In che modo Gaza rappresenta la continuazione della tragedia di Srebrenica?
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Pars Today – In occasione del trentesimo anniversario del genocidio di Srebrenica, il ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran ha scritto in un messaggio: «Se il mondo avesse davvero imparato qualcosa da quella tragedia, oggi non saremmo testimoni di un altro genocidio contro i musulmani, questa volta a Gaza».
(last modified 2025-07-13T06:09:25+00:00 )
Lug 13, 2025 06:44 Europe/Rome
  • In che modo Gaza rappresenta la continuazione della tragedia di Srebrenica?

Pars Today – In occasione del trentesimo anniversario del genocidio di Srebrenica, il ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran ha scritto in un messaggio: «Se il mondo avesse davvero imparato qualcosa da quella tragedia, oggi non saremmo testimoni di un altro genocidio contro i musulmani, questa volta a Gaza».

Questa breve frase di Seyed Abbas Araghchi contiene la verità più amara del nostro tempo: una verità che mostra non solo come la memoria storica del mondo sia selettiva, ma anche come la volontà politica dominante abbia reso possibile la ripetizione di quegli stessi crimini, ancora e ancora. Araghchi, proseguendo, ha fatto riferimento alla decisione delle Nazioni Unite di designare l'11 luglio come "Giornata internazionale del ricordo del genocidio di Srebrenica", definendo questa data come “un ricordo vergognoso per coloro che o furono complici di quel crimine orribile, o con il loro silenzio spianarono la strada al massacro di migliaia di musulmani innocenti”. L’11 luglio 1995, la guerra in Bosnia aveva raggiunto il suo apice di violenza. La città di Srebrenica, dichiarata dalle Nazioni Unite come “zona di sicurezza” per i civili musulmani, cadde nelle mani dei paramilitari razzisti serbo-bosniaci sotto il comando di Ratko Mladic. Circa duemila di questi miliziani, assassini e razzisti, sotto gli occhi indifferenti del mondo e alla presenza dei caschi blu olandesi dell’ONU, separarono sistematicamente più di 8.000 uomini e ragazzi musulmani bosniaci dalle loro famiglie, solo per la loro appartenenza etnica e religiosa, li deportarono in campi temporanei e li giustiziarono in massa. Il massacro fu talmente accurato e organizzato che persino le fosse comuni furono più volte spostate per nascondere la verità. I governi occidentali, inclusi gli Stati Uniti, pur conoscendo l’intenzione dei serbi di compiere un genocidio, non solo non fecero nulla per impedirlo, ma con il loro silenzio ne furono di fatto complici. Durante la guerra in Bosnia, dal 1992 al 1995, i serbi razzisti massacrarono brutalmente più di 100.000 persone. Più di due milioni furono costrette ad abbandonare le proprie case e circa 50.000 donne e ragazze furono vittime di stupri di massa nei campi.

Nel 1995, Kofi Annan, allora Segretario generale delle Nazioni Unite, dopo la tragedia di Srebrenica, dichiarò:” È stata una sconfitta per la comunità internazionale”. Oggi, António Guterres si trova nella posizione di guida di quella stessa ONU che ha visto fallire nove risoluzioni di cessate il fuoco per Gaza a causa del veto degli Stati Uniti. Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, il 93% dei bambini di Gaza è in stato di crisi alimentare: un dato che ricorda l’assedio di Srebrenica. Ciò che ha trasformato Srebrenica in un evento di portata globale non è stata solo la vastità della tragedia, ma la passività e l’inazione delle strutture internazionali, influenzate dai governi occidentali, di fronte a essa. Quell’inazione oggi si ripete a Gaza, in modo ancora più palese e dettagliato.

L’uso della fame come arma di guerra, gli sfollamenti forzati, le punizioni collettive e gli attacchi deliberati contro i civili sono tutti atti riconosciuti come genocidio secondo la Convenzione del 1948. Nel gennaio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha ufficialmente avvertito della possibilità di un genocidio a Gaza e ha imposto a Israele l’obbligo di adottare misure preventive. Tuttavia, anche questo verdetto, come gli avvertimenti precedenti su Srebrenica, non è stato preso sul serio. Al contrario, i governi occidentali, con l’invio di armi, la narrazione mediatica e il sostegno diplomatico, hanno di fatto contribuito al proseguimento del crimine. La verità è che il genocidio non è solo una tragedia umanitaria, ma il simbolo del crollo morale di un ordine internazionale che non rispetta più i diritti umani, ignora la giustizia e non crede più nemmeno nella responsabilità di proteggere i civili. Le vittime di Srebrenica furono tradite da false promesse di sicurezza. Oggi, Gaza viene distrutta dalle false promesse di una “soluzione a due Stati”.

Srebrenica è diventata il simbolo della totale passività delle potenze mondiali di fronte a un tragico genocidio di massa. Ma Gaza sta diventando il simbolo della complicità moderna in un genocidio. La differenza principale è che, in Bosnia, dopo la fine della guerra, l’Occidente intervenne per ricostruire, istituire tribunali, identificare le fosse comuni e raccogliere le testimonianze delle vittime. Ma a Gaza, persino la compassione per le vittime viene considerata un crimine nelle capitali occidentali. Anche solo pronunciare la parola “genocidio” viene bollato come antiebraismo, e chiedere la fine dei crimini viene interpretato come sostegno al terrorismo. I governi occidentali, che si dichiaranodifensori dei diritti umani, non restano indifferenti davanti a un genocidio nascosto, ma davanti a una tragedia palese e dichiarata. I bambini di Gaza bruciano vivi sotto le bombe, un popolo viene espulso dalla propria terra, e con loro scompaiono insieme i confini della geografia, dell’umanità e della legge.