Fantatismo: il falso volto dell’Islam (26)
Amici come ben ricorderete vi abbiamo spiegato che la fede islamica vieta di condurre la guerra santa contro altri musulmani o di ucciderli senza un motivo valido e giustificato; i seguaci della falsa setta del Wahabbismo però hanno trovato coi “takfiriti” l’alleanza ideale e il mezzo adatto per combattere tutti i paesi musulmani che non si adeguano alla loro corrotta e radicale ideologia.
E siccome le ricche famiglie reali saudite sono wahabite e alleate agli interessi degli USA e di Israele, è logico che esse monopolizzino questo movimento per farne uno strumento politico e un mezzo militare al loro servizio.
Il takfirismo è un'ideologia deviata che considerava miscredente tutta la società mussulmana e definiva eretici tutti i mussulmani che non condividevano il suo punto di vista. Così l’assassinio di questi ultimiveniva considerato Halal (lecito).
“Takfīr” deriva dalla parola araba kafir (miscredente), ed è qualificata come "miscredenza assoluta, infedeltà o impurità massima" da parte di un eventuale autorevole consenso di dotti musulmani, tale da non poter più accettare come vero "credente".
I takfīri sono infatti una violenta e deviata setta sorta dal grembo del salafismo e wahabbismo e rappresenta una forma dell’estremismo.
Però a dare origine a tale ideologia estremista furono i kharigiti(fuoriusciti) che dichiararono formalmente il loro distacco da altri musulmani all'epoca dell’imamato di Ali ibn Abi Ṭalib, considerato da loro il quarto califfo. Il kharigismo fu nato nel seno della comunità islamica, nemmeno 30 anni dopo la scomparsa del profeta Muhammad(as).
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L’anno 10 dopo l’Egira, l’Inviato di Dio (as) compì il suo pellegrinaggio d’addio. Durante il viaggio di ritorno, egli fece fermare tutte le carovane presso lo stagno di Ghadir Khum. Là pronunciò un sermone ove, innalzando la mano di Ali innanzi alla folla, disse: “Chi ha me come mawla, ora abbia ‘Ali come mawla!”
Dopo la dipartita del Profeta (as), le cose non andarono come avrebbero dovuto. Mentre Ali (as) era impegnato nelle pratiche funerarie per l’Inviato d’Iddio (S), un gruppo di persone si era ritirato in disparte nominando infine Abu Bakr come nuovo califfo della comunità Islamica. Ali , per l’interesse della Comunità, non si sollevò in rivolta e tacque pubblicamente sull’argomento. Abu Bakr nominò personalmente ‘Umar ibn al-Khattab come suo successore. E poi ‘Uthman ibn al-‘Affan venne eletto come il terzo califfo.
In questo periodo, egli non prese parte alle attività politiche dei tre califfi che lo precedettero. Uthman non fu in grado di ben gestire il suo governo e attirò contro di sé molte inimicizie. Gli ultimi sei anni del regno di Uthman sono stati segnati dalla ribellione. Ali cercò di aiutarlo esortandolo a scusarsi pubblicamente, cosa che fece ma che non gli consentì di rimediare al danno ormai fatto. I ribelli dai pensieri radicali, i quali divennero poi nota come i Kharijiti chiesero ad Uthman di dimettersi dal suo incarico di califfo, e molti dei suoi compagni gli consigliarono di farlo. Ali vedendo l’infuria dei rivoltosi inviò i suoi figli (Hassan e Hussain) per difendere Uthman a casa sua però lui rifiutò il loro aiuto. I ribelli così fecero irruzione nella casa di Uthman, e lo assassinarono.
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A questo punto le genti non videro nessuno migliore di ‘Ali Ibn Abitalib che, con i propri principi di giustizia, potesse riportare un’atmosfera di serenità nella Comunità Islamica. Inizialmente, Ali (A) non accettò ma, su insistenza della popolazione, assunse infine l’incarico.
La prima cosa che fece Ali dopo essere stato scelto come califfo fu quella di rinominare gli emiri dei territori Islamici. L’Imam infatti voleva che questi fossero tutti uomini umili e religiosi che si preservavano dal peccato. Mu’awiyah, emiro dello Sham che venne nominato da ‘Umar ibn al-Khattab, vedendo la propria autorità minacciata, rifiutò di giurare fedeltà al nuovo califfo.
Muʿāwiya b. Abī Sufyān decise immediatamente di affrontarlo. Nel conflitto, comunque, l’esercito dell’Imam sembrava avere avuto ancora una volta la meglio e, giunto ormai davanti all’ultima postazione ove risiedevano Mu’awiayh e ‘Amr, era pronto per la battaglia finale. A questo punto, con una mossa molto astuta, i pochi uomini rimasti di Mu’awiayh sollevarono alcune copie del sacro Corano dicendo che soltanto Iddio avrebbe dovuto decidere l’esisto della battaglia.