Il significato di ‘Ashura: rappresentazioni errate e distorsioni (1a parte)
Col Nome d’Iddio, Clemente e Misericordioso La lode appartiene ad Allah, Signore dei mondi, Creatore del creato tutto, la benedizione sia sul Suo servo ed inviato, il Suo beneamato ed eletto, nostro signore, Profeta e guida, Abu-l-Qasim Muhammad, la benedizione di Allah su di lui e sulla sua pura, immacolata progenie, scevra di peccato. Mi rifugio in Allah contro Satana il lapidato.
“…Ma poiché essi {i bani Israil} ruppero il loro patto, li abbiamo maledetti e indurimmo i loro cuori, essi stravolgono il retto senso delle parole e dimenticano gran parte di quel che fu loro rivelato {la Torah}…” (Santo Corano, Sura al-Ma’ida, 5-13)
L’avvenimento storico di °Ashurà è stato deformato sia nella sua forma esteriore, sia nel suo significato. Il primo tipo di alterazione significa costruire e aggiungere parti di propria iniziativa, rendendo così oscuro il volto brillante di questo avvenimento. Purtroppo anche il significato di questo avvenimento è stato alterato e questo secondo tipo di alterazione è ben più pericoloso, ciò che ha diminuito l’influenza di questo grande avvenimento su di noi sono proprio le alterazioni di significato e non tanto quelle esteriori.
L’Alterazione di Significato
Cosa intendiamo dire con l’espressione “alterazione di significato”?
Senza aggiungere né sottrarre una sola parola del racconto, è possibile darne un’interpretazione tale che il suo significato sia l’esatto contrario della verità.
Un solo esempio sarà sufficiente ad illustrare tutto ciò. Nel momento in cui i musulmani costruirono la moschea di Medina, °Ammar ibn Yasir vi lavorò sodo, consacrando molti sforzi al proprio compito. Tra gli Aĥadīth (tradizioni) autentici ascrivibili a quell’epoca, si tramanda che il nobile Profeta (S)[1] disse:
يا عمار ! تقتلك الفئة الباغية
“O °Ammar, la fazione ribelle ti ucciderà.”
L’espressione “fazione ribelle” è di origine coranica, apparve nel versetto consacrato alle lotte intestine tra due fazioni musulmane. Essendo una delle due la ribelle, i musulmani dovrebbero allora adottare un comportamento che sia ad essa ostile, ricongiungendosi all’altra fazione.
“…e se due fazioni, tra i credenti, si combattono tra loro, mettete pace fra essi. Ma se l’una si ribellasse contro l’altra, combattete quella che di ribellione si marchi, sino a che torni alla obbedienza degli ordini di Allah.” (Santo Corano, Sura al-Hujurat, 49- 9)
La dichiarazione del nobile Profeta(S), riguardante °Ammar, gli accordò un prestigio enorme in seno alla comunità. Di modo che, al tempo della battaglia di Siffin, allorché °Ammar combatté al fianco dell’Imam °Ali (as)[2], questo fu un elemento importante a favore dell’Imam.
La gente la cui fede era debole ed incerta non si era convinta, prima della morte di °Ammar, della giustezza della sua battaglia al fianco dell’Imam contro le truppe di Mu°awiyya. Ma il giorno in cui °Ammar fu ucciso dall’armata ribelle, un grido si levò da tutte le parti, annunciando che la profezia del Profeta (S) si era realizzata.
La migliore prova, per mostrare l’ingiustizia di Mu°awiyya e dei suoi compagni, fu di mostrare che erano loro gli assassini di °Ammar, avendo qualche anno prima il Profeta (S) annunciato che egli sarebbe stato ucciso dalla fazione ribelle).
Oggi è chiaro che le truppe di Mu°awiyyah rappresentavano questa fazione, ingiusta ed iniqua, laddove l’armata dell’Imam °Ali (as) era la fazione giusta. Quindi, in maniera conforme all’ingiunzione coranica, i Musulmani dovevano ricongiungersi all’armata del Califfo col fine di combattere i ribelli.
Quest’episodio creò disordine tra le truppe di Mu°awiyyah. Fu allora che questi, usando come solito uno stratagemma, fece circolare un’interpretazione falsa dell’incidente. Certo non era possibile negare la dichiarazione del Profeta (S) riguardante °Ammar, visto che i testimoni diretti o indiretti dell’ĥadīth ammontavano al numero di circa 500 persone.
