Set 10, 2017 11:00 CET

L’agressione militare del regime saudita alla popolazione yemenita e’ indubbiamente puo’ essere considerata l’inizio di un nuovo approccio del governo di Al Saud nella sua politica estera.

Gentili ascoltatori, da oggi diamo l’nizio a un programma di 6 puntate sulle ingiustizie e violenze subite dal popolo yemenita da parte del regime saudita e I suoi alleati internazionali, sotto il silenzio assurdo della cosiddetta comunita’ internazionale. Restate con noi!

L’agressione militare del regime saudita alla popolazione yemenita e’ indubbiamente puo’ essere considerata l’inizio di un nuovo approccio del governo di Al Saud nella sua politica estera. Questa nuova politica e’ sostanzialmente basata sull’agressione militare nei Paesi confinanti di cui la prima e’ stata quella dell’intervento militare in Bahrei a favore del regime dittatore di Al Khalifa contro la popolazione a maggioranza sciita di questo picclo Paese del Golfo Persico.

Le sollevazioni arabe, chiamate anche le privare arabe, iniziate sostenzialmente dagli ultimi mesi del 2010, hanno creato due nuove minacce contro il Sistema politico saudita:

La prima era il rovesciamento dei governi regionali, alleati storici di Riad che poteva influenzare fortemeente e a sfavore del regime saudita, gli equilibri di potere nella reagione.

L seconda e la piu’ importante minaccia creatasi dalle sollevazioni popolari nell’area del Golfo Persico e Medio Oriente in generale, era la nascita dei sistemi politici moderni e basati sulla democrazia che metteva in serio repentaglio il Sistema politico anti democratico e totalitario della monarchia Saudita.

Tali elementi considerati dal regime saudita come pericoli da una parte per il suo dominio interno e dall’altra per la suoa posizione sempre in tramonto nel Medio Oriente hanno spinto gli Al Saud ad adottare una nuova e drastica strategia apparentemente di agressione ma inrealte di difesa e fondamentalmente di insicurezza e paura.

In seguito alle nascita delle grandi e significative ondate di protesta e di manifestazioni nei Paesi arabi della regione, l’Arabia Suadita si e’ vista costretta a cambiare la propria politica estera verso una stretagia di agressione e di conflitto laddove si sentiva piu’ minacciata dai cambimaneti politici o di Sistema di governo, come nel caso di Bharein prima e di yemen successivamente.

Il 25 aprile 2015 diversi aerei da guerra della Royal Saudi Air Force bombardano le postazioni dei combattenti Ansarullah e lanciato attacchi contro l’aeroporto di Sana’a e la base aerea della capitale yemenita. Riyadh ha annunciato che 100 aerei da guerra e 150 mila soldati partecipano a questa vastissima agressione militare contro la popolazione piu’ povera del Medio Oriente.

Come riportano tutti I media internazionali gli attacchi dell’aviazione militare saudita hanno preso di mira diverse zone residenziale a Sana’a uccidendo decine di civili, compresi diversi bambini.

Sempre stando alle informazione trapelate dai media internazionali e della stessa Arabia Saudita alle operazioni militari del regime saudita contro il popolo estremato di Yemen hanno partecipato anche l’esercito di Israele, Qatar, Kuwait, Bahrain ed Emirati Arabi Uniti, oltre al sostegno logistico e di intelligence fornito dagli Stati Uniti. Egitto e Giordania hanno comunicato che si uniranno alla cosiddetta coalizione araba guidata da Riad.

Nonostante l’assurda guerra saudita contro la popolazione inerme di Yemene’ cominciata ed e’ andata Avanti prima con il silenzio dei cosiddetti paesi democratici e successivamente con il loro sostegno soprattutto militare, ma la reazione dei popoli non e’ stata la stessa.

In Iran nei primi mesi dell’agressione saudita contro lo Yemen migliaia di persone hanno partecipato all manifestazioni in segno di protesta contro la violazione palese di Riad di tutti I principi dei diritti umani e dei regolamenti internazionali.

 

 

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