Guerra e sanzioni, Italia economia tra le più colpite
ROMA (Pars Today Italian) - In un rapporto Bankitalia rileva che “la trasmissione complessiva all’inflazione core, ...
definita come il rapporto tra le risposte cumulative dei prezzi core e dell’energia sull’orizzonte di un anno, è di circa l’8% per gli shock del gas e del 4% per gli shock petroliferi”. Ciò significa che l’impatto di una crisi del gas è doppio rispetto a una crisi del greggio e che il calo dell’offerta di gas aumenta significativamente i prezzi dell’energia e dei beni primari su periodi temporali più lunghi.
Il che è confermato dall’aumento dell’inflazione che, sebbene negli ultimi mesi sia in calo, ha colpito fortemente il potere d’acquisto dei cittadini europei.Non solo quindi, a quasi due anni dall’inizio della guerra in Ucraina, è possibile riscontrare con certezza che le sanzioni contro la Russia non hanno sortito gli effetti per i quali erano state pensate – ossia fermare la guerra e far fallire l’economia russa – e dati per certi dai politici e dai media europei, ma anche come esse si siano rivelate controproducenti per la stessa Europa, cosa spesso negata dai sostenitori atlantisti delle sanzioni e ora però confermata anche da Banca d’Italia.
L'anno scorso il quotidiano l’Indipendente in un articolo aveva messo in luce come le sanzioni europee contro Mosca avrebbero potuto trasformarsi nelle prime “autosanzioni” della storia, cosa che si sta di fatto verificando. A confermarlo, del resto, non è so lo studio di Palazzo Koch, ma gli stessi dati economici dell’Unione europea: la Germania, che ha costituito negli ultimi decenni il motore economico dell’UE, è entrata in recessione tecnica: nel primo quarto del 2023, infatti, il PIL tedesco ha segnato il secondo arretramento consecutivo, pari a -0,3%, dopo il -0,5% del quarto trimestre 2022, contagiando l’intera Eurozona che allo stesso modo è entrata in recessione tecnica nel primo trimestre 2023, spinta al ribasso proprio dallo Stato teutonico. Berlino ha risentito più di altri Paesi dell’interruzione delle forniture russe perché dipendeva da Mosca per il 50% del suo fabbisogno energetico.
In questo contesto, è da notare la situazione paradossale per cui l’economia moscovita appare molto più in salute di quanto ci si aspettasse: non solo, infatti, i principali indici economici russi segnano risultati positivi, ma proprio oggi il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha affermato che nonostante «il peso senza precedenti delle sanzioni», la Russia è riuscita a stabilizzare la situazione e raggiungere «persino una traiettoria di crescita» grazie alla mobilitazione di risorse, alle sagge decisioni della dirigenza politica ed al lavoro del governo.
Oltre al danno, dunque, la beffa.La recessione tedesca non può che ripercuotersi anche sulle altre economie del continente: in Italia, ad esempio, è cominciata da metà dello scorso anno una recessione manifatturiera che ha contribuito anche alla contrazione complessiva del PIL nel secondo trimestre del 2023 con un calo dello 0,4%, invece che dello 0,3% come inizialmente era stato stimato.
Si tratta comunque di una condizione che interessa la gran parte dei Paesi europei che si ritrovano ad affrontare una situazione di inflazione e, allo stesso tempo, un rallentamento economico: una condizione che in economia si indica con il termine “stagflazione”.
Lo stesso studio di Banca d’Italia, del resto, ha sottolineato come gli effetti negativi sulle forniture di metano siano “stagflazionistici”, “conducendo ad un calo dell’attività economica e ad una crescita significativa sia nei prezzi dell’energia che nei prezzi al consumo principali”. “Le nostre stime suggeriscono che la scarsità di gas causata dalla guerra sia stata un fattore chiave all’origine dell’impennata dell’inflazione in Europa nel 2022, e che probabilmente le sue ripercussioni si faranno sentire per tutto il 2023”, sono le conclusioni degli esperti di Bankitalia autori dello studio.
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