Quando i Siriani protestarono contro Mu°awiyyah, non arrivando a comprendere che potevano essere loro a rappresentare la fazione ribelle, Mu°awiyya disse loro: “Voi vi sbagliate. È vero che il Profeta aveva annunciato che °Ammar sarebbe stato ucciso da una fazione ribelle. Ma non siamo stati noi ad averlo ucciso. Fu ucciso da °Ali, che lo ha trascinato sul campo di battaglia, causando la sua perdita.”
°Amr ibni-l-‘As aveva due figli. Uno dei due era identico al padre, laddove l’altro, °Abd-Allah, era un uomo credente, e nulla spartiva col padre nella sua indole. Egli era presente quando Mu°awiyyah si espresse con questo sofisma. Disse allora: “Quali argomenti falsi! Poiché °Ammar faceva parte della fazione di °Ali, allora sarebbe stato lui ad ucciderlo?! Se così fosse, allora è stato il Profeta uccidere Hamzah, Sayyid ash-shuhada (il signore dei martiri), poiché la presenza di Hamzah sul campo di battaglia la si doveva al Profeta!”
Mu°awiyyah andò in collera e domandò ad °Amr perché permetteva a suo figlio di comportarsi in modo così maleducato.
Questo è un chiaro esempio di ciò che s’intende per deformazione di significato.
Cosa dovremmo fare, se volessimo alterare e deformare il significato degli avvenimenti storici?
Ogni avvenimento storico è, da un lato, prodotto da cause e, dall’altro, ispirato da intenzioni e finalità ben precise. La mistificazione di un avvenimento storico consiste nell’imputargli cause o motivazioni diverse dal vero.
L’avvenimento storico di Karbalà è retto, da una parte, da cause e motivazioni e, dall’altra, da finalità e intenzioni sublimi.
Noi musulmani, noi shi°iti dell’Imam Ĥusayn ibn °Ali (as), abbiamo deformato il significato di quest’avvenimento, come Mu°awiyyah ibn Abu Sufian deformò il significato dell’ĥadīth del Profeta (s) su °Ammar.
Cioè l’Imam Ĥusayn (as), scatenando la sua rivolta, aveva motivazioni e finalità ben definite, ma noi gliene abbiamo attribuito delle altre[3].
Un Movimento Sacro
Abu °Abd-Allah, l’Imam Ĥusayn (as), diede inizio ad un’insurrezione di rara grandiosità e sacralità. La sua insurrezione possiede tutte le caratteristiche di un movimento sacro ed unico nella storia del mondo. Quali sono tali caratteristiche?
La prima condizione di un movimento sacro è che non dovrà mai perseguire finalità e obiettivi personali, o riconducibili ad individui. Dovrà essere universale e interessare l’umanità intera. A volte gli individui scatenano insurrezioni per fini personali, ma a volte i loro movimenti rispondono a necessità sociali o umane, o hanno per obiettivo la ricerca della verità, l’instaurazione della giustizia, dell’uguaglianza, o del monoteismo, non sono per se stessi, in realtà essi, in questo momento, non vedono più solo se stessi, ma se stessi insieme al resto dell’umanità.
Per questo motivo coloro le cui azioni e movimenti non rispondono a motivazioni personali, ma anzi al contrario, si muovono nel senso del bene dell’umanità tutta, per la giustizia e l’uguaglianza, per l’amore dell’Unicità e della conoscenza di Allah (SwT), sono amati e onorati dalle genti. Il Profeta (S) disse: “Ĥusayn è da me, ed io sono da Ĥusayn” (Ĥusayn minni wa ana min Ĥusayn) ed allo stesso modo noi diciamo: “Ĥusayn è da noi, e noi siamo da Ĥusayn”. Ma perché diciamo ciò?
