Iran, scoprire la storia dell'arte - 14
vi presento un altro appuntamento con l'arte iraniana, dai tempi della grande Persia fino ad oggi. In ogni puntata cercheremo di raccontare ed approfondire allo stesso tempo la storia dell'arte iranica.
Questa pratica è piuttosto antica, probabilmente fu introdotta verso la fine del terzo millennio per durare fino agli inizi del secondo. La maggior parte di esse sono “rappresentazioni sacre”, utilizzate come amuleti di buon auspicio. Le statuette erano prodotte per il popolo e, pur essendo in certo qual modo rozze, presentano un grado di sincerità che mostra il vigore dello spirito elamitico e lo stato di una civiltà ricca e avanzata almeno quanto quella babilonese.
Un frammento ritrovato è costituito da una tavola di pietra che risale alla fine di questo periodo e che probabilmente era una tavoletta commemorativa delle conquiste dei re, poiché presenta l’immagine di corpi giacenti a terra. Le decorazioni non sono molto ricche ed è rilevabile un influenza babilonese, come nell’immagine della dea Ishtar, divinità della guerra, dell’amore, dell’abbondanza e della fortuna, rappresentata in piedi sulla schiena di una leone, immagine che si ritrova simile in numerosi sigilli babilonesi o nei disegni di Kakh Mari. In questa immagine, tuttavia, la dea tiene in mano uno scettro regale con dei fiori e ha sul volto addirittura una barba. L’angelo Ishtar, infatti, in questo periodo è rappresentato sia come maschio sia come femmina. Anche nei testi assiri è presente una Ishtar con la barba e c’è probabilmente qualche relazione tra questa figura e la Venere barbuta di Cipro. Tra i bronzi del Luristan ci sono delle statuette dal genere doppio, maschile e femminile, che – essendo più recenti – sono molto probabilmente influenzate dalla figura babilonese di Ishtar.
Molte statuette di metallo, di pietra o di terracotta rappresentanti divinità tutelari a cavallo di belve quali leoni, o sopra carri, o ancora accompagnati da animali quali serpenti o altre bestie, erano ispirate ad episodi mitologici mesopotamici e babilonesi. Essi tuttavia conservano caratteristiche prettamente elamitiche, come il carro a quattro ruote, originario dell’Iran. Inoltre sono state rinvenute delle statuette di bronzo con placcature d’oro che, a differenza delle rappresentazioni delle divinità su carro, sono fatte con notevole grazia; esse dimostrano che la tecnica della placcatura in oro fu introdotta dagli Elamiti, sebbene non se ne conosca esattamente il procedimento.

Alcune di queste statuette di dee sono state fatte in un modo tale da assumere delle peculiarità decorative proprie. Ad esempio, l’angolo di una sedia è stato lasciato incompleto, oppure si vede metà della statua di un animale, forse un pesce. Si tratta forse di un elemento ispirato a una credenza antica: in Mesopotamia, infatti, le divinità della specie potevano essere uomini-pesce o uomini-onda ed erano divinità dei regni delle onde, dei vortici e degli abissi, ma solo nell’Elam erano rappresentati come donna-pesce.
Su una tavoletta si ritrova la seguente immagine: la divinità è rappresentata a cavallo di una capra o di un drago, circondato da esseri acquatici e sacri. In alcuni disegni del periodo dei Sukkal-mah si vede un dio seduto su un serpente annodato e messo a forma di cerchio; spesso questo animale è rappresentato con testa umana e in questo caso l’uomo-serpente costituisce il trono della divinità. Uno degli esempi più belli di questa rappresentazione si trova sul sigillo di Kuk Nashur, principe di Susa. A volte i sigilli, soprattutto quelli destinati a uso comune, erano fatti in bitume e le loro decorazioni erano molto elementari. Il disegno era spesso un albero semplice e stilizzato, oppure un animale saltellante in un semplice scenario religioso. Il soggetto di queste scene è mutuato da Babilonia ed era pensato per i notabili. In questo periodo sono pochissime le rappresentazioni del tutto elamitiche, il disegno essendo mesopotamico, anche se con caratteristiche elamitiche.
A metà del quarto millennio i Cassiti dell’Iran centrale e degli Zagros attaccarono la Mesopotamia e installarono un loro governo a Babilonia che durò quasi tre secoli, portando la propria influenza fin nel cuore dell’Elam, che venne risparmiato dalle distruzioni portate altrove probabilmente per qualche sorta di sentimento di vicinanza nazionale iranica. Per questo in Elam il sistema dei Sukkal-mah proseguì e gli Elamiti, a causa della debolezza del governo dei Cassiti, restaurarono il loro antico splendore e la loro indipendenza. Così, con il loro genio precipuo, apportarono delle modifiche alla scrittura accadica, semplificandola e aggiungendovi elementi e sillabe, e la trasformarono fino al punto da creare alla fine una nuova scrittura elamitica, in grado di sviluppare adeguatamente la lingua e la cultura dell’Elam.