Nov 07, 2023 08:43 Europe/Rome
  • Genocidio a Gaza, quali i Paesi hanno ritirato gli ambasciatori da Israele?

AL QUDS - Comincia a crescere il numero degli Stati che hanno richiamato i propri ambasciatori dalla Palestina occupata in segno di protesta contro la criminale campagna di bombardamenti che ...

il regime sionista ha lanciato dal 7 ottobre contro la popolazione indifesa della Striscia di Gaza, causando un vero e proprio massacro: oltre 10000 morti, la maggior parte donne e i bambini.

Giordania, Bahrein, Cile, Colombia, Honduras, Ciad e Sud Africa ... sono tra i paesi che hanno ritirato i propri rappresentanti diplomatici da Gerusalemme occupata per le consultazioni.

Amman ha richiamato il suo inviato per protesta contro i raid a Gaza. Stessa mossa dei Paesi sudamericani, compresa Bogotà. Via il personale diplomatico israeliano dalla Turchia dopo le dichiarazioni di Erdogan. Le spaccature in seno all’Onu dopo il voto della risoluzione per il cessate il fuoco e le accuse sui crimini di guerra.

La Giordania ha annunciato che richiamerà «immediatamente» il suo ambasciatore in Israele in risposta alla guerra a Gaza, accusando Israele di aver creato una «catastrofe umanitaria senza precedenti». «Il ministro degli Esteri Ayman Safadi ha deciso di richiamare immediatamente l’ambasciatore giordano in Israele» per riflettere la condanna di Amman della «guerra israeliana che sta uccidendo persone innocenti a Gaza», si legge in comunicato. Il ministro inoltre ha affermato che il suo inviato tornerà solo quando Israele avrà cessato le ostilità sul territorio assediato e ha chiesto a Israele di richiamare il suo ambasciatore.

Dopo la Giordania è arrivata anche la decisione del Bahrein che ha annunciato la fine delle relazioni economiche con Israele , il ritiro dell’ambasciatore a Tel Aviv e l’espulsione dell’ambasciatore israeliano fuori dal Paese. Dall’agosto 2020, gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein e il Marocco hanno normalizzato le relazioni con Israele. Ma ora le cose potrebbero cambiare.

Anche con la Turchia la tensione resta alta, dopo le dure dichiarazioni verso Netanyahu di Recep Tayyip Erdogan che ha definite Hamas i combattenti «liberatori» e attaccando con parole durissime l’ingresso via terra delle truppe di Tel Aviv. Erdogan ha detto che la Turchia è al lavoro per dichiarare formalmente Israele «Stato criminale di guerra» e ha allargato le accuse all’Occidente, bollato come «principale responsabile del massacro» a Gaza. Israele «metta fine a questa follia», ha affondato il colpo. Il tutto mentre Ankara, negli ultimi anni, è riuscita a guadagnarsi un posto nella top five dei principali Paesi esportatori in Israele dopo Cina, Stati Uniti, Svizzera e Germania..

Problematici anche i rapporti con l’Egitto Secondo un post del sito israeliano Ynet, legato al quotidiano Yedioth Ahronot, Israele sta aumentando le pressioni sull’Egitto affinché accolga profughi civili palestinesi dalla Striscia di Gaza - cosa che fin qui il governo egiziano ha esplicitamente rifiutato di fare, dislocando anzi nelle ultime ore mezzi corazzati al confine con Gaza per prevenire l’eventuale fuga di cittadini della Striscia sul suo territorio.

Intanto crescono le tensioni tra Israele e i Paesi sudamericani. I capi di governo di sinistra in tutta l’America Latina hanno ampiamente condannato l’attuale operazione militare di Israele a Gaza. La settimana scorsa, il presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva, che da tempo difende la causa palestinese, ha accusato Israele di «genocidio», affermando che l’esercito israeliano «ha ucciso quasi 2.000 bambini che non hanno nulla a che fare con questa guerra; sono vittime di questa guerra». Poi anche il Cile e Colombia hanno annunciato mercoledì che richiameranno i rispettivi ambasciatori in Israele. Decisioni arrivano un giorno dopo che il governo boliviano ha annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con Israele, primo Paese a fare un passo del genere dopo l’attacco del 7 ottobre di Hamas.

«Considerando le inaccettabili violazioni del diritto internazionale umanitario subite da Israele nella Striscia di Gaza, come governo del Cile, abbiamo deciso di richiamare a Santiago per consultazioni il nostro ambasciatore in Israele, Jorge Carvajal», ha scritto il presidente cileno Gabriel Boric Font un post su X. Allo stesso modo il presidente colombiano Gustavo Petro ha detto: «Ho deciso di richiamare il nostro ambasciatore in Israele per consultazioni. Se Israele non ferma il massacro del popolo palestinese, noi non possiamo essere lì». I leader di sinistra di entrambi i paesi dell’America Latina hanno criticato più volte nelle ultime settimane la risposta di Israele all’attacco di Hamas, portando ad un netto deterioramento dei legami bilaterali. L’8 ottobre, Petro ha denunciato le tattiche «neo-naziste» di Israele nella Striscia di Gaza, suscitando le critiche dell’ambasciatore israeliano a Bogotà.

 

 

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