Iran, scoprire la storia dell'arte - 05
vi presento un altro appuntamento con l'arte iraniana, dai tempi della grande Persia fino ad oggi. In ogni puntata cercheremo di raccontare ed approfondire allo stesso tempo la storia dell'arte iranica.
L’evoluzione della civiltà nell’Iran centro-settentrionale può essere meglio analizzata e compresa grazie ai dati emersi dagli scavi effettuati a Tepe Siyalk, nei dintorni di Kashan. I primi abitanti di questo territorio utilizzavano delle semplici tende, ma presto i loro discendenti cominciarono a costruire case in mattoni crudi, i cui sotterranei erano destinati all’inumazione dei morti.Con lo sviluppo tecnico dei forni per la cottura dei mattoni e della ceramica, essi cominciarono a produrre delle belle ceramiche rosse o arancioni, decorate con disegni neri. Questo tipo di ceramica era molto diffuso nelle zone dell’attuale Tehran, a Ismail Abad, Kara Tepe e Cheshme Ali. Gli stampi erano ancora un po’ pesanti, tuttavia già le decorazioni mischiavano elementi astratti con disegni molto elementari di tipo animalistico. Infine, la terza fase della civiltà di Siyalk coincide con l’apice della tradizione nata con la rivoluzione neolitica, dal quinto fino a parte del quarto millennio.
Grandi terrine e contenitori come orci, caraffe a collo largo, vasi a rilievo con forme complesse, cominciarono a ospitare decorazioni particolari. Tali decorazioni comprendevano file parallele e ordinate di iscrizioni e tabelle istoriate, con animali ritratti in modo molto vivido, sebbene le forme geometriche fossero piuttosto semplici. Questo stile si diffuse a oriente, anche molto lontano dalla sua regione d’origine, a Teppe Hesar, Damghan, e a sud dell’Alborz. Mentre a nord di questa zona, nel deserto turcomanno, gli abitanti di Anau e di Namazga Tepe, dopo quelli di Jayatun, trassero ispirazione dalla vita in villaggi le cui condizioni erano simili a quelle della Mesopotamia. Presto essi si trovarono al centro della rete di relazioni che si istaurarono tra l’Iran occidentale e la parte sud-orientale, cioè l’area degli odierni Afghanistan e Baluchistan.
Dagli scavi di tombe sparse in punti diversi, sono stati trovati diversi oggetti ornamentali di rame, madreperla, perle del golfo, turchese del Khorasan e altre pietre preziose provenienti da zone orientali dell’altopiano, la cui varietà dimostra l’esistenza, in quel periodo, di un certo tipo scambi commerciali, che forse andavano oltre il baratto.
Ci sono alcune aree del sud dell’Iran il cui studio è in grado di mostrare l’importanza di questa regione come fonte di materie prime quali rame e pietre morbide, tra cui la pietra saponaria. Nell’area di Kerman, gli abitanti di Tepe Yahya diedero vita ad una civiltà neolitica simile a quella di Siyalk.Successivamente, dopo aver raggiunto un buon livello nella fusione dei metalli, istituirono relazioni con altre civiltà dell’Iran orientale.Tale attività divenne, a partire proprio dal quinto millennio, una delle specializzazioni di un’area vicina, quella di Tepe Iblis, in cui sono state trovate centinaia di forni per la fusione e la purificazione del rame.
Il Fars, cioè la regione dell’attuale Shiraz, è legato alla civiltà di Susa per quanto concerne gli stili e le tecniche di decorazione della ceramica. È questa la ragione della comunanza di queste due aree nel periodo storico. Il villaggio di Tell Bakun, confinante con Persepoli, era costituito da gruppi di abitazioni costruite le une accanto all’altra, senza chiare delimitazioni. Le sue ceramiche erano fittamente decorate con motivi inusuali e particolari i cui elementi si presentano in alcuni casi ordinati in file serrate e diseguali, e in altri nettamente distinguibili l’uno dell’altro. In queste decorazioni, gli animali sono rappresentati con elementi decorativi simbolici: ad esempio, bestie con corna grandi e sproporzionate che mostrano più chiaramente il valore delle figure associate.
Le semplici tracce ritrovate in queste aree mostrano come nel giro di qualche secolo si verificò una rivoluzione materiale, segnata dal passaggio dalla lavorazione della pietra a quella dei metalli, che determinò lo sviluppo della civiltà agricola; una rivoluzione che progredì di moto proprio, senza interventi o influenze provenienti dall’esterno. Sempre nel quarto millennio, questo progresso conobbe una rapida accelerazione che portò allo sviluppo di una civiltà molto progredita, ancora una volta riconducibile all’esito di una rivoluzione materiale specifica dell’altopiano. L’invenzione del tornio per la ceramica comportò un progresso nelle tecniche di lavorazione e ad una più ampia differenziazione delle tipologie ceramiche e vascolari, oltre ad aumento della produzione che cominciò a superare i bisogni locali, cosa che causò la nascita di un commercio della ceramica. Questo fatto provocò, a sua volta, lo sviluppo di nuovi modelli di recipienti, sempre più raffinati, e delle tipologie decorative. In tali decorazioni, gli animali sono dipinti nell’atto di rincorrersi in un ordine ben preciso, oppure in combattimento .
Poiché non abbiamo nulla di scritto risalente all’epoca, la reale natura di questo pensiero e di queste credenze ci è ignota; tuttavia, è possibile che quelle stesse decorazioni fossero una sorta di rappresentazione visuale delle credenze di quel tempo. Ciò che gli specialisti hanno scritto in proposito non sono che supposizioni degli archeologi, i quali a loro volta sono per la maggior parte occidentali e assertori, per quanto riguarda le civiltà antiche, dell’esistenza di culture politeiste; essi hanno diffuso la loro concezione la cui attendibilità però non sarà certa fino a quando non verranno scoperti documenti in grado di confermare questa o quella teoria, per cui le proposte fatte sinora possono essere accettarte solo con riserva.