La Nato non apre a Kiev. Ira di Zelensky
Vilnius- Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina "per rispetto" atterra a Vilnius - come da programma - per prendere parte al vertice dell'Alleanza ma dai leader riuniti nella capitale lituana avrebbe voluto molto più coraggio.
"Saremo in grado di estendere un invito all'Ucraina ad aderire all'Alleanza quando gli alleati saranno d'accordo e le condizioni saranno soddisfatte". Sono le ultime tre righe del paragrafo undici della dichiarazione conclusiva del vertice della Nato a Vilnius.
Tre righe che, sposando la linea della Casa Bianca, gelano le ambizioni del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, di bruciare le tappe verso un pieno riconoscimento come membro dell'Alleanza atlantica. Tocca al segretario generale Jens Stoltenberg spiegare (e difendere) la posizione assunta dagli alleati. Il pacchetto offerto all'Ucraina è "forte" e servirà a portarla ancora più vicino all'agognata "membership". C'è il piano pluriennale di assistenza per modernizzare le forze armate (vale 500 milioni di euro annui), la creazione del Consiglio Nato-Ucraina (debutterà il 12 luglio) e la rimozione del Map per rendere il processo d'ingresso più agile. "Il futuro dell'Ucraina è nella Nato", dichiara senza mezzi termini il comunicato finale costato notti insonni agli sherpa, impegnati da giorni - assicura una fonte a conoscenza delle dinamiche negoziali - in una battaglia feroce nella limatura di "aggettivi e avverbi". Ma "è assurdo che non siano stati fissati tempi né per l'invito né per l'adesione dell'Ucraina", si lamenta Zelensky.
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