Feb 14, 2023 08:49 CET

Cari amici, vi presento un altro appuntamento con l'arte iraniana, dai tempi della grande Persia fino ad oggi. In questo programma parleremo dell'arte metalli e vetri.

Ma tornando  ai piatti e alle coppe d’argento. All’interno della base di una coppa si vede Piruz Shah su una cavallo al galoppo, che lancia frecce contro le gazzelle in fuga. La scena ritrae due gazzelle, uno stambecco e due cinghiali che fuggono terrorizzati. La decorazione non è particolarmente bene eseguita e il re e il cavallo hanno uno stile differente.Una coppa con la figura della fenice sasanide (simorgh) è stata trovata in India e oggi si trova al British Muesum. A Baltimora, invece, si trova una coppa con l’immagine di un leone alato, le cui parti lisce sono decorate in oro, e con rilievi molto semplici che tuttavia non hanno la raffinatezza della coppa con la fenice.La caraffa alta 26 cm. trovata a Kalardasht, oggi al Museo Archeologico di Tehran, ha su entrambe le parti la figura di una danzatrice che si muove concitatamente. Da una parte una delle danzatrici ha un volatile appoggiato sul braccio e un cucciolo di sciacallo nell’altra, mentre un altro uccello si scorge ai suoi piedi,insieme a un altro animale che sembra uno sciacallo addormentato. Dall’altra parte della caraffa la danzatrice ha in mano una specie di tirso, mentre nell’altra un piatto riempito di qualcosa che sembrerebbe essere frutta. Alla sua destra c’è una piccola volpe (o uno sciacallo) e a sinistra un fagiano. Alla base, in un cerchio formato da rilievi semisferici, è incorniciato un drago iranico, mentre sui tre lati dell’immagine, sotto i piedi delle danzatrici, si vede la testa di un leone la cui bocca forma di fatto un’apertura sulla caraffa.  Negli angoli formati dall’incontro degli archi ci sono dei piccoli musici impegnati a suonare il tar; gli abiti delle danzatrici non sono iranici, così come il copricapo. O. M. Dalton, in The Treasure of the Oxus, descrive una coppa simile a questa, suggerendo che tali oggetti forati servissero chiarificare il primo vino dell’anno, e che fossero probabilmente destinati all’esportazione. Secondo André Godard, le immagini dionisiache di donne danzanti ed ebbre, i ramo di tirso, gli animali e i musici sono senza dubbio elementi evocativi dei baccanali che si diffusero, dopo le conquiste di Alessandro, fino in India. Le danzatrici che ballano nel mezzo di arabeschi che ricordano intrecci di vite, i loro ornamenti e acconciature, sembrano indicare un’influenza esterna, oppure una deliberata scelta stilistica utilizzata per vendere gli oggetti in altri paesi. La coppa di Sari, oggi a Tehran, è d’oro ed ha decorazioni in argento sulla superficie.

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Un’altra coppa, che si trova alla biblioteca nazionale di Parigi, ed ha un’apertura a forma di becco d’uccello. Su di essa ci sono le immagini di due leoni in posizione incrociata, con le rispettive teste ricolte l’una verso l’altra. I leoni hanno una stella a otto punte sulla spalla, cosa che rivela una stretta parentela con le immagini dei leoni del tesoro di Ziwiyeh. Alla luce di questo, è probabile che il luogo di produzione sia l’Iran occidentale, in una regione settentrionale degli Zagros. Su entrambi i lati dei leoni si trova un albero, molto simile a quello raffigurato a Taq-e Bostan, quindi anche alle palme ornamentali del tesoro di Ziwiyeh e delle coppe di Hasanlu e Kalardasht. In questo caso, possiamo apprezzare la continuità di elementi artistici e stilemi iranici nel corso delle varie epoche.

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In una collezione privata è conservata la gamba di un trono che ha la forma di una zampa anteriore di un leone-aquila. Si direbbe che l’oggetto sia stato fuso separatamente e poi montato sul trono, per poi essere decorato e lavorato adeguatamente. Al Louvre è conservata una testa di cavallo ritrovata nei pressi di Kerman. L’oggetto è d’argento, e sulla superficie ci sono decorazioni in oro, compresi i paramenti, che sono saldati sulla superficie d’argento. La testa è alta 14 cm. e lunga 20, ha le orecchie che sporgono in avanti e l’espressione sembra quella di un cavallo al galoppo; si tratta con ogni probabilità di un elemento che faceva parte del trono di un sovrano.

 

 

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