Nov 25, 2023 06:48 CET

Amici ascoltatori come sapete il leader supremo della rivoluzione islamica,l'Ayatollah Seyyed Alì Khamenei ogni anno sceglie uno slogan e un titolo per il nuovo anno.

Quest'anno per il 1402 la Guida suprema ha lanciato il titolo "Controllo dell'inflazione e crescita della produzione" come il traguardo da raggiungere per l'anno 1402 secondo il calendario iraniano. Ecco a voi la prima parte di questo programma a puntate.

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Uno dei problemi più importanti dell'economia iraniana, dal punto di vista del leader supremo della rivoluzione islamica, è la volontà estrema di Stato di governare e gestire ogni singola cosa. Nei primi anni dopo la guerra imposta del 1980, la strategia di nazionalizzazione dell'economia è stata intrapresa per creare giustizia economica, ma è stato trascurato un altro elemento molto importante, ovvero che l'altro lato dell'intensificazione della nazionalizzazione è il congelamento delle capacità e la sana rivalità economiche pubbliche e private. Si sperava che questo problema potesse essere risolto con la promulgazione delle politiche economiche dell'articolo 44 all'inizio degli anni 2000, ma la mancanza di attenzione alle difficoltà esecutive fece sì che una parte importante dell'economia nazionale diventasse un'economia quasi statale.Secondo le statistiche, la quota del governo dell'economia iraniana è stimata fino all'80% dell'economia del Paese e più della metà delle società economiche esistenti nel paese sono di proprietà statale il restante 20% è in qualche modo legato al governo.Il ruolo del governo nell'economia non è un complemento al settore privato, ma un sostituente e un concorrente del settore privato, un concorrente molto anzi troppo potente.

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Il leader della rivoluzione il primo giorno di aprile di quest'anno nel raduno di pellegrini radunati nel santo Mausoleo di Imam Reza, sia lodato dal Signore, ha espresso la propria preoccupazione in merito al problema più importante del Paese, il quale consiste nel fatto che il punto debole della nostra economia è il forte dominio del Governo e l'estrema imprenditorialità nata dalle politiche economiche degli anni 70-80: "Il risultato di questo eccesso è il ritiro delle persone dalle grandi attività generatrici di ricchezza. Sono questi problemi economici che si trovano alla radice dei problemi che vediamo oggi nel Paese”.Narratore:La dipendenza dalle esportazioni di greggio è un altra macchia nera dell'economia iraniana. Nel nostro Paese, a causa del facile accesso del governo alle entrate petrolifere, non è stato fatto alcuno sforzo serio per istituire un solido sistema fiscale che possa fornire entrate sufficienti per adempiere ai doveri del governo. Per anni il bilancio del governo è dipeso dalla vendita di petrolio. Ciò significa che la ricchezza data da Dio nel bilancio viene sprecata per le spese correnti.

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La dipendenza dalle entrate petrolifere è stata la fonte di molti problemi nella macroeconomia. Negli ultimi decenni il petrolio è stato sempre una panacea per il bilancio del governo. Compensare le risorse dei progetti di costruzione, pagare i sussidi, far fronte alle spese correnti come gli stipendi dei dipendenti, ecc., sono stati i titoli per i quali il petrolio è stato utilizzato per coprire il loro deficit di bilancio. Tuttavia, poiché questa merce è un capitale intergenerazionale, è ovviamente sbagliato venderla per scopi correnti o non patrimoniali.I proventi del petrolio costituiscono ancora una parte importante del reddito del paese. In primo luogo, questo reddito è un prodotto unico e deriva dalla vendita di beni strumentali del paese e, in secondo luogo, risente dell'operato e dalle decisioni dei paesi ostili, di cui l'embargo sull'acquisto di petrolio iraniano da parte dell'Unione europea è un esempio eclatante. E quando questa decisione è accompagnata da sanzioni finanziarie, diventa praticamente difficile ricevere entrate dalla vendita di quella quantità di petrolio ad altri paesi. Pertanto, la dipendenza del bilancio del paese da questa quantità di entrate petrolifere è un'importante debolezza dell'economia iraniana.

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