Perché, quattordici secoli fa, l’Imam Ĥusayn (as) si sollevò, per noi e per il bene dell’intera umanità. La sua insurrezione fu sacra, pura, capace di trascendere ogni utile personale.
b) La seconda condizione di un movimento sacro è l’essere ispirato da una notevole perspicacia e comprensione. Immaginiamo una società dove la gente sia ignorante, non comprenda ed abbia dimenticato il proprio scopo. Si presenta, poi, un uomo perspicace, che comprende i mali di cui la gente soffre, ed i rimedi che bisogna applicare, molto meglio di quanto questa gente stessa sia in grado di comprendere. Quest’uomo percepisce in maniera netta e chiara, distinta, che cosa si debba fare, mentre tutti gli altri sono incapaci di comprendere e di discernere, ed allora insorge. Venti, trenta, cinquanta anni dopo, la gente si sveglia e comprende solo allora gli scopi che quest’uomo perseguiva e che i loro avi non avevano compreso. Per esempio, Sayyid Jamal ud-Din Asadabadi iniziò un movimento islamico nei paesi musulmani circa un secolo fa. Quando noi oggi leggiamo di quest’uomo, ci rendiamo conto del fatto che nessuno lo aiutò. Egli aveva compreso i problemi della società musulmana, così come i rimedi necessari da apportarvi, ma la gente lo ignorava, lo scherniva e non lo sosteneva. Ora che gli anni sono passati, ci accorgiamo che aveva compreso cose che la gente dell’epoca non era stata in grado di capire. Prendiamo in considerazione solo due delle lettere che aveva scritto, una al defunto ayatollah Mirzaye Shirazi Bozorgh e l’altra a tutti gli °Ulema’ (Sapienti) dell’Iran, o le lettere che scrisse a tal sapiente di Shiraz o a quello di Mashad, possiamo così comprendere come egli avesse capito a fondo il contesto storico e la questione della colonizzazione, e volesse svegliare la popolazione. Il suo movimento fu sacro, perché intrapreso da un uomo che aveva visto la realtà, che gli altri non percepivano, al di là dalle apparenze. Il movimento dell’Imam Ĥusayn (as) fu un movimento di questo tipo. Oggi noi siamo in grado di comprendere veramente chi fu Yazid? E quale fu il suo governo? Cosa fece Mu°awiyyah? Quali fossero i piani dei Bani Umayyah? Ma i musulmani dell’epoca, diciamo all’incirca il 99% di loro, non avevano compreso la natura del potere dei Bani Umayya, visto e considerato che le notizie, all’epoca, non si diffondevano come oggi. La gente di Medina non poteva immaginare l’esistenza di una simile situazione. Ne divennero consci solo quando l’Imam Ĥusayn (as) ormai era stato ucciso. Ne rimasero scioccati, e si domandarono come una cosa simile fosse potuta accadere. Inviarono una delegazione di vari sapienti in Siria, guidata da °Abd-Allah ibn Hanzalah (il padre, Hanzalah, era conosciuto con il nome di Ghasilu-l-Mala’ikah). Compirono il viaggio da Medina sino alla corte di Yazid, in Siria, e lì finalmente capirono cosa fosse successo veramente. Di ritorno a Medina, quando gli altri li interrogarono in merito alla situazione, dissero loro: “Tutto quello che noi possiamo dirvi è che per tutto il tempo che siamo rimasti a Damasco, abbiamo temuto che le pietre ci piovessero, dal cielo, in testa {a lapidarci. N.d.T.}.”
Raccontarono loro di aver visto il califfo bere platealmente alcool, praticare giochi d’azzardo, giocare con cani e scimmie, abbandonarsi a rapporti incestuosi con le donne della sua famiglia. °Abd-Allah aveva otto figli. Proclamò agli abitanti della città: ” Io mi ribellerò, che voi vi ribelliate o meno, fossi anche solo con i miei figli.”
Egli mantenne la sua promessa e durante la rivolta di Harrah contro Yazid, perse i suoi otto figli, prima di cadere egli stesso martire. °Abd-Allah ibn Hanzalah non era minimamente conscio della situazione, due o tre anni prima, al tempo della rivolta dell’Imam Ĥusayn (as). Allora l’Imam, preparandosi a lasciare Medina, disse: “Dovremmo dire addio all’Islam se questo fosse afflitto da una guida quale Yazid”.
Ĥusayn ibn °Ali (as) doveva essere ucciso, e il mondo musulmano doveva subire uno choc per far sì che persone come °Abd-Allah ibn Hanzalah e le altre centinaia di Medina, di Kufah e degli altri luoghi aprissero gli occhi, ed arrivassero a comprendere il significato delle parole dell’Imam Ĥusayn (as).
c) La terza caratteristica di un movimento sacro è la sua natura solitaria ed isolata. È come un lampo di luce in una totale oscurità, un grido nel mondo del silenzio e un moto dove nessuno si muove. Nelle condizioni di totale repressione, dove la gente non ha alcuna possibilità di esprimersi, quando la tenebra è totale e regna la disperazione, il silenzio assoluto, l’immobilismo, ecco d’improvviso un uomo appare, e rompe questo silenzio. Egli dà vita ad un movimento che rassomiglia ad un bagliore in piena oscurità. È solo allora che gli altri si risvegliano e che, progressivamente, si mettono in marcia dietro di lui.
