Il progresso scientifico dell’Iran (10): Innovazione e conquiste scientifiche dell'Iran
L’Iran, l’erede dell’antica Persia, e’ sicuramente una delle culle della civilta’ e della scienza mondiale. La nazione e’ entrata in realta’ in un periodo buio e di inconsistenza nel settore della scienza dalla fine del 18esimo secolo ma e’ improvvisamente rinata sotto questo aspetto con la rivoluzione islamica del 1979, quando la popolazione iraniana ha deciso di riavviare la sua lunga traduzione di scoperte, di ricerca e di studio.
Nel 2015, l’Iran si e’ confermato come il piu’ progredito dei paesi islamici nella ricerca scientifica, aggiudicandosi l’1,53% della produzione scientifica mondiale; l’Iran eccelle soprattutto nella sezione della medicina, dell’ingegneria e dell’agricoltura.
In questo programma cercheremo di esaminare, al passo coi tempi, alcune delle piu’ importanti innovazioni e conquiste scientifiche dell’Iran degli ultimi mesi. Con l’augurio che cio’ possa dare un contributo alla conoscienza dell’Iran di oggi e possa favorire maggiori collaborazioni tra Teheran e Roma.
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Secondo il resoconto diramato dalla World Steel Association, l’Iran si conferma sempre piu’ il colosso dell’acciaio del Medioriente con una produzione di oltre 6 milioni di tonnellate nei primi 4 mesi del 2017.
Piu’ precisamente, nel primo quadrimestre 2017 la Repubblica Islamica ha prodotto 6 milioni e 369 mila tonnellate di acciaio, pari ad un incremento del 14.3% rispetto all’anno scorso. Solo per il mese di Aprile, la produzione iraniana e’ stata di 1 milione e 735 mila tonnellate.
L’acciaio e’ stato la più grande voce dell’export dell’Iran dopo petrolio, gas e petrolchimica nel 2016.
Il paese ha visto incrementare la produzione di acciaio, con l’obiettivo di 55 milioni di tonnellate all’anno entro il 2015. L’Iran gode di un vantaggio, perché i costi di produzione presso la maggior parte delle sue acciaierie sono competitivi a livello internazionale a causa di bassi prezzi dell’energia nel paese.
Secondo l’IMIDRO (Iranian Mines and Mining Industries Development and Renovation Organization) nel 2016 Teheran ha esportato 4 milioni di tonnellate di acciaio. Il principale colosso della nazione e’ Ksc che ha registrato esportazioni regolari per 13 paesi, circa il 50% dei quali vengono spediti per la regione del Medio Oriente e Nord Africa, il 40% per l’Estremo Oriente e circa il 10% per i paesi americani. Thailandia, Taiwan, Corea del Sud, Malesia e Indonesia sono le nuove destinazioni per l’acciaio iraniano dopo che le esportazioni cinesi verso la regione sono diminuite lo scorso anno. Questi paesi hanno ricevuto circa 800 mila tonnellate di prodotti, tra cui le billette e placche di Ksc. Per l’anno in corso, KSC sta progettando di farsi strada nel mercato americano in paesi come il Brasile e il Canada.

“Mi auguro che le nostre cooperazioni possano proseguire, con gli amici europei e soprattutto con gli amici italiani”. Sono le parole del ministro dell’industria iraniano, Mohammad Reza Nematzadeh che il mese scorso ha inaugurato a sud di Teheran una fabbrica, messa a punto dall’italiana Danieli in 18 mesi con 70 milioni di euro di investimenti, che produce macchinari industriali utili nell’industria dell’acciaio e in altre settori. Sicuramente, c’e’ molto di italiano nel successo dell’industria dell’acciaio iraniana.
Ma non si tratta solo di Italia, dato che dal gennaio 2016 ad oggi, sono 5.5 miliardi di dollari gli investimenti stranieri nel settore industriale e minerario della nazione, soprattutto quello siderurgico. Sicuramente una cifra modesta, ma che potrebbe andare bene come inizio.
Ed infatti, Nematzadeh ha informato che anche il gruppo industriale tedesco SMS Siemag AG, costruira’ ad Isfahan una fabbrica con lo stesso modello di accordo portato avanti con la Danieli.
La societa’ italiana lavora attualmente col partner IMIDRO per portare al termine la costruzione di un’altra fabbrica, nel porto iraniano di Chabahar.
L’altro colosso iraniano dell’acciaio, Foulad Mobarakeh (oltre 5 milioni di tonnellate di produzione annua) di Isfahan, ha una lunga storia di collaborazioni con l’Italia, sin dai tempi dello Scia, e nel 2015 ha firmato un accordo di collaborazione con la Tamini S.p.a.
Intanto Shadegan Steel Company, di proprieta’ di KSC e IMIDRO, ha avviato un nuovo impianto di produzione di spugna di ferro. Oggi l’output è di 800 mila tonnellate, ma, al completamento dei cinque moduli previsti, raggiungerà i 4,8 milioni di tonnellate. Lo ha informato il presidente di IMIDRO Mehdi Karbasian, che ha aggiunto che «Shadegan prevede di completare altri cinque moduli in varie regioni dell’Iran entro maggio 2018». La società starebbe, inoltre, costruendo una centrale elettrica per supportare la produzione di un forno elettrico – con i lavori che si dovrebbero concludere a maggio del prossimo anno - la cui capacità dovrebbe essere di 4 milioni di tonnellate. L’impianto di preriduzione di Shadegan utilizzerà una tecnologia iraniana denominata PERED, inventata e brevettata da MME Co.
