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Il Vero Islam dell'Hojjatulislam Mohammad Hadi Abdekhoda’i Una riflessione su cosa sia l'Islam e sulla necessità di seguire i puri Imam dell'Ahlul Bayt (as)
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Gen 31, 2019 18:51 Europe/Rome
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Il Vero Islam dell'Hojjatulislam Mohammad Hadi Abdekhoda’i Una riflessione su cosa sia l'Islam e sulla necessità di seguire i puri Imam dell'Ahlul Bayt (as)

La Shi’a è l’Islam puro che è stato espresso attraverso la Famiglia del Profeta. Il termine Shi’a deriva dal glorioso Corano e il fondatore della Shi’a fu lo stesso Nobile Profeta (S).

Il Glorioso Corano dopo aver esposto la vita di Noè (a.s.), presenta Abramo (a.s.) “diletto di Dio” fra i suoi seguaci e continuatori, recitando: “E in verità, uno dei suoi shi’iti è Abramo”(37:83).

E il Nobile Profeta (S), riferendosi ai seguaci di ‘Ali, disse: “gli shi’iti di ‘Ali sono felici e prosperi” e in molte occasioni, quando era in vita, dall’inizio della sua missione profetica fino al termine di essa, presentò ‘Ali ibn Abi Talib (a.s.) in qualità di suo successore, di Imam, di Guida (Waly al-‘Amr, “Tutore e governatore degli affari pubblici della Comunità”) dei Musulmani dopo di lui e definì la Famiglia di ‘Ali e la sua discendenza come Arca della Salvezza, raccomandando la loro obbedienza e quella del Sacro Corano.

Esistono molteplici punti di vista riguardo alla successione del Nobile Profeta (S). Alcuni sostengono che il grado di Imam e successore del Nobile Profeta sia un grado così elevato che deve essere espresso esplicitamente da parte di Dio Altissimo; altri sostengono che il successore del Profeta deve essere scelto dalla gente. La prima convinzione costituisce la base su cui poggia la fede shi’ita, mentre la seconda appartiene ai Sunniti.

La Shi’a afferma che, così come il Profeta (S) fu prescelto da Dio, anche il suo successore, Imam della Comunità, deve essere eletto da Dio e addirittura che lo stesso Profeta (S) a questo proposito poté solo esprimere e divulgare l’Ordine Divino. Analogamente, Dio Altissimo prescelse e incaricò Abramo (a.s.) in qualità di Guida, Talut del governo, e Aronne in qualità di vicario di Mosé (a.s.).

Anche in precedenza il vicario e successore veniva proclamato tramite i Profeti, come il Nobile Mosè (a.s.) proclamò suo fratello Aronne (a.s.) e il Nobile Gesù (a.s.) prescelse gli Apostoli.

E’ razionalmente chiaro che se il direttore di un istituto scolastico o di un ufficio si assentano per qualche giorno, nomineranno qualcuno per la gestione degli affari, affinché, assumendo l’incarico della direzione, possa rispondere ai richiedenti.

Avendo presente tale argomento razionale e metodo ragionevole, non è possibile immaginare che il Nobile Profeta (S) al momento della sua scomparsa abbia lasciato la moltitudine dei suoi seguaci a se stessi senza provvedere a determinare la loro situazione.

Una maggiore attenzione alla peculiarità dell’Islam e alle condizioni esistenti all’epoca della scomparsa del Nobile Profeta (S) chiarirà ulteriormente la questione della necessità della successione:

- l’Islam è una religione perfetta che provvede alla totalità dei problemi connessi alla vita e alla prosperità del genere umano, priva di qualsiasi manchevolezza e lacuna; dice Dio Altissimo nel Sacro Corano riguardo alla perfezione della religione: “Oggi ho perfezionato per voi la vostra religione”(5:3); il governo e l’amministrazione della società, cui questa cara religione presta grande attenzione, è uno dei problemi sociali più importanti, come si deduce dal numero consistente di versetti coranici che riguardano il problema della tutela e del governo degli affari pubblici dei Musulmani;

- il Nobile Profeta (S) non era solo una guida morale e spirituale, ma il fondatore di una religione e di uno stato potente, che estese il proprio governo, al tempo in cui era in vita, su un’ampia porzione della terra, ed inviò governatori in province lontane dal centro, facendo gradualmente tremare sovrani e monarchi dei paesi limitrofi.

