Ago 03, 2022 11:53 CET

Cari amici, vi presento un altro appuntamento con l'arte iraniana, dai tempi della grande Persia fino ad oggi. In ogni puntata cercheremo di raccontare ed approfondire allo stesso tempo la storia dell'arte iranica.

In questo programma parleremo dell'arte dei seleucidi e parti

Se la pittura murale arsacide è degna della massima attenzione, lo stesso non può dirsi per il bassorilievo. La carenza di armonia compositiva e la scarsa raffinatezza delle immagini, ritratte di solito frontalmente (simili ad alcune immagini tardo-elamitiche), mostrano il disinteresse degli artisti nei confronti della scultura in pietra. Le più antiche immagini su pietra arsacidi, che risalgono al tempo di Mitridate II, furono scolpite nella parte bassa delle rocce di Bisotun. È forse per il fatto che Dario scolpì proprio su quelle rocce la propria immagine e i propri documenti che Mitridate, volendo rivendicare quel lignaggio, ordinò di scolpire nello stesso luogo. Nel XIX secolo, sopra queste immagini, venne incisa un’iscrizione; tuttavia le immagini vennero conservate grazie ad alcuni disegni fatti sul posto, nel secolo precedente, da un viaggiatore europeo. In esse, quattro notabili si recano fare voto di fedeltà e sottomissione a Mitridate II. Un bassorilievo con il re arsacide si trova anche al di sotto di uno dei rilievi di Persepoli, ispirata alle immagini del posto. Il re arsacide fece però aggiungere anche un’iscrizione in greco con il nome dei soggetti rappresentati.

Sulla stessa roccia di Bisotun, accanto a Mitridate II, re Goudarz II in occasione della sua vittoria contro uno dei pretendenti al trono appoggiato dai Romani, fece scolpire la propria immagine sotto un’iscrizione in greco. Sopra di lui, un angelo alato gli pone la corona sul capo. A parte quest’angelo, il resto del bassorilievo è del tutto iranico: il re a cavallo atterra il rivale, mentre un notabile del paese è a pronto ai suoi ordini. Sempre a Bisotun, su di una quinta di pietra staccata dalla montagna, è ritratto un principe partico che brucia incenso profumato, raffigurato frontalmente. In uno dei bassorilievi di Tang-e Saruk, su di un’alta parete ai piedi degli Zagros, nell’attuale Khuzestan, è ritratto un principe nell’atto di donare un anello ai suoi sottoposti. Il principe è seduto alla persiana, appoggiato a un cuscino. La figura è frontale, di fronte a lui ci sono alcune persone, con le lance sull’attenti; altri sono dietro di lui. Poco lontano dalla riunione, un dio incorona il principe e di seguito si vede una scena di guerra con protagonista un re arsacide a cavallo. Il cavallo e il cavaliere, fissato mentre con l’armatura indosso e in mano una lancia acuminata si scaglia contro il nemico, sono ritratti come sui muri delle abitazioni di Doura Europos. In questa rappresentazione si rileva un’evoluzione fondamentale, cioè la tendenza alla spiegazione degli eventi.

Image Caption

In un altro bassorilievo di Tang-e Saruk, un re, o un principe a cavallo, è ritratto nell’atto di uccidere un leone. In altre scene, la stessa persona, più imponente del resto dei personaggi, è rappresentata in piedi, mentre fa sedere sul trono un principe; poi, ancora, con un diadema, in piedi e benedicente di fronte a un altare sacrificale conico. Il seguito del re è disposto lungo due linee sovrapposte. Molto probabilmente, come afferma Henning, le immagini risalgono all’ultimo quarto del II secolo. In una scena scoperta di recente (meno di mezzo secolo fa) a Susa, Artabano V, seduto, consegna l’anello del potere al governatore della città, in piedi; entrambi sono scolpiti frontalmente, e la data incisa in calce all’opera corrisponde al 215 d. C. L’opera presenta diverse innovazioni: lo svuotamento delle parti all’esterno dell’immagine allo scopo di farla risaltare, mentre in realtà è piatta; l’opera è eseguita in gran parte per mezzo di linee in negativo e positivo impresse su una superficie in positivo, una novità che purtroppo non ebbe seguito.

Se consideriamo il primo secolo di dominio arsacide come un periodo di passaggio dall’arte ellenizzante a uno stile iranico, e parliamo di arte partica o arsacide dal momento in cui Mitridate I, intorno al 170 a.C., trasformò il suo regno in una potenza di grandi proporzioni, dobbiamo considerare alla stessa stregua come arsacide anche ciò che fu creato a Nemrud Dagh,  in Asia Minore, dalle parti del santuario di Antioco I di Commagene (62-36 a.C.).