L'Occidente e l'invio di cosiddette armi difensive in Ucraina
(last modified Sat, 04 Jun 2022 08:02:51 GMT )
Giu 04, 2022 10:02 Europe/Rome
  • L'Occidente e l'invio di cosiddette armi difensive in Ucraina

KIEV - Il flusso di armi verso l’Ucraina sembra continuare senza sosta e sta anzi aumentando il livello di efficacia teorico del materiale bellico, ...

messo a disposizione delle forze armate di Kiev. Le decine di miliardi di dollari di equipaggiamenti forniti e promessi finora non hanno fatto tuttavia molto per rallentare l’avanzata russa e anche esponenti del regime ucraino e i media occidentali riconoscono sempre più che la situazione nel Donbass si sta facendo disperata. Un nuovo pesantissimo colpo potrebbe arrivare con l’imminente caduta della città di Severodonetsk, già in buona parte nelle mani dei militari russi. Un successo a spese delle forze ucraine in questa località, secondo il Cremlino, consegnerebbe praticamente alla Russia il controllo dell’intera autoproclamata repubblica di Lugansk.

Di fronte a questa realtà, stanno aumentando le pressioni per fare arrivare a Zelensky armi più potenti, ma allo stesso tempo emergono le resistenze di coloro che vedono una simile accelerazione come un elemento in grado di fare esplodere un conflitto più ampio, anche perché Mosca ha espresso avvertimenti molto chiari in proposito. Nei giorni scorsi, la discussione negli USA si è concentrata sulla possibile consegna all’Ucraina di sistemi missilistici di precisione a raggio variabile, come il cosiddetto HIMARS americano. Questi ordigni possono colpire bersagli fino a 300 km e un eventuale via libera della Casa Bianca all’esportazione verso l’Ucraina avrebbe permesso di penetrare in profondità il territorio russo. Alla fine, l’amministrazione Biden ha optato per sistemi che arriverebbero solo fino a circa 80 chilometri.

Fermo restando i soliti problemi di evitare che gli equipaggiamenti vengano distrutti dall’artiglieria russa prima che arrivino al fronte e di addestrare rapidamente personale ucraino in grado di manovrarli, la relativa cautela americana conferma il timore di provocare uno scontro diretto tra Mosca e la NATO. Ciò testimonia inoltre anche la natura doppiamente tragica del conflitto in corso, condotto sulla pelle di militari e civili ucraini nel tentativo di tenere la Russia coinvolta in un pantano il più a lungo possibile nonostante per Kiev non ci siano oggettivamente vie d’uscita diverse dalla resa.

L’immagine totalmente fantasiosa dell’Ucraina come paradiso dei valori democratici sotto il feroce assedio della barbarie russa continua a cadere pezzo dopo pezzo grazie al trapelare di notizie, filmati e immagini che documentano il carattere autoritario e violento di un regime fortemente influenzato da elementi neo-nazisti. L’ultimo episodio in ordine di tempo a mostrare come lo sforzo sostenuto dall’Occidente si basi in grandissima parte sulla propaganda mediatica riguarda la commissaria per i diritti umani dell’Ucraina, Lyudmila Denisova.

Quest’ultima è stata rimossa dal suo incarico con un voto del parlamento di Kiev (Verkhovna Rada) perché accusata di essere venuta meno ai propri incarichi. La Denisova, oltre ad avere trascorso più tempo nelle “città calde e tranquille” dell’Europa che sul campo per adoperarsi a favore di civili e soldati ucraini, è responsabile di avere diffuso notizie false su atrocità mai commesse dai militari russi. In particolare, la commissaria aveva contribuito al propagarsi della notizia non provata della campagna di stupri di massa in Ucraina, che avrebbe incluso tra le vittime addirittura neonati.

Per gli stessi deputati ucraini che l’hanno sfiduciata, le prove di questi e altri crimini non sono state presentate dalla Denisova e il suo comportamento è stato ritenuto inaccettabile perché ha “macchiato la reputazione dell’Ucraina”. La vicenda ha se non altro evidenziato la contraddizione senza uscita in cui si trova il regime di Kiev. Per tenere vive le residue simpatie dell’opinione pubblica occidentale ha bisogno di macinare propaganda senza sosta, ma così facendo rischia di esporsi a clamorose smentite che, nonostante la copertura che continua a garantire la stampa ufficiale, finiscono inevitabilmente per produrre l’effetto contrario.

 

Potete seguirci sui seguenti Social Media:
Instagram: @parstodayitaliano
Whatsapp: +9809035065504, gruppo Notizie scelte
Twitter: RadioItaliaIRIB
Youtube: Redazione italiana
VK: Redazione-Italiana Irib
E il sito: Urmedium

Tag