Le manifestazioni a Tel Aviv per fermare la guerra nella Striscia di Gaza
(last modified Wed, 13 Nov 2024 05:44:56 GMT )
Nov 13, 2024 06:44 Europe/Rome
  • Le manifestazioni a Tel Aviv per fermare la guerra nella Striscia di Gaza

Le proteste anti-governative a Tel Aviv, con richieste di fermare la guerra a Gaza, sono nuovamente aumentate.

Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele, ha ripreso la carica nel 2022 dopo una breve pausa, ma ha già dovuto affrontare numerose manifestazioni contro di lui e il suo governo. Già qualche mese fa Netanyahu aveva assistito a quella che viene considerata la più grande manifestazione anti-governativa nella storia di Israele. A quel tempo, l’opposizione popolare si era concentrata principalmente sulla proposta di riforma giudiziaria, che, secondo i manifestanti, avrebbe minato la separazione dei poteri, diventando il principale motivo di protesta contro Netanyahu e il suo gabinetto.

Sebbene ci si aspettava che la guerra contro Gaza potesse placare le proteste anti-governative nei territori occupati, le manifestazioni a Tel Aviv si sono riprese con maggiore forza. Persino nei decimo e undicesimo mese di conflitto, le proteste di massa contro il governo di Benjamin Netanyahu sono riemerse, coinvolgendo centinaia di migliaia di persone. Il principale motivo di queste nuove proteste è il prolungarsi del conflitto a Gaza e il sabotaggio, da parte di Netanyahu e del suo governo, dei negoziati per una tregua nonché per la liberazione dei prigionieri israeliani. Va ricordato che la questione dei prigionieri israeliani trattenuti dal movimento Hamas è diventata un ulteriore motivo di protesta contro Netanyahu.

I manifestanti e le famiglie dei prigionieri sostengono che Netanyahu e alcuni membri del suo governo non siano realmente interessati alla liberazione dei prigionieri, un punto sottolineato anche da Yoav Gallant, ex ministro della Difesa, che ha indicato questa mancanza di impegno come una delle ragioni del suo conflitto con Netanyahu e della sua successiva destituzione.

Martedì sera, Netanyahu ha licenziato Gallant, una decisione attesa da tempo che ha provocato l’indignazione dell’opposizione e delle famiglie dei prigionieri, portando migliaia di persone a manifestare per chiedere le dimissioni di Netanyahu. Dopo la destituzione di Gallant, le proteste sono aumentate, poiché è venuta meno la speranza di una rapida liberazione dei prigionieri.

La rimozione di Gallant è stata accolta positivamente dal controverso ministro della Sicurezza interna, Itamar Ben-Gvir, ma ha scatenato un’ondata di protesta contro Netanyahu. Decine di migliaia di israeliani sono scesi in piazza e le proteste continuano tuttora. I manifestanti temono che con la rimozione di Gallant verranno ridotti gli sforzi per porre fine alla guerra e per la liberazione dei prigionieri.

Durante le manifestazioni in corso, il comitato delle famiglie dei prigionieri israeliani ha dichiarato che la destituzione di Gallant è vista come un ulteriore tentativo di Netanyahu di impedire il recupero dei prigionieri. Naftali Bennett, ex primo ministro israeliano, ha pubblicato un messaggio critico, affermando: "Netanyahu è impazzito e agisce senza alcun ragionamento."

La rimozione di Gallant, quindi, ha aumentato la complessità e le tensioni politiche nei territori occupati, e ha ulteriormente allargato il divario tra il popolo e il governo di Benjamin Netanyahu.

 

 

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