Conferenza disarmo: ottenuti progressi
Mar 27, 2018 17:29 Europe/Rome
GINEVRA (Pars Today Italian) – Passi avanti alla Conferenza del disarmo (CD) di Ginevra.
Sotto la presidenza svizzera, iniziata il 19 marzo, sono stati stabiliti - all'interno di una decisione convalidata oggi - i cinque Paesi che prenderanno la testa dei nuovi organi sussidiari e il calendario. Essi devono permettere di fare progressi in seno all'entità, dopo oltre 20 anni di blocco. Gli interessi particolari di alcuni impediscono infatti alla maggior parte degli Stati di far progredire i dossier, anche se vi è accordo su ciò che si dovrebbe fare. "È una nuova tappa nella giusta direzione per riportare la Conferenza del disarmo a lavorare sui contenuti", ha detto l'ambasciatrice elvetica Sabrina Dallafior, che presiede la CD, commentando gli sviluppi odierni. Negli scorsi giorni, dopo la sua entrata in carica, aveva condotto numerose consultazioni per appianare le divergenze. L'Indonesia sarà al comando del gruppo sul disarmo nucleare, i Paesi Bassi di quello sulla prevenzione dei conflitti atomici, mentre il Brasile dirigerà quello sulla corsa agli armamenti nello spazio. Inoltre, la Germania sovrintenderà le discussioni sulla garanzia di non impiego delle armi nucleari e la Bielorussia avrà le redini di quelle sui nuovi tipi di armi pericolosi per la sicurezza internazionale. Tutti questi organi, creati dalle precedenti presidenze srilankese e svedese, si riuniranno dal maggio prossimo e dovranno emettere delle raccomandazioni in agosto. Il lavoro svolto da Berna è stato sottolineato sia dalla Russia sia dalla Cina. Il rappresentante di Pechino ha dichiarato che la Svizzera ha saputo ascoltare le preoccupazioni dei vari Paesi membri. "Speriamo che questo bel momento non sia rovinato da battaglie politiche", ha poi aggiunto. La CD adotta le sue decisioni per consenso, il che ne intralcia l'operato. Spesso le tensioni internazionali complicano le dinamiche al suo interno, come avvenuto per esempio di recente riguardo all'uso di agenti chimici in Siria e in Europa o al nervosismo nella penisola coreana.Tag