceva poco Fidel e lo stesso Raul. A far decidere per Raul furono i suoi meriti, acquisiti nella guerriglia prima e nella gestione delle Forze Armate e del Partito poi, che disegnarono un profilo di affidabilità assoluta oltre che di capacità d’interpretazione fedele del volere di Fidel.

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Fonte: https://www.altrenotizie.org/

 

 

 

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