Perché Washington ha paura dei BRICS?
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Pars Today - Con la crescita e l'allargamento dei «BRICS» in paesi chiave del Sud del mondo, gli Stati Uniti hanno nuovamente minacciato l'alleanza, affermando di non considerarla più semplicemente un gruppo economico, ma piuttosto una minaccia all'ordine internazionale sotto la loro guida.
(last modified 2025-07-10T10:56:37+00:00 )
Lug 09, 2025 12:36 Europe/Rome
  • Perché Washington ha paura dei BRICS?
    Perché Washington ha paura dei BRICS?

Pars Today - Con la crescita e l'allargamento dei «BRICS» in paesi chiave del Sud del mondo, gli Stati Uniti hanno nuovamente minacciato l'alleanza, affermando di non considerarla più semplicemente un gruppo economico, ma piuttosto una minaccia all'ordine internazionale sotto la loro guida.

La portavoce della Casa Bianca, »Caroline Leavitt«, ha affermato che il presidente degli Stati Uniti »Donald Trump« è determinato a garantire che gli Stati Uniti siano trattati equamente sulla scena mondiale, sottolineando che Trump ritiene che il gruppo BRICS cerchi di minare gli interessi di Washington e intraprenderà tutte le azioni necessarie per impedire ai paesi di sfruttare gli Stati Uniti e il suo popolo.

Il presidente degli Stati Uniti ha scritto in un post sulla sua app di messaggistica Truth Social: »Qualsiasi paese che si allinei alle politiche antiamericane dei paesi membri dei BRICS sarà soggetto a un dazio aggiuntivo del 10%. Non ci saranno eccezioni a questa politica. Grazie per l'attenzione a questa questione! «

Le dichiarazioni del portavoce della Casa Bianca e dell'ufficio del Presidente degli Stati Uniti riflettono in realtà la profonda preoccupazione di Washington per la formazione di un nuovo ordine multipolare; un ordine che non si sottomette più alle regole unilaterali delle potenze occidentali, in particolare degli Stati Uniti, e cerca di ridefinire le equazioni globali con la voce delle nazioni trascurate.

Ma perché gli USA sono preoccupati? Per anni, l'ordine globale è stato plasmato sotto il dominio del sistema finanziario e politico statunitense, e i paesi più piccoli sono stati costretti a operare all'interno del quadro definito da Washington. In tale contesto, l'emergere di istituzioni come i BRICS, che si basano sull'indipendenza politica ed economica dal dominio statunitense e che naturalmente sfidano l'egemonia statunitense, ha portato a una forte reazione da parte di Washington. Le recenti reazioni di Trump alla crescita del gruppo non sono solo una questione di forza, ma di profonda paura; il timore che l'ordine unipolare possa crollare e che emerga un ordine multipolare in cui non vi sia più alcun obbligo di obbedire alla volontà degli Stati Uniti.

A questo proposito, i BRICS, inizialmente composti solo da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, sono oggi diventati un blocco geopolitico influente e in espansione. Concentrandosi sulla sfida al predominio del dollaro, cercando di riformare la struttura delle Nazioni Unite, creando istituzioni finanziarie indipendenti come la Nuova Banca di Sviluppo (NDB) e promuovendo la cooperazione Sud-Sud, il gruppo offre di fatto un'alternativa alle istituzioni tradizionali di stampo occidentale come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. D'altro canto, gli Stati Uniti, che hanno aperto la strada all'interazione globale per anni sfruttando il privilegio del dollaro e strumenti come sanzioni, dazi e minacce, si trovano ora ad affrontare un serio ostacolo con l'ascesa dei BRICS. Al recente vertice dei BRICS a Rio de Janeiro, i membri hanno ribadito la necessità di creare un sistema finanziario internazionale indipendente dal dollaro statunitense e hanno chiesto un maggiore utilizzo delle valute locali negli scambi commerciali. L'ammissione di paesi come l'Egitto e gli Emirati Arabi Uniti è inoltre la prova dell'espansione dell'influenza della coalizione e del suo superamento dei tradizionali confini geografici e politici.

Questa estensione ed espansione dei BRICS è un'altra questione che preoccupa Washington, poiché l'aumento del numero di membri, in particolare l'ingresso di paesi con enormi riserve energetiche e importanti posizioni geopolitiche, potrebbe aumentare il potere contrattuale dei BRICS nelle istituzioni internazionali. D'altra parte, le richieste dei BRICS di riformare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di rivedere il sistema di voto globale rappresentano una minaccia diretta al tradizionale predominio degli Stati Uniti e dei suoi alleati nelle organizzazioni internazionali.

D'altra parte, mentre gli Stati Uniti continuano a insistere sui principi del liberismo economico incentrati su di esso, i BRICS insistono sul fatto che l'attuale sistema globale riflette il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale e non soddisfa più le esigenze di molti paesi nel mondo. Questa visione è in contrasto con quella di Donald Trump e dei suoi sostenitori politici, che credono che gli Stati Uniti debbano porre i propri interessi al centro di qualsiasi accordo e struttura internazionale. Secondo l'amministrazione Trump, i BRICS sono una struttura conflittuale creata con l'obiettivo di indebolire gli Stati Uniti, non semplicemente un'alleanza economica indipendente.

In effetti, l'atteggiamento ostile degli Stati Uniti nei confronti dei BRICS nasce da una sincera preoccupazione per il futuro dell'ordine internazionale. Un mondo che un tempo poggiava esclusivamente sulle spalle dell'Occidente si trova ora ad affrontare pesi nuovi e più equilibrati. I BRICS non solo non cercano lo scontro con gli Stati Uniti, ma esigono anche cambiamenti nelle strutture disfunzionali esistenti. Tuttavia, finché a Washington prevarrà un approccio conflittuale in politica estera, qualsiasi tentativo di creare un sistema più giusto incontrerà resistenza.

A questo proposito, forse è giunto il momento che Washington, anziché temere l'ascesa di altri, riconsideri il proprio ruolo nel nuovo ordine mondiale; un ordine che non sarà più dominato da una sola potenza, ma sarà plasmato dall'interazione e dall'equilibrio tra le nazioni.