Il business della guerra
WASHINGTON - Cominciamo subito con una domanda, perche tutta questa campagna medatica in Occidente per la fornitura dei carri armati europei e USA a Kiev?
Al contrario di questo tam tam propagandistico, i Leopard e gli Abrams non invertiranno le sorti del conflitto: i Leopard sono stati ampiamente distrutti dai russi in Siria, cosa gli fa credere che in Ucraina diventino indistruttibili? Il loro valore è geopolitico e non militare. E poi davvero la NATO crede che con 40-50 tank, per quanto tecnologicamente efficaci, si possano invertire le sorti sul terreno? Come ricordano le fonti militari, un anno fa Germania, Francia e Italia, insieme disponevano di circa 4.000 carri armati (di cui 800 operativi), a fronte degli oltre 10.000 (di cui 3.330 operativi) in dotazione alla Russia.
Lo stesso ragionamento può essere fatto per le munizioni: stando ad un alto rappresentante della Nato citato dal New York Times, nell’estate 2022, gli ucraini sparavano 6-7.000 colpi di artiglieria al giorno; i russi, 40-50.000. La capacità di produzione russa è molto superiore a quella NATO, senza contare la maggiore facilità di consegna. La NATO sembra avere il fiato corto, perché gli USA si sono esposti oltre ogni possibilità e, pur trattandosi della difesa di un loro protettorato, un territorio USA in Europa, c’è un limite invalicabile che è rappresentato dalle scorte di armamenti e dalla crisi economica. Certo, la propaganda dice che si andrà avanti fino alla fine, ma questo significa in realtà che si sta ponendo fretta sempre più alla chiusura. Il presidente Biden si è affrettato a dire che ci vorranno mesi perché i nuovi tank arrivino e che l’invio di questo quantitativo di armi non implica un voler entrare in guerra contro la Russia. Ha aggiunto di non voler fornire aerei da combattimento a Kiev, ma Biden segue lo spartito classico, che vede prima il No, poi il Forse e quindi il Si ad ogni richiesta di Zelensky. Quindi gli verranno concessi, è questione di giorni. Se gli aerei arrivassero, però, dovrebbero essere guidati da piloti NATO e non dagli ucraini che non li hanno nemmeno mai visti, così come i missili a lunga gittata e il resto dei sistemi d’arma vengono da sempre gestiti da personale dell’Alleanza Atlantica.
L’Ucraina, poi, non dispone di piste di atterraggio adatte agli F16. Si utilizzeranno allora le piste polacche, paese NATO che non vede l’ora di entrare in guerra?L’arrivo degli F16 quasi certamente comporterebbe l’entrata in scena dei Mig e dei Sukhoi russi, fino adesso rimasti sulle piste. Tra questi il caccia Stealth T-50 e il Sukhoi Su-57. La loro entrata in guerra cambierebbe la natura stessa del conflitto, l’entrata in guerra dell’aviazione trasforma un conflitto in una guerra di distruzione.Ma la NATO, sconfitta nel 2022 in Afghanistan dai talebani e in Siria da russi e siriani, davvero pensa di vincere alle porte della Russia? E se una sola città russa venisse colpita davvero pensa di tenere le sue città al riparo dello scontro militare, immaginando l’Ucraina e la Russia come unici terreni dello scontro?
Per ora il Pentagono frena, ha già risolto uno dei suoi problemi principali, avendo trasferito nell’Est Europa i suoi laboratori per la guerra batteriologica precedentemente allocati in Ucraina. Sa perfettamente quali siano i rischi che corrono gli USA se la guerra va avanti: la Russia non si fermerà al Donbass e il controllo USA sull’Ucraina verrà meno e alla fine i costi saranno stati inutilmente enormi. Per la Russia è evidente come l’arrivo di aerei caccia F-16 e di missili a lunga gittata, cambia lo scenario, non più la denazificazione dell’Ucraina ma la difesa della Russia. Questo ulteriore salto in alto dei dispositivi militari NATO chiude infatti con la narrazione della difesa dell’Ucraina e pone chiaro l’attacco militare alla Russia. Per l’Ucraina è un incubo, per USA e UE un’occasione per esibire i gioielli in vendita e rinnovare i loro arsenali con nuove commesse militari. L’Occidente non combatte per l’Ucraina ma contro la Russia. Ovvero per i suoi obiettivi militari, politici e di business
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