- Il Nobile Profeta (S) conferiva grande importanza alla questione dell’amministrazione del paese, e in particolare alla sua direzione; non trascurava mai l’argomento, e nel corso della sua esistenza, se doveva partire anche solo qualche giorno per un viaggio, nominava sicuramente un vicario, come è stato registrato più volte nella biografia del Nobile Profeta (S); se inviava una schiera al fronte, ne nominava il comandante e, qualora ritenesse probabile il suo martirio, ne prevedeva e nominava sicuramente il successore;

- Il Nobile Profeta (S) percepiva bene l’esistenza fra i Musulmani di elementi votati all’ipocrisia, poiché i versetti coranici che indicano l’esistenza di ipocriti si riferiscono a costoro, e sapeva anche che ai limiti dei territori islamici vi erano due potenti governi il cui costante scopo era distruggere il rito e l’ordine islamici;

Il Profeta di Dio (S) aveva a cuore la continuazione della via da lui tracciata, e non riteneva che ogni cosa giungesse a termine con la sua morte, sperava invece che il rito e l’ordine che aveva fondato rimanessero saldi anche dopo di lui; negli ultimi giorni di vita equipaggiò un esercito sotto la guida di Osama per fronteggiare il nemico lungo i confini e, nonostante la malattia che lo affliggeva, insisté affinché l’esercito partisse; anche il Glorioso Corano pone l’accento sulla continuazione della via tracciata dal Nobile Profeta (S) e sull’eternità della sua religione.

Ora, considerando le osservazioni sopra esposte ed altre questioni, è possibile che il Nobile Profeta (S) al momento della sua scomparsa abbia lasciato le folte fila dei suoi seguaci in preda alla sedizione ed ai problemi senza provvedere alla loro situazione?

E’ possibile che dopo ventitré anni di impegno e sofferenze per la religione e per il governo islamico abbia lasciato per sempre la nazione senza un tutore, quindi senza nominare un successore?

Non è un’offesa all’intelligenza e al pensiero del Nobile Profeta (S) ritenere che questi non fosse nemmeno al livello del direttore di una scuola elementare o di un ufficio?

Questo genere di supposizioni non sono forse in contrasto con la Tradizione ed il metodo del Nobile Profeta (S) e degli altri Profeti di Dio?

Tutto questo non è incompatibile con la saggezza e la benevolenza divine, considerato che Dio Altissimo ha sempre guidato il suo Profeta (S), disponendo per lui i più saggi precetti e programmi?

A fianco di queste chiare motivazioni constatiamo che sono stati tramandati centinaia di detti del Nobile Profeta (S), che riferiscono del favore che egli riservava alla successione del Principe dei Credenti ‘Ali (a.s.). Purtroppo, dopo la morte del Profeta (S), vari fattori politici determinarono giustificazioni e interpretazioni (fuorvianti) degli stessi. Tali speculazioni sono peraltro possibili su ogni argomento.

Tralasciando il primo Imam, anche i successivi Imam shi’iti furono nominati dal Nobile Profeta (S) e dagli Imam predecessori. Il Nobile Profeta (S) pronunciò numerosi detti riguardo alla successione di dodici Imam dopo di lui, e ogni Imam comunicò le necessarie disposizioni e raccomandazioni concernenti il proprio successore.

E’ degno di nota il fatto che se altri avessero dovuto scegliere il successore e vicario del Nobile Profeta (S), nei detti di quest’ultimo vi sarebbero state certamente indicazioni in tal senso, e sarebbero state argomentate le prerogative degli elettori e dell’eletto.

Le imperfette leggi umane riguardo ad ogni tipo di elezione comprendono decine di articoli e postille. Come è allora possibile che nelle leggi divine, che sono le più perfette, non esista il minimo cenno a queste elezioni e alle loro condizioni? Tale argomento mostra in maniera assoluta che riguardo al vicariato del Nobile Profeta (S) la questione dell’elezione non era nemmeno presa in considerazione, ma veniva data importanza solo ai detti del Nobile Profeta (S) e alla sua designazione.

La Shi’a ritiene invero che l’elezione del califfo, successore di Muhammad, pace su di lui e sulla sua Famiglia, non sia avvenuta ad opera della generalità della popolazione, ma che alcuni individui, tra loro complici, abbiano programmato la sua designazione.

Fonte:.al-islam.org