Pars Today

Khalimov ha partecipato a diversi corsi di addestramento tenuti dalle forze Usa quando ricopriva incarichi ufficiali in Tajikistan.

Pochi giorni dopo la notizia dell'uccisione di Mohammad al-Adnani, uno dei più importanti leader dello Stato Islamico, il secondo in comando di Abu Bakr al-Baghdadi nonchè portavoce non ufficiale dell'organizzazione terroristica, (con tanto di diatriba tra Stati Uniti e la Russia su chi lo avesse fatto fuori), il vuoto di potere che si era determinato al vertie della gerarchia dello Stato islamico è stato prontamente riempito, dopo che l’ex capo delle forze speciali del ministero dell’Interno del Tagikistan, Gulmurod Khalimov, è stato nominato nuovo capo militare dell'ISIS in Iraq. Khalimov ricoprirà la posizione lasciata libera da Abu Omar al-Shishani, noto anche come Omar il Ceceno, che è stato ucciso nella città irachena di Shirqat , a sud di Mosul. ai primi di luglio e che il Pentagono ha descritto come il "ministro della guerra" dello Stato Islamico.Ciò che rende la 'nomina' di Khalimov particolarmente imbarazzante per gli Usa è che il comandante delle forze speciali del Tagikistan ha partecipato a diversi corsi di addestramento tenuti dalle forze di sicurezza statunitensi quando ricopriva incarichi ufficiali nel suo paese e si è recato negli Stati Uniti in diverse occasioni per ricevere una formazione speciale antiterrorismo nell'ambito del Diplomatic Security/Anti-Terrorism Assistance program del Dipartimento di Stato USA.La defezione di alto profilo di Khalimov, lo scorso anno, e la sua adesione allo Stato islamico è stata una preoccupazione per i funzionari Usa,  tanto che gli Stati Uniti lo hanno inserito nella lista nera dei ricercati più pericolosi e designato Specially Designated Global Terrorist sotto l'Executive Order 13224 del 29 seettembre 2015.In ogni caso, come spesso accaduto nel recente passato, una speciale "risorsa" militare dagli Stati Uniti, è ora impegnata in un combattimento mortale contro i suoi ex insegnanti; aggiungendo inoltre al paradosso che le sue armi e le sue forniture provengono dagli Stati Uniti: un risultato strano che, come molti hanno sottolineato,  riserva benefici ad un solo gruppo: gli azionisti del complesso militare-industriale degli Stati Uniti, che vincono sempre, non importa quali o quante vite si perdano.