La rivolta dell’Imam Ĥusayn (as) non fu forse un movimento simile? Certo che lo fu. Così fu il movimento che l’Imam Ĥusayn (as) fu capace di scatenare. Ma quali furono i suoi obiettivi? Perché gli infallibili Imam (as) insistettero così tanto perché la cerimonia di lutto in memoria dell’Imam fosse sempre tenuta in vita? Perché l’Imam Ĥusayn (as) si ribellò?
Non abbiamo bisogno di andare a cercare lontano le risposte. Ĥusayn ibn °Ali (as) annunciò egli stesso le ragioni del suo movimento: “In verità, non mi ribellai per commettere degli errori, né tanto meno per spirito di avventuriero, né per causare la corruzione e la tirannia. Mi sollevai in rivolta unicamente per riformare la comunità di mio nonno.”
In altre parole: “La nostra società è divenuta una società corrotta, e la comunità di mio nonno è caduta nella corruzione. Mi sono sollevato in rivolta per riformare. Io sono un riformatore.”
Disse ancora: “Voglio ordinare il bene e proibire il male, seguire la via di mio nonno e di mio padre °Ali ibn Abu Talib (as). Non vedete che il vero è rigettato e che il male non è vietato? In una simile situazione, l’uomo di fede non può, non è in grado di poter incontrare il suo Signore(…) Non vedo nella morte se non una felicità, e la vita sotto gli oppressori non è altro che un’infamia.”
Ovvero: “Mi sono sollevato in rivolta per ordinare il bene, per ridar vita alla religione e per lottare contro la corruzione. Il mio movimento è un movimento islamico e mira alla riforma”.
Ma noi abbiamo preteso altre cose. Abbiamo operato due abili (non so se dire abili oppure ignoranti) manipolazioni.
In una abbiamo affermato che Ĥusayn ibn °Ali (as) si sia ribellato per morire, col fine di espiare i peccati della comunità.
E se qualcuno ci venisse a chiedere in conformità a quali fonti noi asseriamo una cosa simile, noi non sapremmo che rispondere, giacché una tale idea non fu mai espressa dall’Imam Ĥusayn (as), né dal Profeta(S), né dagli altri Imam (as).
Perché allora abbiamo preso a prestito questo concetto d’espiazione dei peccati dal Cristianesimo? I Musulmani, in effetti, hanno preso a prestito, senza quasi accorgersene, molte nozioni cristiane non conformi all’Islam.
Il concetto della crocifissione di Cristo, inteso come sacrificio atto ad espiare i peccati dei mortali, rappresenta una dottrina del cristianesimo. Gesù è chiamato ‘sacrificio’, e si tratta di una parte fondamentale della dottrina cristiana secondo cui Gesù (as) fu crocifisso per espiare i peccati della gente, che si è così liberata di essi.
Ma simile concetto non corrisponde in nulla e per nulla allo spirito dell’Islam e alle parole dell’Imam Ĥusayn (as). Questa è in realtà una calunnia.
Se qualcuno dicesse una cosa simile durante il digiuno di Ramadan e la attribuisse all’Imam Ĥusayn (as), il suo digiuno sarebbe nullo! Quando l’Imam Ĥusayn (as) si ribellò contro il peccato, contro il commetterne, possiamo noi accettare l’idea che lo abbia fatto per divenire rifugio di peccatori?
E’ come se noi dicessimo che l’Imam Ĥusayn (as) ha fondato una compagnia d’assicurazioni per garantire la protezione dei peccatori! Ci assicurerà contro le conseguenze dei nostri peccati chiedendo le nostre lacrime come contropartita! Non dobbiamo fare altro che versare lacrime ed egli ci garantisce l’immunità dai peccati!
Possiamo anche comportarci come un Ibn Zyad o °Umar ibn Sa’d, non ne abbiamo avuto abbastanza di uno solo di loro! Come se l’Imam (as) avesse detto: Voi fate tutto il male che volete che io vi assicuro loro salvezza!
