Il rohingya 'Aylan Kurdi'. A 16 mesi muore nel fango per fuggire alla repressione
(last modified Fri, 06 Jan 2017 19:13:25 GMT )
Gen 06, 2017 20:13 Europe/Rome
  • Il rohingya 'Aylan Kurdi'. A 16 mesi muore nel fango per fuggire alla repressione

Ieri Aylan, oggi Mohammed. Si chiamava Aylan Kurdi il profugo di 3 anni morto annegato sulla spiaggia di Bodrum il 2 settembre del 2015.

L'immagine choc del bimbo riverso, la faccia nella sabbia e le onde che sembrano accarezzare il corpicino, ha fatto il giro del mondo e ha commosso l'intera comunità internazionale rompendo per un attimo quel muro di silenzio e sostanziale indifferenza che accompagna la quotidiana strage degli innocenti, dalla Siria allo Yemen. Centinaia di piccoli profughi, vittime della fame e delle guerre che cercano scampo dalla morte con le famiglie. Proprio come Mohammed, figlio del popolo dei rohingya, minoranza musulmana perseguitata in Myanmar, che stava cercando di fuggire da Rakhine per raggiungere il Bangladesh con la madre, lo zio e il fratello di 3 anni attraversando in barca il fiume Naf. Ma la barca è affondata lo scorso dicembre, mentre i soldati sparavano sui fuggitivi. La posizione di Mohammed Shohayet, 16 mesi, è la stessa di Aylan. Ma il fango del fiume ha preso il posto delle onde del mare. "Ogni volta che guardo la foto mi sento morire. Vorrei essere morto", ha raccontato il padre del piccolo, Zafor Alamd, alla Cnn. "La mia vita non ha più senso", ha aggiunto dal campo profughi in cui adesso vive l'uomo che ora chiede al mondo di prendere coscienza del dramma dei rohingya perseguitati. "Nel nostro villaggio ci sparano dagli elicotteri, i soldati del Myanmar ci cercano per ucciderci. Mio nonno e mia nonna sono stati bruciati vivi. Tutto il nostro villaggio è stato bruciato dai militari. Non è rimasto niente". La Cnn, che nel titolo dell'articolo si chiede: "Il mondo si indignerà anche ora?". Il riferimento è proprio ad Aylan, divenuto il simbolo della crisi dei migranti.

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