Gen 09, 2017 14:48 CET
  • Meraviglie dell'Iran (49): le bellezze della citta' di Ardebil + IMMAGINI

Salve signore e signori, salite subito sul nostro tappeto volante perchè oggi vogliamo iniziare il nostro viaggio in una nuova regione del bellissimo Iran. Si tratta della citta' di Arbebil, non mancate!

Tra le montagne di Talesh e Sabalan e nel bel mezzo di un'ampia pianura, sorge la storica città che da' nome all’intera regione di cui vi parliamo, la città di Ardebil. Una città con tanta acqua, con l’aria fresca e pulita, con un terreno meravigliosamente e straordinariamente fertile.

 

Un paesaggio vicino alla citta' di Ardebil

 

L’atmosfera odierna della città spiega benissimo l’origine del suo nome; Ardebil deriva dall’antico persiano usato nei testi zoroastriani; e’ una parola composta da “Arta”, ovvero “sacro” e “Vil” ossia città. In altre parole Arta Vil o l’odierna Ardebil significa “Città Sacra”. La spiegazione sul nome della città si trova nel libro “Hodud al Alam” (I limiti del mondo), scritto nel quarto secolo dell’egira.

Basandosi sulla tavolette di terracotta del periodo sumero, nella quale viene citato l’antico nome della città, Ardebil è nata 5 mila anni fà. Non a caso oggi è la seconda maggiore città nella zona dell’Azerbaijan iraniano. Altri archeologi invece, sulla base di altri documenti, ritengono che le prime case nel luogo della città attuale vennero costruite 6 mila anni fà. È arcinota anche un’altra ricerca che basandosi su alcuni graffiti spiega che la presenza umana in questa zona risale a 40 mila anni fà.

Per passare alla storia più recente possiamo dire che dopo la conquista islamica della Persia, Ardebil fu a lungo il capoluogo di provincia ed il centro della grande zona dell’Azerbaijan. Nel 1120 però venne aggredita e distrutta dai mongoli. Nel 16esimo secolo cristiano la salita al potere dei Safavidi, che erano proprio originari di questa città, fece rinascere il centro e diede ad esso importanza politica ed economica considerevole. La città divenne soprattutto un centro commerciale importante, perchè sulla via delle merci che dall’Iran raggiungevano l’Europa. Nella città vennero costruiti importanti edifici come il mausoleo dello sceicco Safieddin Ardebilì, appunto capostipite della dinastia Safavide. Nel periodo delle ultime due dinastie reali iraniane la città perse la sua tradizionale importanza, che ha riascquistato dopo la vittoria della rivoluzione islamica. Nel 1993,  il governo iraniano riconoscendone ancor di più l’importanza l’ha divisa dalla regione dell’Azerbaijan approvando la formazione della nuova regione di Ardebil.

Sceicco Safieddin

 

Poco fà vi abbiamo parlato del mausoleo dello sceicco Safieddin Ardebilì. È bene sapere che questo sceicco, gnostico e dotto religioso molto famoso, era il capostipite di tutti i re della dinastia Safavide che sono propriamente considerati i fondatori dell’Iran moderno. Il complesso del mausoleo, oggi registrato dall’UNESCO nella lista del patrimonio culturale mondiale, è un raro agglomerato di edifici ad uso religioso costruiti in diversi periodi da diversi re. Il re Tahmasb iniziò a completare il mausoleo costruito modestamente nel 14esimo secolo. Poi aggiunse ad esso altri monumenti e palazzi Sha Abbas primo e così tutti i suoi discendenti. Visto che poi anche alcuni re vennero sepolti in questo complesso la bellezza di questo è davvero unica ed è un insieme favoloso di arte, architettura e ingegneria islamica. Il portone d’ingresso, le sale funebri, le cupole, le sale per la preghiera, i minareti, i portici, gli spazi riservati alle donne, le sale con i vassoi per ospitare i visitatori ed i pellegrini…

Insomma è un luogo da vedere che noi cercheremo di descrivere. L’edificio principale del mausoleo dello sceicco Safieddin Ardebilì è a forma di cilindro ed è come se fosse una torre con una cupola su di essa.

 

La cupola del mausoleo dello sceicco Safieddin

 

La cupola ha il nome di “Allah, Allah” visto che è coperta con questa scritta incisa su piastrine blu che ricoprono un fondo marrone. Numerose e violente scosse hanno finora colpito Ardebil distruggendo anche palazzi modernissimi ma l’architettura dell’edificio è davvero “incredibile” e nemmeno le scosse più violente ne hanno intaccato la struttura; è un particolare che non può essere casuale e dimostra la buona conoscenza che gli architetti del tempo avevano su alcuni criteri dell’ingegneria civile. Un’altra parte importante del complesso viene detta “Qandil Khane” (Casa o camera delle Stallattitti) detta anche “Dar al Hafez” (Casa o camera della memorizzazione) ed è il luogo dove veniva insegnata la lettura e l’interpretazione del Corano. È un salone di 11.5 metri per 6. L’edifico è a due piani ed al secondo piano di esso vi è lo spazio dedicato alle donne. Le pareti della sala hanno le più belle decorazioni con lo stucco e con parti dorate e disegni di fiori e piante.

Il tappeto di Ardebil

 

Nel 16esimo secolo cristiano re Tahmasb ordinò la tessitura di un tappeto per questo edificio ed ordinò che i disegni del tappeto venissero riporodotti con l’oro sulle pareti. Questo tappeto rimase nella sala fino al 19esimo secolo ma sotto la dinastia dei re Qajar venne trafugato da un inglese che lo portò via ed oggi, questo tappeto, ‘il tappeto di Ardebil” è conservato al museo Victoria Albert Hall di Londra ed è considerato il più prezioso tappeto dell’era Safavide. Questo tappeto ha 33 milioni di nodi, ed una dimensione di 11 metri per 5 ed ha un disegno unico al mondo, ovvero mai più realizzato in alcun tappeto.

La Cini Khane' 

 

Un’altra parte importante di questo complesso è detta “Cini Khane”. È una delle sale più belle che i Safavidi abbiano costruito. Le pareti di questa sale sono abbellite con arti fini, disegni, lavorazioni d’oro. Nella sala sono conservati 1256 vasi che sono stati regalati dall’imperatore cinese al re Abbas come riconoscimento per aver riattivato l’antica via della seta. Questo luogo oggi è un museo e vi sono anche manoscritti originali del Corano, oggetti ed utensili del periodo islamico ed anche pre-islamico dell’Iran ed ogni anno molti visitatori entusiasti, si recano in questo luogo per visitarlo.

A cura di Davood Abbasi

 

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