Azione provocatoria a Verona, nel mirino la nuova Rappresentanza del DNR
(last modified Wed, 27 Feb 2019 07:43:21 GMT )
Feb 27, 2019 08:43 Europe/Rome
  • Azione provocatoria a Verona, nel mirino la nuova Rappresentanza del DNR

Da poco a Verona è stato inaugurato il Centro di Rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk, la seconda sede in Italia dopo l’apertura della sede principale a Torino, nel dicembre 2016.

Nemmeno il tempo di programmare le prime iniziative umanitarie a favore del popolo del Donbass che da quasi 5 anni vive sotto la guerra, che già arriva una provocazione, presumibilmente di matrice ucraina, visto che è stata firmata con i colori giallo e azzurro. Lo stabile colpito oltre ad ospitare uffici di varie entità sociali e private è anche la sede dell’Associazione Veneto-Russia.

Certamente un gesto deplorevole per l’atteggiamento intimidatorio, anche codardo visto che chi l’ha compiuto ha preferito agire nell’anonimato col favore delle notte firmando le sue gesta con i colori della bandiera dell’Ucraina, o più semplicemente un gesto d’inciviltà per aver imbrattato il muro di una proprietà privata. Il presidente dell’Associazione Veneto-Russia, nonché responsabile del Centro di Rappresentanza della DNR a Verona Palmarino Zoccatelli dopo aver denunciato la provocazione alle forze di polizia ha diffuso immediatamente sia sui media locali, sia su quelli russi un comunicato stampa che riportiamo integralmente:

“Nella scorsa notte tra il 25 e il 26 febbraio, degli “amici” nazionalisti ucraini (o filo ucraini) hanno lasciato il loro inconfondibile segno sotto le finestre degli uffici dove ha sede a Verona, tra gli altri, anche l’Associazione Culturale Veneto Russia e dove sabato 9 febbraio scorso è stata presentata l’apertura della rappresentanza della DNR a Verona (DNR = Repubblica Popolare di Donetsk).Sono state stampate sul muro con bombolette spray, su fondo giallo azzurro (i colori ucraini) le immagini di due “eroi” del neonato nazionalismo ucraino: uno è di Stepan Bandera capo delle squadre di nazionalisti ucraini filo nazisti durante la seconda guerra mondiale e l’altro è di Taras Shevchenko scrittore ritenuto il padre della lingua ucraina letteraria attuale.Al di la della violazione e danneggiamento della proprietà privata, per la quale è stata sporta circostanziata denuncia, risulta chiaro il messaggio politico intimidatorio e di stampo mafioso di matrice nazionalista ucraina, rivolto verso l’Associazione Veneto Russia , la rappresentanza della DNR e verso la loro attività per promuovere l’amicizia con i popoli russi e a favore dei diritti del Donbass russofono.

Scritte inneggianti a Bandera sul muro della rapp.za di Donetsk

Inquietante il fatto che elementi ucraini, cittadini di un paese che vuole entrare nell’Unione Europea, si esprimano in Italia con questi metodi incivili e intolleranti verso coloro che non la pensano come loro, evidentemente riflettono bene la mentalità ferocemente russofobica delle attuali elite al governo a Kiev ed espressa anche in Italia da vari interventi del loro ambasciatore.Non sappiamo se dietro questa azione vi sia la mano dei servizi ucraini o di loro referenti in Italia, ma il dubbio ce l’abbiamo, in ogni caso continueremo la nostra attività senza farci intimidire da questi episodi”.

Anche l’avvocato Maurizio Marrone del Centro di Rappresentanza di Torino, appena ricevuto la notizia, con sgomento ha commentato l’accaduto: “Esprimo la vicinanza di tutta la Rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk in Italia al nostro ufficio territoriale di Verona e al suo dirigente Palmarino Zoccatelli, siamo al loro fianco contro queste minacce inaccettabili. Chi in Italia ancora spalleggia il regime criminale di Kiev sappia che ha la piena responsabilità di simili atti intimidatori, che ormai si verificano anche qui in violazione della legge italiana”.

Numerosi i messaggi di solidarietà giunti, non solo da parte di associazioni varie ma anche da semplici sostenitori e amici.. tutti stupefatti da un tal livello d’inciviltà. Spiccano le parole di Edoardo Rubini presidente dell’Associazione culturale Europa –Veneta: “Non di meno, vi sono aspetti di questo fatto che urtano i nervi, perché ha, secondo me, una prevalente dimensione insultante. Si attacca una residenza privata, lo si fa in modo plateale: noi Veneti non siamo abituati alla violenza, neppure in una grande Città come Verona. Mi sembra il passaggio di un cagnolino che ha voluto segnare il territorio facendo la pipì sul muro. Purtroppo, quando approccio questi soggetti, la prima cosa che colgo è la loro profonda ignoranza, su cui è facile trapiantare un fanatismo delirante. Lo stesso fanatismo che sta trascinando la povera Ucraina in un baratro ”.

Riprendendo le parole di Rubini, non è certo attraverso il fanatismo, o le vili provocazioni, nemmeno usando i colori della propria bandiera per in imbrattare i muri, che si fa onore al proprio paese, è esattamente il contrario; soprattutto se questi atteggiamenti e queste azioni vengono messi in atto all’estero in casa d’altri.