Crisi Ucraina è ormai al capolinea
(last modified Thu, 30 Nov 2023 03:00:28 GMT )
Nov 30, 2023 04:00 Europe/Rome
  • Crisi Ucraina è ormai al capolinea

KIEV (Pars Today Italian) - David Arakhamija il presidente del gruppo parlamentare-presidenziale ucraino alla Rada, “Servo del popolo”, ...

nel 2022 in tv ha dichiarato che sarebbe stato possibile metter fine al conflitto in pochissimo tempo; ma l’allora primo ministro inglese Boris Johnson ordinò di continuare la guerra.

Secondo le parole di Arakhamija, all’epoca membro della delegazione ucraina ai colloqui con la Russia a Istanbul, erano già stati sottoscritti tutti documenti relativi e fissate le tappe per il cessate il fuoco.

Era stata concordata anche la condizione base per la cessazione del conflitto: completa neutralità ucraina e garanzia della sua non adesione alla NATO, nel rispetto di tutti i diritti e libertà della popolazione di lingua russa sul territorio effettivo dell’Ucraina. Mancava solo la firma di Vladimir Zelenskij.

Ma arrivò a Kiev Boris Johnson, che impose il rifiuto di ogni accordo, aggiungendo con un sorriso: «continuiamo semplicemente a combattere»; sottinteso: fino all’ultimo ucraino.

Oggi, secondo Doug Bandow, che ne scrive su The American Conservative, Zelenskij avrebbe già cominciato a rendersi conto che i padrini occidentali hanno perso le speranze in un una vittoria militare ucraina e che Kiev sarà costretta a trattare: a condizioni tuttavia molto peggiori di quelle possibili nella primavera del 2022, allorché Londra e Washington misero il veto ai colloqui russo-ucraini.

In base a un sondaggio condotto tra veterani disabili, uno su due si dichiara convinto di non esser rispettato dalla società e che lo stato non adempia ai propri obblighi.

Qualche giorno fa il quotidiano tedesca Bild ha scritto che  «Zelenskij deve rendersi conto della necessità di trattative con la Russia e spiegarlo al popolo».

In questo modo, nota ad esempio la russa RT, la NATO evita di ammettere che il conflitto sia finito e, soprattutto, tace sulla cosa principale, fingendo che «non l’Occidente abbia perso, ma siano stati gli ucraini a non ottenere la vittoria», così che essi stessi, di propria iniziativa, «abbiano dato il via ai colloqui».

E, visto l’approssimarsi della campagna elettorale USA, se Zelenskij dovesse tirare la cosa troppo per le lunghe, si troverà qualcun altro – che sia Valerij Zalužnyj o chi per lui – cui affibbiare il titolo di “Reichkomissar” d’Ucraina e concludere ciò che l’attuale nazigolpista-capo si intestardisce a voler ignorare.

 

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