Apr 29, 2024 11:47 Europe/Rome
  • La necessità di istituire tribunali per risarcire le comunità colpite dalla schiavitù

Pars Today- Richard Sudan scrive: “Solo quando l’Occidente decide di affrontare la sua eredità di schiavitù in termini di risarcimenti, le comunità nere in tutto il mondo saranno veramente libere”.

Non è affatto una novità la campagna di risarcire per rimediare gli effetti della schiavitù e affrontare l’eredità moderna del razzismo.

Dopo l'omicidio di George Floyd, le proteste globali di “Black Lives Matter” si sono allargate, facendo raddoppiare le richieste di giustizia.

I paesi occidentali - costruiti sulla schiavitù -, vengono rappresentati da governi che cercano deliberatamente di ritardare la questione dei risarcimenti.

Ad esempio, negli Stati Uniti, l’ H.R. 40, un disegno di legge che da 32 anni, precisamente dal 1989, attende risposta, ed ha come l’obiettivo quello dell’istituzione di una Commissione di studio sulle riparazioni e il risarcimento per gli afroamericani vittime dello schiavismo (che propone uno studio sulle riparazioni), difficilmente diventerà una legge.

La Gran Bretagna, che si è arricchita - più di qualsiasi altro paese -, con la tratta degli schiavi, ha sempre evitato di ammettere il suo vero ruolo in questa brutta faccenda tanto che agli studenti britannici viene detto che il loro paese fu il primo ad abolire la schiavitù nel 1807. Mentre il primo fu ovviamente Haiti che abolì il commercio degli schiavi nel 1804.

Va detto chiaramente che la rivoluzione industriale e scientifica e il progresso della Gran Bretagna sono stati possibili solo grazie alla tratta di schiavi e rendere sottosviluppati i paesi africani.

L’impero britannico dipendeva dallo sfruttamento delle persone dalla pelle più scura. La schiavitù non era solo un capitolo nella storia dello sviluppo britannico, era il carburante che sosteneva l’Impero.

Nonostante l’ostinata ignoranza e la mancanza di volontà politica in paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito, fortunatamente i paesi che portano le cicatrici della schiavitù si stanno unendo per lottare per la giustizia.

All’inizio di questo mese, una proposta per un tribunale internazionale – sul modello del Tribunale di Norimberga del secondo dopoguerra – è stata discussa alla terza sessione dell’Assemblea permanente delle persone di discendenza africana (PFPAD) a Ginevra.

La Corte ha apportato le riparazioni proposte con l'obiettivo di creare un quadro giuridico e costruire il consenso delle Nazioni Unite e con un forte sostegno da parte di vari paesi.

La schiavitù transatlantica è stata il più grande crimine della storia moderna. L’Olocausto Nero ha visto decine di milioni di africani cacciati dalle loro terre e costretti a costruire paesi in Occidente dove non sono ancora trattati come cittadini con pari diritti.

Le riparazioni possono aiutare ad affrontare le disuguaglianze economiche radicate e possono almeno provare a sanare il danno intergenerazionale in corso causato dalla schiavitù.

Ci sono sicuramente delle sfide. Ma l’accordo su un tribunale internazionale rappresenta un dialogo crescente che non si esaurirà finché persisteranno le disuguaglianze strutturali.

Sfortunatamente, i paesi dei Caraibi sono soggetti a istituzioni finanziarie coloniali come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale.

Sappiamo molto bene che il comportamento della polizia negli Stati Uniti affonda le sue radici nelle pattuglie dell’era della schiavitù, e il sistema carcerario americano è stato soprannominato la nuova forma di schiavitù. I neri sono sproporzionatamente sovrarappresentati nelle carceri americane e sono spesso sfruttati per la manodopera a basso costo che avvantaggia le aziende che traggono profitto dall’industria carceraria privata.

Possiamo anche vedere come i neri in Brasile, che costituivano il maggior numero di africani ridotti in schiavitù, abbiano dovuto affrontare trattamenti disumani.

Ci sono anche molti altri esempi che potremmo evidenziare uno per uno.

 

 

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