La Cina consegna un sistema missilistico alla Serbia
(Pars Today Italian) –– Esperti militari e dei media citati ad Associated Press hanno affermato che sei aerei da trasporto Y-20 dell’aeronautica cinese sono atterrati all’aeroporto civile di Belgrado, trasportando sistemi missilistici terra-aria HQ-22 per l’esercito serbo, sabato 9 aprile.
L’11 aprile, Pechino ha confermato la consegna di “forniture militari convenzionali”, sottolineando che si è trattato di un progetto annuale di cooperazione tra Cina e Serbia che non ha niente a che vedere con terze parti e non è legato allo scenario attuale. Gli aerei da carico cinesi che recavano contrassegni militari erano stati fotografati all’aeroporto Nikola Tesla di Belgrado e sarebbero passati negli spazi aerei di Turchia e Bulgaria, entrambi membri della NATO. La rivista online The Warzone, citata da Associated Press, ha scritto che la comparsa degli Y-20 ha richiamato l’attenzione perché tali mezzi hanno volato in massa rispetto a una serie di voli con un solo aereo realizzati in precedenza e perché la presenza di Y-20 in Europa in qualsiasi numero è “uno sviluppo piuttosto nuovo”. L’analista militare serbo Aleksandar Radic ha poi affermato che Pechino avrebbe effettuato una “dimostrazione di forza”. L’11 aprile, il portavoce del Ministero degli Esteri della Cina, Zhao Lijian, ha confermato la consegna di “forniture militari convenzionali”. Il sistema missilistico cinese HQ-22 è stato paragonato ai sistemi missilistici terra-aria statunitensi Patriot e al sistema russo S-300 sebbene abbia una portata più ridotta rispetto ai mezzi più avanzati tra gli S-300. Se le notizie dovessero essere confermate, la Serbia sarà il primo operatore di missili cinesi in Europa. Nel 2020, più funzionari statunitensi avevano messo in guardia Belgrado dall’acquisto di sistemi antiaerei HQ-22, la cui versione per l’esportazione è nota come FK-3, affermando che se la Serbia avesse davvero voluto aderire all’Unione europea (UE) e ad altre alleanze occidentali, avrebbe dovuto allineare il suo equipaggiamento militare agli standard occidentali. Il 30 giugno 2020, Belgrado aveva già preso in consegna droni armati da ricognizione telecomandati CH-92° prodotti dall’azienda a proprietà statale cinese China Aerospace Science and Technology Corporation (CASC). La Serbia ha buone relazioni con la Cina e l’amicizia tra i due Paesi si basa principalmente sul fatto che Pechino non ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo e, essendo un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ciò rappresenta una garanzia per Belgrado. Oltre a questo, la Serbia ha aderito all’iniziativa delle Nuove Vie della Seta proposta dal presidente cinese, Xi Jinping, nel 2013, ricevendo investimenti. Il 17 febbraio 2008, il Kosovo aveva dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia, sostituendo l’amministrazione sponsorizzata dall’Onu che era stata creata dopo il bombardamento del Paese da parte della NATO nel 1999, il quale, a sua volta, aveva fatto ritirare dal territorio kosovaro le forze serbe e jugoslave. L’azione della NATO aveva come obiettivo l’interruzione della dura repressione delle proteste interne da parte del governo serbo, che videro l’uccisione e l’espulsione dei cittadini albanesi dal territorio kosovaro. La popolazione locale è composta al 90% da persone di origine albanese. In tale quadro, la Russia è il maggior alleato di Belgrado e, dalla sua dichiarazione d’indipendenza, ha bloccato l’accesso del Kosovo alle organizzazioni internazionali, prima fra tutte l’Onu. Oltre 110 Paesi a livello mondiale hanno riconosciuto lo Stato balcanico ma tra questi, oltre la Russia e la Serbia, non figura nemmeno la Cina. Le tre nazioni considerano il Kosovo un territorio serbo. In Occidente si teme che le forniture di armi alla Serbia da parte di Russia e Cina possa incoraggiare il Paese balcanico verso un’altra guerra, mentre è in corso il conflitto in Ucraina, iniziato il 24 febbraio scorso. Rispetto a tale scenario, sebbene la Serbia abbia votato a favore delle risoluzioni delle Nazioni Unite che condannano gli attacchi russi in Ucraina, si è rifiutata di aderire alle sanzioni internazionali contro Mosca e non ha criticato apertamente le atrocità di cui sono state ampiamente accusate le truppe russe.
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