Un’altra alterazione del significato dell’avvenimento di Karbalà è la seguente: affermare che l’Imam Ĥusayn (as) si rivoltò e fu ucciso per portare a compimento un ordine speciale che era stato rivolto solo a lui. Doveva sollevarsi in rivolta e morire.
Il suo agire, di conseguenza, non ci riguarda, non rappresenta una via che noi dobbiamo seguire, né tanto meno imitare, poiché non ha legami con i precetti dell’Islam che sono generali ed universali. Ma quale enorme differenza tra ciò che l’Imam (as) ha detto e ciò che noi interpretiamo.
L’Imam Ĥusayn (as) annunciò chiaramente che le cause e le intenzioni del suo movimento riguardano i principi generali dell’Islam. Non aveva bisogno di un ordine speciale. Ordini speciali sono dati quando le prescrizioni generali non siano sufficienti. L’Imam Ĥusayn (as) dichiarò, senza equivoco alcuno, che l’Islam è una religione che non permette ad alcun credente (e non disse Imam) di restare indifferente davanti all’oppressione, all’ingiustizia, alla perversità ed al peccato.
L’Imam Ĥusayn (as) basò la sua pratica sui fondamenti ideologici dell’Islam. L’Islam espose i principi, l’Imam li mise in pratica. Noi abbiamo spogliato questi avvenimenti del loro contenuto ideologico.
Così mutilati, questi avvenimenti non sono più adatti ad essere seguiti e, incapaci di essere seguiti, ci diviene difficile poter far tesoro degli insegnamenti dell’Imam Ĥusayn (as) e trarre lezione dalla vicenda di Karbalà. Abbiamo così reso quest’avvenimento sterile. Quale tradimento più grande?! Perciò abbiamo detto, all’inizio, che la deformazione di significato è più pericolosa di quella formale.
Perché allora gli infallibili Imam (as)(e ci sono perfino Aĥadīth del Profeta (S) a riguardo) volevano che questo movimento continuasse ad essere vivo? Perché si auguravano che non cadesse nell’oblio? Che la gente commemorasse, celebrandolo, il lutto dell’Imam (as)? Qual era il loro obiettivo?
Noi abbiamo deformato questo obiettivo, dichiarando che le cerimonie di cordoglio debbono essere compiute per confortare e consolare Fatimah az-Zahrà (as). Quando invece lei si trova in Paradiso vicino al proprio figlio, che bisogno ha dei nostri lamenti? Questa interpretazione non è forse offensiva nei suoi confronti?
Altri sostengono che l’Imam Ĥusayn (as) sia stato ucciso, in stato d’innocenza, da aggressori, e che questa sia una tragedia. Senza dubbio è vero che l’Imam Ĥusayn (as) sia stato ucciso innocente. Ma è tutto qui il significato di quest’evento?
Ogni giorno, centinaia e centinaia di persone innocenti vengono uccise da criminali, ed è una tragedia. Ma se è così, perché allora celebriamo dopo secoli il lutto dell’Imam Ĥusayn (as), che fu ucciso in piena innocenza? Forse possiamo noi osare dire che la sua morte fu vana e il suo sangue inutilmente versato?
Ĥusayn ibn °Ali (as) non versò il suo sangue invano, e non di meno permise che anche la più piccola parte della sua persona venisse sprecata. Egli accordò un valore talmente alto ad ogni goccia del suo sangue che impossibile da immaginare!
Possiamo forse pretendere che il sangue di un uomo, il cui martirio ha fatto tremare i palazzi degli oppressori, sia stato sprecato invano? E piangere per ciò?
Siamo noi stessi, meschini e ignoranti, che sprechiamo le nostre vite e dobbiamo piangere per noi stessi.
Noi insultiamo l’Imam Ĥusayn (as), al solo pensare che la sua vita sia stata sprecata. Ĥusayn ibn °Ali (as) è colui del quale si è detto: “In verità, tu sei in un tale stato di intimità con Allah, che non può essere raggiunto se non con il martirio.”
È mai possibile che Ĥusayn ibn °Ali (as) volesse morire invano, quando aspirava al martirio?
Gli Imam (as) ci hanno chiesto di preservare viva la tradizione di cordoglio per Ĥusayn ibn °Ali (as), poiché il suo era un obbiettivo sacro. Egli ha fondato una scuola di pensiero, e gli Imam (as) volevano che questa scuola continuasse ad essere viva.
Fonte: http://islamshia.org/il-significato-di-ashura-rappresentazioni-errate-e-distorsioni-karbala/