Giu 19, 2024 09:55 Europe/Rome
  • Promotori dell'islamofobia sanno bene che l’Islam potrà salvare il mondo dal dominio dell’Occidente

Il fanatismo-razzismo anti-islamico denominato islamofobia si basa su una semplice verità: per giustificare la politica estera statunitense nell’Asia occidentale – in particolare, il sostegno al regime di apartheid e all’occupazione sionista – le vittime devono essere disumanizzate.

Secondo Pars Today, i promotori dell’islamofobia, prima e oggi, durante la guerra del regime israeliano a Gaza, hanno sempre cercano di falsificare la realtà descrivendo il movimento di resistenza palestinese che lotta per la liberazione della sua terra come un movimento di natura violento e fanatico. La stessa campagna di disinformazione vale anche per gli arabi i musulmani nel mondo.

Per capirlo più chiaramente, torniamo al 2016, quando il sentimento anti-musulmano negli Stati Uniti era abbastanza forte da portare Donald Trump alla Casa Bianca. Il suo piano di "impedire ai musulmani l'ingresso negli Stati Uniti" ha salvato dall'emarginazione la campagna del Taycoon, facendo sì che la Convention repubblicana di Cleveland ha incoronato Trump quale candidato del partito repubblicano alle elezioni presidenziali Usa del novembre 2016.

Ma i semi della vittoria di Trump nel 2016 furono piantati molti anni fa, l’11 settembre 2001. In precedenza, all’inizio degli anni ’90, con la fine della Guerra Fredda, intellettuali come Samuel P. Huntington e Bernard Lewis avevano contribuito a promuovere a Washington l’idea che l’Occidente stesse ora affrontando l’Islam in uno “scontro di civiltà”.

Huntington ha scritto che con la sconfitta del comunismo, l'Islam era il "nemico ideale" per gli Stati Uniti perché era razzialmente e culturalmente diverso e militarmente abbastanza forte da rappresentare una minaccia credibile alla sicurezza americana.

Ma quattro anni dopo, alle elezioni presidenziali Usa del 2020, la guerra ai musulmani sembrava essere finita e la favola dei “musulmani pericolosi” non trovava spazio più sulle prime pagine dei giornali americani. Il fattore dell’anti-islamismo era quasi del tutto assente nella campagna di rielezione di Trump del 2020. In questa fase, la presentazione di Russia e Cina come nemici degli Stati Uniti d’America ha preso il posto dell’islamofobia.

Il bombardamento senza precedenti di Gaza da parte di Israele è cominciato parallelamente ad un bombardamento mediatico propagandistico anti-islamico negli Usa. Nella città di Plainfield, nello stato di Illinois, il piccolo palestinese Wadea Al-Fayoume, è stato ucciso da un uomo bianco al grido di " Voi mussulmani dovete morire".

Il bimbo è stato pugnalato 26 volte da un Joseph M Czuba, 71 anni, proprietario dell'appartamento dove alloggiava con i genitori. L'uomo si è scagliato contro di lui e sua madre – una giovane donna di 32 anni, sopravvissuta all'assalto, un crimine d'odio legato alla guerra di Israele contro i palestinesi.

Le autorità israeliane hanno ripetutamente descritto l'operazione Tempesta Al Aqsa del 7 ottobre di Hamas come l'11 settembre di Israele. E attraverso questo falso confronto che gli esponenti attuali di Israele hanno cercato di allineare quelli precedenti. Questo paragone è inaccettabile, perché Hamas è impegnato dal secolo scorso fino ad oggi in una battaglia per porre fine all’occupazione di Israele, mentre al-Qaeda ha cercato di allargare il fronte di ostilità contro gli Stati Uniti.

Il proseguimento del sostegno occidentale al vittimismo del regime usurpatore sionista, più le dichiarazioni sbilanciate e disoneste dei funzionari governativi sulla Palestina e sui musulmani hanno reso l’atmosfera più tesa di prima intensificando l’islamofobia in modo organizzato. Negli Usa gli episodi legati all’islamofobia sono aumentati del 180%, in Canada del 1300% e in Gran Bretagna del 600%.

Nella foto i corpi dei palestinesi uccisi nel bombardamento di un ospedale a Gaza. Secondo gli esperti, l’islamofobia riduce il peso psicologico del massacro dei palestinesi da parte di Israele

Nonostante l’aumento dei casi di violenza contro i musulmani, le manifestazioni pro Palestina sono state vietate nei paesi occidentali come Gran Bretagna, Germania e Francia. Tuttavia, molti sostenitori palestinesi hanno sfidato le regole e sono scesi in strada, anche se nel caso della Francia sono stati attaccati con gas lacrimogeni e idranti, e in Germania sono stati aggrediti fisicamente.

Questi eventi furono così strani da sollevare la voce dei parlamentari britannici. I rappresentanti di vari partiti politici, compresi i conservatori al potere, sono stati molto critici nei confronti del governo del paese per la sua incapacità di affrontare il crescente odio anti-musulmano e le modalità per combattere tali crimini.

In questo contesto Mathias Rohe, professore universitario ed esperto di questioni politiche in Germania, mette in guardia contro l'aumento dei sentimenti anti-musulmani in questo paese e afferma che la lotta contro l'islamofobia richiede la partecipazione attiva di settori più ampi della società.

La normalizzazione dell’islamofobia e l’aumento dell’odio anti-palestinese in Europa dal 7 ottobre è scioccante. L’idea che chiunque sostenga la causa palestinese sostenga anche il terrorismo è purtroppo diventata una politica mediatica organizzata in Occidente.

Gli islamologi ritengono che la ragione principale dell'atteggiamento militante dell'Occidente nei confronti dell'Islam, del Corano e del Profeta dell'Islam sia la sua capacità di liberare persone di razze diverse dal dominio degli altri. Secondo il testo del Corano, accettare il dominio e l'oppressione degli altri è proibito e Haram, così come compiere l'oppressione è Haram. Inoltre, il Corano e il Profeta dell’Islam parlano costantemente della mancanza di differenze tra razze e colori e attribuiscono la superiorità degli esseri umani alla loro “Taqwa”, un termine che rappresenta una pietà religiosa.

 

 

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