L'adesione del Kosovo all'UE, nuovo fronte della NATO?
(last modified Sat, 17 Dec 2022 14:17:29 GMT )
Dic 17, 2022 15:17 Europe/Rome
  • L'adesione del Kosovo all'UE, nuovo fronte della NATO?

PRISTINA - "Quando si tratta di domande da parte di Paesi per aderire all'UE, c'è una procedura specifica che dovrebbe essere seguita, e il Kosovo non fa eccezione.

Tuttavia, in questo caso, ci sono molti parametri diversi che le istituzioni dell'UE dovrebbero tenere in considerazione, in quanto il Kosovo non è riconosciuto da cinque Stati membri dell'UE. E questo aspetto complicherà il processo". Lo riferisce il sito lo Sputnik citando una fonte dell’Unione europea commentando l'adesione del Kosovo all'Unione Europea sarà un processo lungo e complesso, dato che cinque Stati membri non ne hanno ancora riconosciuto la sovranità.

Il nuovo peggioramento della situazione in Kosovo rischia di precipitare l’Europa orientale in un altro pericoloso conflitto armato dopo quello in corso dallo scorso febbraio in Ucraina. Negli ultimi giorni, gli animi si sono surriscaldati in seguito all’arresto di un ex poliziotto serbo che vive in Kosovo, mettendo fine a un periodo di calma durato appena un paio di settimane. L’aggravarsi della crisi nella regione che la Serbia ritiene tuttora parte integrante del proprio territorio ha origine nell’aggressione NATO di oltre due decenni fa, ma è strettamente collegata anche agli eventi russo-ucraini e all’offensiva occidentale in corso contro il governo di Mosca.

La detenzione di Dejan Pantic da parte dei suoi ex colleghi della polizia kosovara era avvenuta sabato scorso in un punto di frontiera con la Serbia. L’ex agente è accusato di avere attaccato un convoglio delle forze di sicurezza albanesi mentre stavano conducendo un’operazione nel distretto a maggioranza serba di Mitrovica. Per tutta risposta, la popolazione serba del Kosovo settentrionale aveva eretto barricate per impedire il passaggio alla polizia albanese. Il primo ministro kosovaro, Albin Kurti, aveva allora imposto un ultimatum per rimuovere queste barriere entro la serata di domenica. Il presidente serbo, Alexandar Vučić, aveva da parte sua mobilitato le forze armate verso il confine meridionale e annunciato l’imminente richiesta alla NATO di posizionare un migliaio di militari in territorio kosovaro.

Vučić ha messo in guardia più volte dalla pericolosa escalation in atto, invitando i serbi da entrambe le parti del confine a mantenere la calma. La richiesta all’Alleanza per il ritorno di un contingente serbo in Kosovo dovrebbe avvenire formalmente il 15 dicembre. La NATO opera la missione KFOR in Kosovo, della quale fanno parte anche militari albanesi. Questo particolare, assieme al sostegno pressoché totale dell’Alleanza per Pristina, rende praticamente certo il rifiuto dell’istanza di Belgrado.

La mossa appare ad ogni modo come un tentativo da parte di Vučić di districarsi da una situazione complicata con il minore danno possibile. La docente di studi balcanici dell’Accademia Russa delle Scienze, Ekaterina Entina, in un’intervista al giornale russo Vzglyad ha spiegato che la richiesta di Vučić punta a “garantire la sicurezza” della minoranza serba in Kosovo senza “incorrere in un attacco della NATO”. Nella stessa analisi pubblicata da Vzglyad, il politologo Oleg Bondarenko del sito Balkanist ha ricordato a questo proposito che, secondo la risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza ONU adottata nel 1999, la Serbia avrebbe in teoria facoltà di inviare un contingente militare limitato in Kosovo semplicemente notificando la decisione alle Nazioni Unite.

Il presidente serbo si sta muovendo inoltre per raccogliere qualche appoggio sul piano diplomatico. La stessa scelta della data del 15 dicembre ha un valore simbolico, visto che coincide con quella indicata dal governo di Pristina per sottoporre a Bruxelles una richiesta ufficiale di adesione del Kosovo all’Unione Europea. Belgrado ha fatto sapere a questo proposito di avere inviato una comunicazione ai leader dei paesi UE che non riconoscono l’indipendenza del Kosovo – Grecia, Spagna, Cipro, Romania e Slovacchia – per invitarli a bloccare l’ingresso di Pristina nell’Unione.

Questo aspetto della vicenda conferma come il governo kosovaro continui ad agire in violazione degli accordi presi con Belgrado e la comunità internazionale per risolvere la crisi in quest’area dei Balcani. Ciononostante, negli episodi delle ultime settimane l’Europa e gli Stati Uniti hanno garantito puntualmente il loro appoggio a Pristina. 

 

Potete seguirci sui seguenti Social Media:
Instagram: @parstodayitaliano
Whatsapp: +9809035065504, gruppo Notizie scelte
Twitter: RadioItaliaIRIB
Youtube: Redazione italiana
VK: Redazione-Italiana Irib
E il sito: Urmedium

Tag