Turchia, manifestazione contro visita Blinken ad Ankara + VIDEO
ANKARA - Un certo numero di manifestanti turchi hanno protestato davanti all'ambasciata americana ad Ankara, in segno di protesta contro la visita nel loro paese del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, impegnato nella missione regionale.
Per i dimostranti Blinken e' filo israeliano e nel corso dei suoi incontri con i leader arabo-islamici non ha parlato di cessate il fuoco a Gaza. La folla ha poi chiesto la fine dei bombardamenti su Gaza, scandendo slogan contro Usa e Israele e a favore della resistenza palestinese di Hamas.
Questo mentre Blinken proseguirà in Turchia la sua missione nella regione inaugurata lo scorso 2 novembre in Palestina occupata e in Giordania. Ad Ankara, il capo della diplomazia americana si prepara essere ricevuto proprio dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ha appena lanciato un duro attacco al premier israeliano Netanyhu sempre sullo sfondo della guerra in corso a Gaza. Il leader turco ha annunciato di aver richiamato per consultazioni l'ambasciatore in Israele, affermando che Netanyahu, a capo di un regime che non intende per il momento fermare l'offensiva sulla Striscia di Gaza, "non è più una persona con cui parlare: ha perso il sostegno dei suoi cittadini, quello che deve fare è fare un passo indietro e porre fine a questa situazione". Erdogan ha anche annunciando che Ankara farà di tutto per portare "le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra di Israele davanti alla Corte penale internazionale".
Il segretario di Stato Usa, dopo aver ricevuto il rifiuto da Netanyahu alla proposta americana di tregue umanitarie a Gaza, si è consultato con i ministri degli esteri dell'Egitto, della Giordania e di quasi tutti i Paesi arabi del Golfo Persico alleati di Washington: Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman e Qatar. All'appello sono mancati il Kuwait e il Bahrein. Quest'ultimo, con una popolazione largamente sciita, nei giorni scorsi aveva preso una posizione più dura nei confronti di Israele.
Durante la sua visita lampo in Oman, Blinken ha avuto il tempo di incontrare brevemente il premier uscente libanese, Najib Miqati, a capo di un governo di cui fanno parte ministri del partito armato filo-iraniano Hezbolllah che dall'8 ottobre ha aperto un fronte di guerra con Israele. Ad Amman, oltre ai consueti quanto vuoti appelli dei vari leader arabi per un "cessate il fuoco immediato" su Gaza per permettere "l'urgente consegna di aiuti umanitari", Blinken ha ricevuto dal Qatar, che svolge da settimane un ruolo di mediazione, la conferma che se si vuole procedere con i negoziati per la liberazione di alcuni ostaggi è necessario che cessino i bombardamenti israeliani sulla Striscia. Ma il segretario di Stato americano non ha parlato di cessate il fuoco ma ha ribadito la necessità di tregue umanitarie. In Turchia, il funzionario discuterà inoltre della sicurezza euro-atlantica, sella prosecuzione degli aiuti all'Ucraina e della necessità di mantenere "unità" all'interno della Nato, compresa la ratifica dell'ingresso della Svezia.
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