C'è l'intesa sulla Brexit, May convoca governo per la conferma
(last modified Wed, 14 Nov 2018 13:58:42 GMT )
Nov 14, 2018 14:58 Europe/Rome
  • C'è l'intesa sulla Brexit, May convoca governo per la conferma

La bozza d'intesa c'è. Dopo mesi di negoziati snervanti sulla Brexit, Ue e Gran Bretagna hanno messo nero su bianco un dettagliatissimo testo "tecnico" per indicare il percorso di un divorzio più o meno amichevole fra Londra e i 27.

E ora al governo conservatore di Theresa May non resta da percorrere che l'ultimo miglio, dimostrando d'avere il fiato sufficiente per superare gli ostacoli disseminati in patria: a cominciare dal via libera dello stesso consiglio dei ministri, convocato dalla premier in riunione straordinaria per oggi. La partita è "alla fase finale", aveva annunciato lady Theresa di fronte alla platea del tradizionale Lord Mayor's Banquet, ripetendo cocciuta di non voler gettare la spugna. Poi, a conclusione di una riunione di aggiornamento del gabinetto, un portavoce aveva evocato "un piccolo numero di questioni cruciali" da risolvere prima di poter formalizzare la fumata bianca. Sembrava il segno dell'ennesimo rinvio, sancito anche dalle cautele di Bruxelles, finché in serata non è spuntato lo spiraglio della possibile svolta. Dapprima con l'anticipazione della tv pubblica irlandese Rté. A seguire, con l'ufficialità di Downing Street: "Il governo si riunirà domani alle 14 (le 15 in Italia) per esaminare il progetto di accordo che i negoziatori hanno definito a Bruxelles e decidere le prossime tappe". Non esattamente un bollettino di vittoria, ma la conferma che l'impasse era rotta. Sui contenuti della bozza, che stasera fa volare la sterlina su euro e dollaro, al momento le bocche rimangono cucite. Le indiscrezioni riprese dalla Bbc citano comunque tra i punti nodali la sanzione di impegni già noti: dalla tutela incrociata dei diritti dei cittadini 'ospiti' (arricchita nelle ultime ore dall'ok europeo a un regime senza visti, a patto che sia reciproco, per visitatori e turisti); al periodo di transizione con sostanziale rispetto dello status quo destinato a restare in vigore per 21 mesi (dal 29 marzo 2019, data di uscita di Londra dal club, a fine dicembre 2020); al conto di divorzio da 39 miliardi di sterline che il Regno dovrà versare negli anni.

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