Usa-Russia: Putin mosse gli 007 per far eleggere Trump
LONDRA (Pars Today Italian) –– Vladimir Putin avrebbe personalmente approvato un’operazione segreta per appoggiare Donald Trump nella campagna presidenziale americana del 2016.
Lo rivela un documento top secret su una riunione avvenuta al Cremlino nel gennaio di quell’anno, pervenuto al Guardian attraverso una soffiata. Giudicando Trump “mentalmente instabile”, il presidente russo e i suoi consiglieri ritenevano che la sua elezione alla Casa Bianca avrebbe indebolito gli Stati Uniti e rafforzato la posizione della Russia. Da tempo Mosca è accusata di avere cercato di influenzare la campagna Usa del 2016 attraverso l’uso fraudolento e spregiudicato di big data, creando profili fasulli, facendo circolare sui social media notizie false, usando tutti i mezzi propagandistici clandestini di cui dispone la cyberguerra. Ma il documento pubblicato dal quotidiano britannico sarebbe la prima prova concreta che questo è effettivamente avvenuto, a dispetto delle sdegnate smentite del leader russo, che ha respinto l’accusa anche nel recente summit di Ginevra con Joe Biden. Il Cremlino smentisce seccamente la rivelazione del Guardian: un portavoce la definisce “pura fantasia”. Ma vari ex diplomatici ed esperti dei servizi segreti affermano che il documento sembra autentico. Di certo c’è che, poche settimane dopo la riunione al Cremlino citata nel documento, gli hacker del Gru, il servizio di spionaggio militare russo, penetrarono nei computer del comitato nazionale del partito democratico e successivamente diffusero su internet migliaia di email private nel tentativo evidente di danneggiare Hillary Clinton, la candidata democratica che fu poi sconfitta da Trump nel novembre 2016. Non ci sono dubbi che la riunione del 22 gennaio descritta nel documento ci sia stata: esiste perfino una fotografia che ritrae i presenti. Vi parteciparono Putin, l’allora primo ministro Dmitrij Medvedev, il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, il ministro della Difesa Sergej Shoigu e i capi delle tre principali agenzie di spionaggio russe. Secondo un comunicato ufficiale, l’argomento dell’incontro era la situazione economica e la Moldavia. Ma secondo il documento esaminato dal Guardian, questa era una copertura per parlare del vero obiettivo dell’incontro: i vantaggi per Mosca da una eventuale vittoria di Trump nelle presidenziali. Scrivere un resoconto delle decisioni prese, per realizzarle poi attraverso la catena di comando, è una prassi normale in Russia come in altri Paesi, anche quando si tratta di operazioni altamente riservate. Il documento, che porta la numerazione “32/04/vd”, è infatti classificato come “segreto”. Comincia notando che Trump è il candidato “più promettente” dal punto di vista di Mosca. Lo descrive come “un individuo impulsivo, mentalmente instabile e squilibrato, che soffre di un complesso di inferiorità”. C’è quindi un’apparente conferma di una tesi più volte riportata negli scorsi anni, secondo cui il Cremlino possiede quello che in russo si chiama kompromat, materiale compromettente per Trump, con il quale avrebbe potuto essere ricattato da Mosca. Nelle rivelazioni emerse in passato si sosteneva che i servizi segreti russi lo avessero filmato in una stanza d’albergo a Mosca con due prostitute, durante un viaggio d’affari molto prima della sua decisione di entrare in politica. Il documento allude a materiale raccolto durante “precedenti visite non ufficiali” di Trump in Russia, durante le quali sarebbero accaduti “certi fatti”. Per venirne a conoscenza, indica di andare all’appendice 5, paragrafo 5, che tuttavia non sembra essere stata fornita al Guardian dall’autore della soffiata. Il documento continua affermando che è “assolutamente necessario usare tutte le forze possibili per facilitare l’elezione di Trump alla presidenza americana”. La sua vittoria “porterebbe sicuramente a una destabilizzazione del sistema sociopolitico degli Usa”, facendo emergere scontento, creando una situazione “esplosiva” e indebolendo la posizione di Washington in ambito internazionale, favorendo di conseguenza Mosca. Durante la sua presidenza, Trump è stato più volte accusato di fare il gioco del Cremlino, arrivando al punto di riconoscere come legale l’annessione della Crimea da parte russa e di dichiarare di fidarsi di quello che Putin gli diceva sulle interferenze nella politica americana, in clamoroso disaccordo con l’opinione degli stessi servizi segreti Usa. Come si dice in gergo giudiziario, la rivelazione del Guardian sembrerebbe dunque una pistola fumante delle trame oscure della Russia per fare vincere un presidente giudicato un utile idiota facilmente manovrabile. A patto, naturalmente, che il documento sia autentico e non si tratti a sua volta di una falsificazione: in tal caso bisognerebbe chiedersi per danneggiare chi. Trump e le sue ambizioni di ricandidarsi? Oppure Putin e la prospettiva di un migliore rapporto con Biden? Se viceversa il documento è reale, la prima domanda da porsi è un’altra: chi è l’autore della soffiata? C’è una talpa al Cremlino, che lavora nell’ombra contro il presidente russo? Sembra un romanzo di Le Carrè, ma talvolta la realtà è più romanzesca delle spy-story.
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