Gen 12, 2016 21:30 CET
  • Wahabbismo
    Wahabbismo

All'inizio del XIX secolo d.c l'emirato militante saudita utilizzando una catena di sanguinose aggressioni invase le tre città importanti dell’Hijaz: Mecca, Medina e Taif.

All'inizio del XIX secolo d.c l'emirato militante saudita utilizzando una catena di sanguinose aggressioni invase le tre città importanti dell’Hijaz: Mecca, Medina e Taif.

  L’esercito dei sauditi come la prima tappa marciò verso Ta'if, l'assediò e massacrò tutti, uomini, donne e bambini, perchè rifiutavano di accettare il loro credo inventato. I Meccani, terrorizzati dall'idea che qualcosa di simile al massacro di Ta'if succedesse loro, si arresero e cedettero le chiavi della città agli invasori nel 1806 d.C. . Gli invasori rimasero alla Mecca, forzando la gente ad accettare il loro credo ed a rinnovare il loro Islam.

Ayyub Sabri Pasha, scrittore e studioso ottomano in un suo libro scritto su Wahabbismo affermò:“Abdul Aziz, nel suo primo discorso tentuto dopo l’ascesa al trono ai capi delle tribù wahabite disse che tutte le tribù e città dell’Hijaz andavano invase e che l'errato credo della maggioranza dei musulmani andava corretto e per raggiungere questo obiettivo gli ulema che seguivano Ahl as-Sunna dovevano essere cancellati dalla faccia della Terra...”

Dopo aver conquistato la Mecca i seguaci di Ibn Wahab sgozzarono senza pietà gli ulema e studiosi di Ahl-as Sunna che rifiutavano di accettare la loro falsa ideologia e considerava il Profeta (as) un intercessore; essi impiccarono pure anche i nobili e ricchi della città senza alcuna colpa.

I wahabiti poi entrarono in Medina e dissacrarono al-Baqi, così come ogni moschea che trovarono. Fecero anche un tentativo di demolizione della tomba del Profeta (as), ma per qualche motivo abbandonarono l’idea. Dopo aver conquistato Medina violentarono le donne, vendettero i bambini come schiavi e massacrarono brutalmetne anche gli uomini. Durante gli anni successivi, ai musulmani dall’Iraq, Siria ed Egitto venne proibito di entrare alla Mecca per l’Hajj. Il re al-Saud stabilì una pre-condizione secondo la quale chi desiderava compiere il Pellegrinaggio avrebbe dovuto accettare il wahabismo altrimenti sarebbero stati considerati come miscredenti e quindi impossibilitato ad entrare nell’Haram. Al-Baqi venne raso al suolo, senza segni su sepolture o tombe particolari. Numerosi musulmani fuggirono da Mecca e Medina per salvare le loro vite e sfuggire dalle pressioni e persecuzioni per mano dei wahabiti.

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Le forze di Saud ibn Abdul Aziz dopo la conquista della Mecca e Medina per prendere il controllo di tutto l’Hijaz attaccarono ancora altre città arabe tra cui quella portuale di Jeddah. Ibn Boshr, lo storico arabo nel suo libro “la Storia Najdi” parlando al riguardo scrisse:” I sauditi rimasero per 20 giorni alla Mecca poi marciarono verso Jeddah e la assediarono. Però il governatore di Jeddah con i colpi di cannone spinse indietro le truppe wahabite. Dopo questa sconfitta i sauditi decisero di tornare a Najd perchè vennero informati che una granda armata dall’Iran aveva attaccato il loro territorio. Così i meccani colsero l’occasione e Sharif Ghalib, il sovrano fuggitivo della Mecca con l’aiuto e sostengo dell’emiro di Jeddah formò un esercito e sconfisse le truppe di Ibn wahab riconquistando la Mecca. Ma due anni dopo essi marciarono nuovamente su Mecca la assediarono. Dopo averla conquistata, per vendetta uccisero molte persone indifese. molti donne e bambini morirono di fame. I sauditi chiusero le porte della città e chiunque tentava di fuggire veniva ucciso”.

I seguaci di Ibn Wahab dopo aver ripreso il controllo del sacro recinto della Mecca impedirono di nuovo ai pellegrini dall'Egitto e dalla Siria e dall’Iraq di compiere il pellegrinaggio.

I Musulmani di tutto il mondo denunciarono la ferocia saudita ed esortarono il califfato dell’impero Ottomano a salvare i luoghi sacri dalla distruzione totale.

Qualche tempo dopo l'ordine fu dato dal Sultano Ottomano a Muhammad 'Ali Pasha, governatore dell'Egitto, di combattere i sauditi e di espellerli dalle due Città Sacre. Egli riunì da tutto il mondo islamico un esercito molto potente che riconquistò Medina, poi Mecca ed alla fine Ta'if. Non ancora soddisfatto, Muhammad 'Ali Pasha, riunì un altro esercito sotto il comando di suo figlio Ibrahim Pasha e lo inviò a distruggere la loro roccaforte nel Nejd, base del potere wahhabita. Egli arrivò a Diriya e combattè contro l'Emiro di Dariya, Abdullah bin Sa'ud. Dopo una campagna assai difficile, l'esercito egiziano distrusse la Diriya nel 1818 d.c. Esso catturò l'Imam Sulayman, nipote di Muhammad ibn Abd al-Wahhab, che fu fucilato, e Abd Allah b. Saud, che fu inviato al Sultano ottomano Mahmud II. Questi lo fece decapitare ed espose il suo cadavere sulla piazza pubblica a Istanbul. Ma certi membri della famiglia di Saud riuscirono a fuggire verso altre regioni della Penisola Arabica e finalmente i wahhabiti furono completamente sconfitti. L’intero mondo Islamico celebrò la vittoria con fanfare e grande esultanza.

La confusione che i wahabiti portarono nell'Islam fu così terribile da mostrare l'Islam crudele e senza pietà, avendo loro sgozzato uomini, schiavizzato bambini e donne credenti. Tutto mentre il vero islam esorto sempre tutti gli uomini alla fratellanza, amicizia e pace.