Iran commemora la 'Giornata Nazionale di Ferdowsi'
(last modified Thu, 15 May 2025 03:43:31 GMT )
May 15, 2025 05:43 Europe/Rome
  • Iran commemora la 'Giornata Nazionale di Ferdowsi'

Pars Today- Oggi gli iraniani rendono omaggio ad al-Hakim Abul-Qasim Ferdowsi, il grande poeta persiano la cui “Shahnameh” è considerata come la più lunga poesia epica del mondo scritta da un singolo poeta.

Abol-Ghasem Ferdowsi Tusi, (Ṭus, 940 – Ṭus, 1020), è il maggior poeta epico della letteratura persiana medievale. Ferdowsi, è un poeta e un uomo che non ha eguali nella letturatura persiana. Per questo nel calendario ufficiale dell’Iran viene commemorato il 25 ordibehesht, il secondo mese nel calendario persiano (15 Maggio), come la giornata nazionale di Ferdowsi.

Ferdowsi, che si colloca agli inizi della letteratura persiana di epoca islamica, nacque in un villaggio presso Tus in nord-est dell Persia. Suo padre fu un ricco proprietario terriero. La sua grandiosa opera epico-letteraria chiamata Shahnameh ("Libro dei Re"), alla quale dedicò 35 anni circa della propria vita, fu in origine composta per essere presentata ai sovrani samanidi, che erano i capofila del movimento di rinascita culturale iranica dopo la conquista del paese da parte degli Arabi nel corso del VII secolo.

Quando compì 23 anni, scoprì uno “Shāhnāmeh” scritto da Abu Mansur al-Mo'ammari, che tuttavia non era in forma poetica. Era una vecchia versione commissionata da Abu Mansur ibn Abdol-Razzaq. La scoperta avvenne in un momento particolare della vita del poeta. Ferdowsi avviò la composizione del suo “Shāhnāmeh” nel 977.Nel corso della vita di Ferdowsi, la dinastia samanide fu abbattuta dall'Impero ghaznavide.

Dopo trent'anni di duro lavoro, Ferdowsi completò la scrittura del poema e, due o tre anni dopo, egli si recò a Ghazni, capitale ghaznavide, per presentarlo al Sultano. Nei testi medioevali si cita in numerosi documenti lo scarso interesse mostrato dal nuovo sovrano, il Sultano Mahmud di Ghazni, nei confronti di Ferdowsi e del suo lavoro. Secondo gli storici Mahmud aveva promesso a Ferdowsi un dīnār per ogni distico scritto nello Shahnameh (per un totale di 60.000 dinar), ma in seguito ritrattò, e gli donò appena 20.000 dirham, che avevano un valore decisamente inferiore rispetto al dīnār (ci volevano 100 dirham per fare un dīnār).

Alcuni pensano che questo tradimento fosse causato dalla gelosia e dalle invidie degli altri poeti che lavoravano alla corte reale; l'incidente così dette forza ai nemici di Ferdowsi presenti all'interno della corte stessa. Ferdowsi rifiutò il denaro e, secondo alcune fonti, lo donò ad un uomo povero che vendeva vino. Dopo aver peregrinato per un periodo nel Sistan e nel Mazandaran, egli ritornò infine a Tus, affranto ed adirato.

Lasciò un poema dedicato al sovrano, all'interno di un muro della stanza in cui aveva lavorato in tutti quegli anni. Era un lungo e rancoroso poema, più simile a un'invettiva, e finiva con le parole:

"La vendetta del Cielo non dimenticherà. Il tiranno arretrerà per le mie parole di fuoco, e tremerà per l'ira di un poeta".

 

 

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