Ago 14, 2017 07:11 CET
  • Fanatismo: falso volto dell’islam (39)

La classica ideologia salafita come vi abbiamo già spiegato ritiene essenziale seguire  l’atteggiamento e i detti di «Salaf al-ṣalihin»  per ottenere la virtù religiosa. E secondo loro la conoscenza dell’Islam doveva e deve derivare dal Corano e dai precetti dei pii predecessori e non dall’ interpretazione dei testi religiosi da parte dell’uomo.

Oggi vengono chiamati i “salafiti”  tutti i seguaci delle correnti e sette fondamentali e estremisti che non praticano necessariamente  la stessa ideologia. Il salafismo infatti tramite il suo impiego in combinazione con parole come takfirismo, Jihadista e... ottiene un significato più preciso e chiaro. Il primo ramo derivato dall’ideologia sviata salafita è quello takfirita il cui portabandiera oggi sono i wahabbiti. Il Takfirismo è un movimento settario fondato nel 1971 da Moustafà Choukri. Esso si basa sulla pretesa di bollare come takfīrī vale a dire "colpevole di empietà massima" e "apostasia" (ridda), qualsiasi fedele musulmano (sunnita o sciita, o aderente ad altri credo religiosi di origine abramitica). L'accusa è chiamata takfīr e deriva dalla parola araba kāfir (miscredente), ed è qualificata come "miscredenza assoluta, infedeltà o impurità massima" da parte di un eventuale autorevole consesso dei loro esperti, tale da non poter più accettare come vero "credente" (muʾmin) "musulmano" (muslim) il colpevole, in quanto  non condivide il loro punto di vista. L’assassinio di questi ultimi, per tale ragione, viene considerato lecito. Non stupisce dunque che I salafiti-takfiriti facciano fronte comune contro qualsiasi Stato mussulmano che non si adegui ai loro canoni. I takfīrī sono stati classificati dagli studiosi del pensiero e del diritto islamico come una violenta e deviata germinazione del movimento salafita.

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L'atto di accusa a un musulmano di essere takfīrī ha un fortissimo sapore settario e si è messo in mostra già durante gli anni con i comportamenti atroci e radicali nel corso della resistenza irachena seguita all'invasione dell'Iraq da parte degli Usa e nel corso della guerra civile siriana esplosa nel 2011 e nelle brutali repressioni avvenute per mano del regime di Al-Saud in Arabia saudita in particolare contro gli sciiti.

I wahabbiti, per esempio, a Karbalà, accusando gli sciiti di essere politeisti, idolatri, traditori della fede nell’unico Dio e insomma “falsi musulmani che diffondono corruzione sulla terra”, li massacrarono vicino al santuario dell’imam Hussain(as). Essi perfino attaccarono Najd, Hijaz e Siria e versarono il sangue di numerosi sunniti innocenti e sacheggiarono i loro beni e le loro terre.

Il mondo islamico infatti si oppone a questa ideologia deviata e non di rado si parla di una rinascita del Kharigismo.

Il takfirismo è stato il mezzo principale usato in ambiente islamico atto a distorcere la sacralità e, di conseguenza, la finalità, dei termini religiosi.

E siccome le ricche famiglie reali saudite sono wahabite e alleate agli interessi degli USA e di Israele, è logico che esse monopolizzino questo movimento per farne uno strumento politico e un mezzo militare al loro servizio.

Dal punto di vista dell’Occidente – i cui interessi vitali si trovano nelle regioni arabo-mussulmane, specialmente per quanto riguarda l’energia – non si potrebbe trovare migliore alleato, meno costoso, degli stessi Arabi, per mantenere in sicurezza i propri approvvigionamenti e garantire la propria influenza. Di qui nascono le divisioni degli Arabi e i loro antagonismi, che si nascondono dietro organizzazioni e leghe di facciata che si sono rivelate essere delle trappole, degli strumenti che tradiscono la causa, addirittura strumenti di autodistruzione. Il “wahabo-takfirismo” serve gli interessi occidental-sionisti. E’ questa la ragione per la quale questi ultimi lo sostengono, l’incoraggiano e lo armano. Questa ideologia è uno strumento importante della strategia di dominio occidentale.

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Dopo l’invasione dell’Iraq dalle froze americane nel 2003, I wahabbiti-takfiriti divisero gli abitanti del paese secondo le loro tendeze dottrinali in quattro gruppi: I salibiun, le truppe d’occupazione Americana e occidentali;I rafiziun, gli sciiti dell’Iraq; i Savafiun, gli iraniani sciiti e I murtadin, gli iracheni sunniti che collaborano con il governo sciita al potere in Iraq. Gli ulema wahabbiti-takfiriti, riconoscendo questi gruppi “Kafir”, hanno emesso fatwa per ucciderli tutti. Per esempio, secondo la fatwa di Abdul rahman bin nasir al Barrak il clerico salafita, tutti gli sciiti e la maggior parte dei sunniti che indicano le tendenze verso il sufismo, sono Kafir(miscredente) e vanno uccisi.

Anche la fatwa per massacrare gli sciiti e distruggere il mausoleo di Askariya dove riposano le spoglie del nono imam Alì al-Hadi e di suo figlio imam Hassan al-Askari(as) a Samarra, è stata emessa da Abdullah ibn Abdul Rahman ibn Jibreen, un religioso saudita che faceva parte del Comitato permanente per gli studi islamici e per l'emissione di fatwa dell’Arabia Saudita.

La corrente Deobandi, diffusa soprattutto in Pakistan, può essere classificata come un’altra deviata germinazione del movimento salafita.

“Sipah E Sahaba”, “Jaish-e-Mohammad”, “Lashkar-e-Taiba”, sono altri gurppi estremisti legati alla dottrina Deobandi che ritengono lecito l’uccisione degli sciiti.

Oggi purtroppo questi gruppi radicali vengono usati solo come una pedina nelle mani della vera arroganza mondiale.