Armenia, crisi politica: possibile scioglimento anticipato del Parlamento
https://parstoday.ir/it/news/world-i251646-armenia_crisi_politica_possibile_scioglimento_anticipato_del_parlamento
(Pars Today Italian) –– In Armenia, il 10 maggio, l’alleanza politica My step, attualmente al potere, ha nominato per la seconda volta l’ex primo ministro, Nikol Pashinyan, come candidato per svolgere la carica di premier.
(last modified 2024-11-17T06:24:12+00:00 )
May 10, 2021 18:14 Europe/Rome
  • Armenia, crisi politica: possibile scioglimento anticipato del Parlamento

(Pars Today Italian) –– In Armenia, il 10 maggio, l’alleanza politica My step, attualmente al potere, ha nominato per la seconda volta l’ex primo ministro, Nikol Pashinyan, come candidato per svolgere la carica di premier.

La notizia è stata annunciata dalla leader della fazione politica, Lilit Makunz, il 10 maggio, durante una riunione dell’Assemblea Nazionale.

 

L’Armenia sta affrontando una profonda crisi istituzionale causata dall’escalation del conflitto azero-armeno per il territorio del Nagorno-Karabakh. Con lo scopo di indire le elezioni parlamentari anticipate, calendarizzate per il 20 giugno, Pashinyan ha annunciato, il 25 aprile, le sue dimissioni dalla carica di primo ministro così da poter risolvere la crisi interna.

 

In tale contesto, è importante sottolineare che, secondo la legge armena, qualora i deputati non riuscissero ad eleggere un nuovo primo ministro entro 14 giorni dalle dimissioni, allora il Parlamento verrà sciolto. Il rischio che tale situazione si verifichi è alto perché sono già trascorsi 14 giorni e i gruppi politici sembrano essere lontani dal raggiungere un accordo. Se anche il 10 maggio i deputati non approveranno la candidatura dell’ex premier, il Parlamento sarà ufficialmente dichiarato sciolto. In precedenza, il 3 maggio, l’Assemblea rappresentativa non aveva approvato la nomina di Pashinyan come primo ministro, avviando così la procedura di scioglimento. Nello specifico, durante le votazioni, la candidatura era stata sostenuta solo da un deputato, tre si erano espressi contrari e i 75 restanti si erano astenuti.

 

Nel frattempo, il giorno precedente, il 9 maggio, centinaia di cittadini sono scesi nelle piazze di Erevan, capitale dell’Armenia, per supportare la nuova alleanza politica, Reviving Armenia, creata dall’ex presidente del Paese, Robert Kocharyan. Secondo quanto reso noto da Reuters, l’alleanza si candiderà alle elezioni parlamentari previste per il 20 giugno. Kocharyan ha promesso ai concittadini che il suo partito non solo si sarebbe impegnato a rilanciare l’economia armena, ma avrebbe anche tentato di riottenere i territori che Pashinyan ha ceduto all’Azerbaigian firmando, il 9 novembre 2020, il trattato di pace per porre fine al conflitto azero-armeno.

 

Inizialmente, secondo quanto reso noto dall’agenzia di stampa russa TASS, sembrava che i tre ex presidenti del Paese, levon Ter-Petrosyan, Serzh Sargsyan e Kocharyan intendessero formare un partito unico contro Pashinyan. Nonostante ciò, Kocharyan ha declinato l’offerta e ha spiegato che, a suo avviso, non è necessario creare una coalizione perché intende presentarsi alle elezioni separatamente. In aggiunta, Kocharyan ha espresso gratitudine ai due funzionari per unirsi “alla lotta con tutte le loro forze”.

 

La crisi politica interna in Armenia si è acuita a causa del recente conflitto tra Erevan e Baku che, a partire dal 27 settembre 2020, si è intensificato. In tale data, l’esercito azero ha lanciato un massiccio attacco di artiglieria in Nagorno-Karabakh, lungo la linea del cessate il fuoco del 1994, colpendo insediamenti civili, compresa la capitale Stepanakert. Il 9 novembre 2020 Russia, Azerbaigian e Armenia hanno siglato un accordo secondo cui l’Armenia si impegnava, entro il primo dicembre 2020, a restituire all’Azerbaigian i sette distretti limitrofi al Nagorno-Karabakh conquistati nella guerra del 1991-94. A seguito di tale epilogo, considerato una sconfitta per Erevan, il governo armeno aveva invitato Pashinyan a rassegnare le dimissioni. L’intesa non è stata accolta con favore né dal popolo, che è sceso in piazza a manifestare, né dal governo e tantomeno dalle forze militari del Paese.

 

La crisi interna si è aggravata quando, il 25 febbraio, il premier armeno ha accusato l’Esercito di aver tentato un “colpo di Stato”. Di conseguenza, Pashinyan ha richiesto a Sarkissian, il licenziamento del capo di Stato Maggiore, Onik Gasparyan, e di 40 alti ufficiali. La richiesta è stata inviata al capo di Stato del Paese perché, secondo la Costituzione armena, solo il presidente della Repubblica, su proposta del premier, può rimuovere il capo di Stato Maggiore dal suo incarico. Come riporta il quotidiano russo Kommersant, Gasparyan è stato sollevato dal suo incarico ed è stato sostituito da Stepan Galstyan. Tuttavia, il Tribunale amministrativo dell’Armenia ha deliberato, il 18 marzo, che Gasparyan dovesse riprendere l’attività come capo di Stato Maggiore.

 

Successivamente, il 17 marzo, si è tenuta una riunione straordinaria tra Pashinyan e i leader dell’opposizione, tra cui il rappresentante del partito Prosperous Armenia, Giagik Tsarukyan. I funzionari hanno convenuto che le elezioni parlamentari anticipate sarebbero state la soluzione più adeguata a risollevare il Paese dalla crisi politica. Il giorno successivo, il primo ministro ha dichiarato che le elezioni straordinarie parlamentari si sarebbero tenute il 20 giugno. In relazione a ciò, il 24 marzo, il Parlamento armeno ha sancito la revoca della legge marziale, condizione necessaria per aprire il campo elettorale. La misura era entrata in vigore, il 27 settembre 2020, dopo l’offensiva che l’esercito dell’Azerbaigian aveva sferrato contro l’Armenia nel Nagorno-Karabakh.

Potete seguirci sui seguenti Social Media:

Instagram: @parstodayitaliano

Whatsapp: +9809035065504, gruppo Notizie scelte

Twitter: RadioItaliaIRIB

Youtube: Redazione italiana

VK: Redazione-Italiana Irib

E il sito: Urmedium