La Gran Bretagna all’ombra del sionismo: i politici di Londra sono diventati "servi della gleba di Tel Aviv" + immagini
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Pars Today – Le posizioni dei funzionari politici britannici riguardo ai crimini del regime sionista dimostrano che il sostegno a Tel Aviv è diventato una linea politica dominante nella politica del Regno Unito.
(last modified 2025-08-02T03:57:08+00:00 )
Lug 28, 2025 09:39 Europe/Rome
  • A destra: Benjamin Netanyahu, primo ministro del regime sionista, A sinistra: David Lammy, ministro degli Esteri del Regno Unito
    A destra: Benjamin Netanyahu, primo ministro del regime sionista, A sinistra: David Lammy, ministro degli Esteri del Regno Unito

Pars Today – Le posizioni dei funzionari politici britannici riguardo ai crimini del regime sionista dimostrano che il sostegno a Tel Aviv è diventato una linea politica dominante nella politica del Regno Unito.

Il quotidiano turco Daily Sabah ha pubblicato un articolo critico sulla situazione attuale della politica britannica, denunciando il sostegno incondizionato di Londra alle politiche del regime sionista, un sostegno che, secondo l’articolo, ha trasformato i leader britannici in veri e propri “servi della gleba” di Tel Aviv. Secondo Pars Today, che cita l’agenzia ISNA, l’articolo si basa su prove fotografiche dal Regno Unito e sostiene che l’élite politica britannica abbia abbandonato l’interesse nazionale per agire in funzione degli interessi israeliani.

L’articolo sottolinea che questa tendenza non è limitata a pochi episodi isolati, ma rappresenta un fenomeno strutturale e trasversale ai principali schieramenti politici britannici.

L’analisi comincia con il caso di Priti Patel, costretta a dimettersi nel 2022 dopo che erano emersi incontri segreti con funzionari israeliani, avvenuti all’insaputa del governo britannico. Tuttavia, invece di essere esclusa dalla vita politica, Patel è stata premiata per la sua lealtà a Tel Aviv, venendo promossa a posizioni più alte: dal 2024 ricopre il ruolo di ministra degli Esteri ombra. Questo dimostra, secondo l’articolo, che l’allineamento con le politiche israeliane non solo non comporta alcun costo per un politico britannico, ma costituisce anzi un trampolino di lancio per avanzare nella gerarchia politica del Regno Unito.

Priti Patel, ex ministra dell’Interno britannica

 

Il Daily Sabah osserva inoltre che il caso Patel non è isolato. Anche Nigel Farage, leader del Reform UK Party e attualmente in testa ai sondaggi, ha difeso apertamente il regime occupante dopo l’attacco israeliano contro l’Iran. Nel mese di giugno, ha pubblicato oltre 100 tweet, senza mai menzionare le crisi interne del Regno Unito, come sanità, energia o sicurezza. Ignorando i crimini e il genocidio commessi da Israele, ha dichiarato: “Chi può biasimare Israele?”, mostrando chiaramente la sua posizione.

Nigel Farage, leader del Reform UK Party

 

Un altro esempio è Kemi Badenoch, leader del Partito Conservatore, che si è spinta anche oltre Farage nel suo sostegno a Israele. In un articolo pubblicato sul Times, ha scritto: “Sostenere Israele non è solo giusto, è necessario per la nostra sicurezza nazionale”. Ha elogiato la “democrazia israeliana”, descrivendola come “difensore dei diritti delle donne e delle minoranze”.

Kemi Badenoch, leader del Partito Conservatore

 

L’articolo definisce queste dichiarazioni come “giocare con le parole” e descrive Badenoch come una “servitrice fedele” che, nel lodare il regime sionista, ha superato persino molti dei legislatori israeliani.

Il quotidiano turco cita anche l'appoggio al regime sionista da parte di altri ex e attuali primi ministri britannici, come Boris Johnson, Liz Truss, Rishi Sunak e Keir Starmer. Starmer, sposato con una donna ebrea e autodefinitosi “sionista”, si schiera con loro nel sostegno al regime occupatore israeliano. Quando gli è stato chiesto del programma nucleare illegale di Israele, David Lammy, ministro degli Esteri nel governo Starmer, ha risposto: “Israele non rappresenta una minaccia per i suoi vicini”, una frase che, secondo l’articolo, sorprenderebbe perfino alcuni rabbini ebrei!

Keir Starmer, primo ministro del Regno Unito

 

Il testo prosegue analizzando la reazione del governo britannico alle proteste contro i crimini israeliani. Il 20 giugno, due manifestanti pro Palestina hanno attirato l’attenzione gettando vernice rossa sui motori degli aerei militari britannici nella base di Brize Norton. Tuttavia, invece di ascoltare le ragioni della protesta, quasi tutti i politici hanno definito l’atto “terroristico”, nonostante, secondo l’articolo, l’unico obiettivo fosse impedire l’uso di armi britanniche per il massacro dei civili.

Vernice rossa gettata sui motori degli aerei militari britannici

 

Il Daily Sabah menziona anche la repressione contro i gruppi artistici che, durante i loro concerti, hanno gridato slogan come “Palestina libera” o “Morte all’esercito israeliano”. I membri di questi gruppi sono stati accusati di terrorismo e, in alcuni casi, gli Stati Uniti hanno revocato loro i visti. Queste misure vengono presentate come esempi lampanti di repressione della libertà di espressione e come ulteriori prove della sottomissione del governo britannico agli interessi israeliani.

All’inizio di luglio, il Parlamento britannico ha dichiarato il gruppo “Palestine Action” un’organizzazione terroristica. Questo gruppo è noto per le sue continue azioni contro il genocidio in Palestina. I suoi membri sono stati arrestati, e persino i simpatizzanti hanno subito conseguenze penali. Secondo l’articolo, si tratta di un ulteriore tentativo di soffocare la voce della giustizia nel Regno Unito.

Il Parlamento britannico

 

Infine, il Daily Sabah mette in discussione la retorica, definita falsa, secondo cui “Israele si sta solo difendendo”, ricordando che in passato il regime sionista ha attaccato anche truppe britanniche. Oggi però, grazie agli aiuti finanziari del Regno Unito, continua a commettere i suoi crimini. Secondo il giornale turco, il sostegno incondizionato dei politici britannici a Israele ha profondamente diviso la società britannica, spaccandola tra servitori del sionismo e persone dotate di coscienza.

In conclusione, il quotidiano afferma che l’odierna “United Kingdom” (Regno Unito) si è trasformata in una “United Servitude” (Servitù Unita), come se i politici britannici fossero diventati i servi della gleba del regime sionista.