Conoscere l'Islam (24): la natura parla di Dio
La natura parla di Dio in tutte le sue forme ed espressioni. Non solo ne è segno e simbolo, ma in essa si rivela lo stesso operare provvidenziale di Dio per l’uomo, anche lui creatura “con” le creature, e' chiamato a lodare e ringraziare Dio come le stesse creature insegnano.
Amici dalla puntata precedente abbiamo iniziato a parlare della creazione degli animali come uno dei segni meravigliosi dell’esistenza di una creatura Onnipotente e Onnisciente. Sul pianeta esiste un'immensa varietà di animali ed esseri viventi incredibili. Tutte le specie animali sono importanti e ognuna ha una funzione precisa nel ciclo vitale.
Nel versetto 4 della sura Al-Jâthiya (La Genuflessa) leggiamo :”Nella vostra creazione e negli animali che dissemina [sulla terra], ci sono segni per coloro che credono con fermezza.”
Abbiamo detto che a guidare essenzialmente gli animali, è l'istinto. Gli istinti dunque fanno parte del patrimonio genetico di ogni animale. Infatti Dio ha programmato in loro, attraverso l’istinto, tutto quello di cui hanno bisogno per vivere efficaciamente nel loro ambiente.

Non sono poche le meraviglie sulla vita degli animali, tutte programmate da una forza onnisapiente e onnisciente. L’avvoltoio per esempio è un carnivoro, sono quegli animali che approfittano dei resti degli animali morti che sono stati cacciati dai predatori o sono morti a causa di qualche malattia. La cosa da meravigliarsi a proprosito di questi uccelli è il fatto che gli avvoltoi hanno una vita lunga e cominciano a riprodursi tardi (dopo i 5 anni di vita); la riproduzione stessa è piuttosto lenta. Se la riproduzione di questi carnivori fosse avvenuta nel breve periodo, come quella dei corvi e passeri…,avrebbe messo in serio pericolo la vita di altri esseri viventi.
E se ancora ci fossero stati tanti animali selvatici come il lupo e il leone, quanto quegli domestici come mucche e pecore, in breve periodo la generazione di tutti gli animali sarebbe stata sradicata.
Un altro esempio che testimonia il fatto che viviamo in un universo pienamente creato, ordinato e gestito è la vita di un piccolo insetto:la mosca. La sua femmina depone nel corso della sua vita, circa centinaia di miglia di uova. Però la loro vita dura mediamente 15-20 giorni, altrimente il mondo sarebbe stato invaso dalle mosche e rendevano la vita impossibile all’essere umano.
Il Signore ha infatti retto un mondo equilibrato e armonioso basato su un programma prestabilito e saggio.

E poi l’incredibile mondo delle api, un insetto organizzato e laborioso che produce un liquido variegate, il miele, cui il sacro corano dedica una intera sura al Nahl.
" Ed il tuo Signore ispirò alle api : «Dimorate nelle montagne, negli alberi e negli edifici degli uomini .Cibatevi di tutti i frutti e vivete nei sentieri che vi ha tracciato il vostro Signore». Scaturisce dai loro ventri un liquido dai diversi colori, in cui c'è guarigione per gli uomini. Ecco un segno per gente che riflette." [ Corano 16:68-69 ]
La loro casa, l’alveare, conta circa 60.000 individui, tutti figli di una sola femmina, la regina. Per ottenere una tale popolazione, la regina depone un uovo ogni 40 secondi!
Von Frisch ha ricevuto il premio Nobel nel 1973 per la sua ricerca sul comportamento e la comunicazione delle api. L'ape, dopo la scoperta di qualche nuovo giardino o fiore, torna indietro e dice alle altre api la direzione esatta per andare là, ed è conosciuta come ' la danza dell'ape '. I significati dei movimenti di questo insetto che sono intesi per trasmettere le informazioni fra le api operaie sono state scoperte scientificamente usando la fotografia ed altri metodi. Le menzioni sono nel versetto del Corano, come l’ape trova con abilità i percorsi spaziosi del suo Signore.
L'ape operaia o l'ape soldato è un'ape femmina. Nel capitolo n. 16 , versetti 68 e 69 della Sura Al-Nahl il genere usato per l'ape è il genere femminile (fa'slukî e kulî), indicante che l'ape che lascia la relativa sede per riunire l'alimento è un'ape femmina. In altre parole l'ape operaia o soldato è un'ape femmina. Infatti, in "Henry the Fourth" di Shakespeare, alcuni dei personaggi parlano delle api ed accennano che le api sono soldati e che hanno un re. È ciò che la gente pensava ai tempi di Shakespeare. Pensavano che le api operaie fossero api maschili e che andavano a casa ed erano responsabili ad un'ape re. Ciò, tuttavia, non è vero. Le api operaie sono femmine e non si riferivano ad un'ape re ma ad un'ape regina. Ma per scoprire tutto ciò si ricorreva alle indagini moderne degli ultimi 300 anni.