Dic 11, 2022 11:21 CET

Cari amici, vi presento un altro appuntamento con l'arte iraniana, dai tempi della grande Persia fino ad oggi.

In questo programma parleremo dell'arte metalli e vetri

La fabbricazione del vetro ha una lunga tradizione nell’Iran antico. La produzione di vetro era diffusa in epoca elamitica nel III millennio a. C., nella regione di Susa e sono stati ritrovati sigilli scolpiti e incisi in pietra e vetro. In epoca sasanide, quest’arte così radicata in Persia trovò nuovo impulso, e non è possibile sapere se in questa rinascita ebbero un qualche ruolo maestranze straniere. Si tratta di un’ipotesi non confermabile alla luce dei pochi oggetti rinvenuti fino a oggi. La forma e le decorazioni dei reperti mostrano che gli artisti persiani utilizzavano la soffiatura, e imitavano i piatti metallici che erano molto comuni. Un contenitore di vetro soffiato, a forma di pera, che ricorda le brocche d’argento sasanidi o le terrine di ceramica smaltata conservate nel Museo archeologico di Tehran, che risalgono probabilmente al periodo che coincide con la nascita dell’Islam, nel VII secolo d. C. Un altro oggetto simile, conservato al museo di Berlino, è una coppa dello stesso periodo con immagini di cavalli alati sbalzati, inscritti in un piccolo cerchio sulla superficie esterna. Un altro importante reperto dello stesso tipo è stato scoperto in un edificio di Susa, dove ci sono numerosi affreschi di epoca sasanide. Oltre al vetro soffiato, sono stati ritrovati vetri stampati di colore rosso o verde, che possono essere avvicinati alla coppa aurea di Cosroe, conservata a Parigi. A sud-ovest di Qazvin, nell’area di Daylaman, sono state rinvenute alcune coppe di vetro fabbricate con tecniche diverse. A Susa, ancora, sono stati trovati dei vetri la cui superficie presenta dei piccoli rilievi, che serviva ad alloggiare stabilmente la base dei bicchieri. A Daylaman lo stesso risultato era ottenuto tracciando delle linee sbalzate o delle strisce a rilievo verticali nella parte bassa del contenitore. I cavalli alati della coppa di Berlino avevano il medesimo scopo. Tutti questi oggetti hanno una datazione che va dal I secolo prima dell’Islam al I secolo dopo l’Islam. Dall’analisi dei numerosi reperti trovati in un pozzo in secca a Susa, gli studiosi hanno dedotto che nella città vi fosse, in continuità con la vetreria sasanide, una’industria vetriera molto fiorente, probabilmente attiva fino al IX-X secolo.

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Nel periodo sasanide la metallurgia e le sue diverse applicazioni erano molto diffuse, e i metalli maggiormente lavorati erano l’oro e l’argento, il che testimonia il relativo benessere di cui godeva la popolazione. Gli oggetti prodotti erano commisurati alla situazione socioeconomica della committenza, e per questo sono di tipo e qualità molto diverse, da oggetti con raffinati e dettagliati rilievi, fino a semplici e approssimative incisioni. Una selezione di pochi ma molto preziosi esemplari si trova oggi nelle collezioni private e nei musei europei. Una collezione di più di un centinaio di coppe, placche e piatti scoperti fortuitamente nella Russia meridionale si trova oggi esposta all’Hermitage e negli ultimi decenni anche il Museo archeologico di Tehran è entrato in possesso di alcuni esemplari di grande valore ritrovati in Iran. La scoperta di queste opere fuori dai confini dell’Iran dimostra che, nonostante il modello socioeconomico sasanide si basasse sull’agricoltura, il commercio e lo scambio di manufatti artistici con i paesi confinanti o con altre corti era molto comune. Piatti ricoperti di metalli o pietre preziose venivano scambiati in Russia, nel Badakhshan e nel nord dell’Afghanistan, e la maggior parte di questi scambi avvenne nell’epoca di Cosroe I e II. Molti di questi oggetti erano copie di oggetti di epoche precedenti; dato che i Sasanidi mantennero i rapporti dei loro predecessori con varie zone dell’Eurasia, questi contenitori di argento erano spesso doni prodotti per gli omologhi di altri regni, utilizzati per conquistare il loro favore. Si trattava di coppe, vasi, calici, dalla bocca ovale o tonda, liscio o lavorati, recipienti per profumi e talora anche piccole figure animali, spesso cavalli. L’apice di questo genere di oggettistica venne toccato nel III e nel IV secolo.

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Questi oggetti venivano prodotti in modo tale che ciascun elemento decorativo era fabbricato a parte, rifinito e poi saldato direttamente sull’oggetto (coppa, vaso, piatto ecc.). È, questa, una procedura tipica dell’Iran, sconosciuta in Grecia e a Roma. Il più antico esemplare conosciuto di questo genere di oggetti è la grande coppa di Ziwiyeh.

 

 

 

 

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