Slovenia: riprogrammare l'Unione Europea
BRUXELLES (Pars Today Italian) - Ad inizio anno, parlando ai diplomatici, il presidente svoleno Borut Pahor, ha proposto la regionalizzazione dell'Unione Europea, secondo la quale ogni Stato sarebbe libero di auto-aggregarsi in base ai propri interessi e tendenze geo-strategiche.
Pochi giorni dopo quest'idea è stata sviluppata sulle pagine del quotidiano Delo, dove l'ex capo del Ministero degli affari esteri sloveno Dimitrij Rupel ha a sua volta proposto la creazione di una "macroregione orientale", di cui farebbero parte Croazia, Romania, Bulgaria e, in attesa di adesione all'UE, Serbia, Montenegro, Macedonia, Kosovo, Turchia e Ucraina. Questa è una delle possibili soluzioni, come le opzioni in caso di "separazione" dell'Unione Europea, sono due. La prima è evidente: una macroregione del nord, del sud, dell'est, dell'ovest e centrale, dove entrerebbe Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Irlanda e Germania. La seconda opzione prevede la divisione in gruppi: della zona atlantica, del Baltico, del Danubio e Mar Nero e mediterranea. Secondo il piano Pachor-Rupel, la Slovenia potrebbe entrare nel gruppo di Visegrad con l'Austria, o in un gruppo con la Croazia, con cui ha ancora dispute territoriali. Considerando l'idea slovena del nuovo raggruppamento all'interno dell'UE, è necessario tenere a mente che fu esattamente Lubiana negli anni '80 del secolo scorso a voler riformare la Jugoslavia e fu la prima ad abbandonarla. Lo stesso che ha pensato il concetto di raggruppamento è Rubel che è stato il primo capo del ministero degli affari esteri della Slovenia indipendente e uno dei suoi "padri fondatori". "Il piano di riformazione dell'UE è stato annunciato più di un mese fa e la Slovenia, in questa situazione, è solo un burattino, il ventriloquo che la fa parlare è l'Austria o la Germania " ha detto a Sputnik Slobodan Jankovic, analista dell'Istituto di politica internazionale ed economia di Belgrado. L'analista ha detto che i paesi postjugoslavi sono caduti in un "paniere" insieme a Bulgaria e Romania e in questo modo è stata creata "una nuova forma di Jugoslavia". Il progetto sloveno è nato così, visto che i primi due precedenti sono finiti nel sangue e anche il terzo, in futuro, potrebbe farlo. "Questo progetto, probabilmente, è un tentativo degli eurocrati per salvare ciò che può ancora essere salvato, perché l'Unione Europea si trova in una grave crisi. La crisi economica dura ormai da più di dieci anni, iniziata ancora prima della crisi globale. A questo si aggiunge la crisi migratoria, la Brexit, i cambiamenti politici all'interno dell'UE e sorge spontanea la domanda sul futuro del progetto europeo". Il direttore del Centro di politica estera Aleksandr Joskimovic ha detto a Sputnik che un ulteriore consolidamento dell'UE dipende dal risultato delle elezioni, che quest'anno si terranno non solo in Slovenia, ma anche in Stati chiave: Francia e Germania. "La Slovenia, giovane Stato d'Europa, sta cercando di posizionarsi come membro costruttivo dell'Unione, con le sue idee sul futuro dell'UE. Il consolidamento dell'UE dipende prima di tutto dai principali Paesi dell'Unione, ma le idee, quando vengono espresse da piccoli stati, sembrano arrivare già "rodate" nella società europea. L'Unione Europea funziona come un sistema di cerchi concentrici, dove già esistono alcune linee di demarcazione. Ad esempio, Pahor cita il gruppo di Visegrad, che appare come una lobby per la rapida azione dei Paesi dell'Unione Europea, mentre all'interno dell'Unione si mantiene una cooperazione congiunta per scopi specifici". Lo studioso ritiene che quest'anno sentiremo ancora molte proposte per affrontare la crisi politica interna in Europa, ma nessuna verrà messa in pratica, fino a quando non si terranno le elezioni in Francia e in Germania. Inoltre, bisogna aspettare la fine dell'anno, quando la Gran Bretagna applicherà la Brexit, mentre i principali Paesi dell'Unione Europea decideranno verso dove salperà la nave europea.