Caso Regeni, Conte: mai lesinato sforzi per la verità
(last modified Fri, 19 Jun 2020 12:43:09 GMT )
Giu 19, 2020 14:43 Europe/Rome
  • Caso Regeni, Conte: mai lesinato sforzi per la verità

Alla commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, il premier Giuseppe Conte ha sottolineato che da parte dello Stato si è sempre sollecitato la verità all'Egitto.

Intervenendo alla commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni in Egitto, a nome del governo e delle istituzioni, così come personalmente, il premier Conte ha ribadito l'impegno e le sollecitazioni alla parte egiziana per far luce sulla verità e sulle circostanze della barbara uccisione del giovane ricercatore italiano, anche nei colloqui avuti con il presidente egiziano al-Sisi. "A poco più di 4 anni dalla barbara uccisione di Giulio l'Italia tutta, le sue istituzioni, la pubblica opinione continuano ad attribuire priorità alla ricerca della verità sulla sua morte. Nessuno deve dubitare, non abbiamo mai smesso di sollecitare all'Egitto progressi nell'identificazione dei responsabili dell'efferato delitto. Il Governo non ha mai lesinato sforzi ed impegno, è sempre stato in cima nei miei colloqui con il presidente al Sisi". Proprio l'assenza di una verità certa e di giustizia per la morte di Regeni, ha evidenziato Conte, tuttora limita il pieno sviluppo delle relazioni bilaterali tra Italia e Egitto. "Ogni mia interlocuzione con Al Sisi è partita da un semplice quanto inevitabile assunto: i nostri rapporti bilaterali non potranno svilupparsi a pieno", senza la verità sulla "barbaro assassinio di Giulio Regeni e non si assicureranno alla giustizia i suoi assassini". In quest'ottica Conte ha escluso una visita di stato in Egitto "fino a quando non riusciremo a compiere significativi passi avanti", rilevando comunque miglioramenti nella cooperazione tra le autorità giudiziarie dei due Paesi. "La cooperazione giudiziaria tra le due procure ha dato segni di una certa ripresa dopo la nomina del nuova procuratore egiziano". In precedenza i genitori di Giulio Regeni avevano dichiarato di sentirsi "traditi" dallo Stato nella ricerca della verità per la morte del loro figlio a seguito della vendita di due fregate all'Egitto approvata dal Consiglio dei Ministri. Giulio Regeni era un dottorando italiano dell’Università di Cambridge che si era recato in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti del paese presso l’Università Americana del Cairo. Rapito il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di Piazza Tahrir, il suo corpo – che mostrava segni evidenti di tortura – è stato ritrovato il 3 febbraio successivo nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani. La morte di Regeni ha dato via a un acceso dibattito internazionale e alla richiesta di fare luce su un caso non ancora chiarito, causa di tensioni diplomatiche tra Egitto e Italia.

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