Usa, Trump voleva fermare Fbi? Si torna a parlare di impeachment
(last modified Wed, 17 May 2017 13:33:06 GMT )
May 17, 2017 15:33 Europe/Rome
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WASHINGTON (Pars Today Italian) - Intralcio alla giustizia? Le ultime rivelazioni secondo cui il presidente Usa Donald Trump ha chiesto al capo dell'Fbi a febbraio di fermare l'indagine sul suo ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn rilanciano e amplificano le ipotesi, circolate fin dai primi giorni della presidenza, di una rimozione del capo della Casa Bianca.

Per la presidenza Usa è stata settimana drammatica: è iniziata con il licenziamento del direttore dell'Fbi James Comey, che come ha confermato lo stesso Trump, dopo una smentita della Casa Bianca, è legato proprio all'indagine su Flynn e sui suoi rapporti con la Russia. E' proseguita con la rivelazione del Washington Post che il presidente ha fornito al ministro degli Esteri russo informazioni top secret trasmesse agli Usa da un Paese alleato (sarebbe Israele). Anche qui, dopo la smentita iniziale della Casa Bianca, Trump ha ammesso, sottolineando che è suo "assoluto diritto". Infine stanotte il colpo tirato dal New York Times: un memorandum di Comey che riporta i contenuti di una conversazione con Trump, il quale gli avrebbe chiesto di "lasciar cadere" l'inchiesta su Flynn. Pur di fronte all'ennesima smentita della Casa Bianca, c'è già chi, come il senatore indipendente Angus King, parla apertamente di reato di "intralcio alla giustizia", una violazione passibile di impeachment. Una posizione su cui sono d'accordo molti deputati e senatori dell'opposizione democratica. Nella storia americana due presidenti sono stato oggetto di impeachment: Bill Clinton (1998) e Andrew Johnson (1868). L'impeachment di Richard Nixon per il caso Watergate fu approvato in commissione, ma il presidente si dimise prima che l'aula della Camera potesse votare. Secondo la Costituzione statunitense, una maggioranza semplice alla Camera potrebbe votare l'impeachment per "tradimento, corruzione o altri gravi crimini o misfatti". Serve però poi la conferma con un voto dei due terzi del Senato. Nè Clinton nè Jonhson furono rimossi, perchè se la Camera votò a maggioranza semplice per l'impeachment, la mozione non ottenne il voto favorevole dei due terzi del Senato. Sia nel caso di Nixon sia nel caso di Clinton uno dei reati contestati ai presidenti era quello di "intralcio alla giustizia", lo stesso che si comincia a ipotizzare per Trump. Per l'impeachment praticamente qualsiasi violazione può essere considerata di gravità sufficiente per procedere, ma Trump non rischia nulla (per ora) in un Congresso dominato da i repubblicani. Servirebbe una rivolta di massa del partito contro il presidente, come avvenne nel caso di Nixon, che lasciò proprio per l'impraticabilità politica della sua permanenza alla Casa Bianca. Inoltre, per una qualsiasi procedura d'impeachment servono diversi mesi, anche con un Congresso desideroso di far fuori il presidente. La Costituzione Usa offre un'altra possibilità più rapida per rimuovere il presidente. È il 25esimo emendamento, ratificato nel 1967 per risolvere le dolorose questioni di passaggio dei poteri che si aprirono con l'assassinio di john Kennedy nel 1963. L'emendamento afferma che "il vicepresidente e la maggioranza dei principali funzionari dei dipartimenti esecutivi", in sostanza i membri del gabinetto, possono dichiarare il presidente "incapace di assolvere i poteri e i doveri del suo ufficio", nel qual caso "il vicepresidente dovrebbe immediatamente assumere i poteri e i doveri dell'ufficio come presidente pro tempore". Il presidente potrebbe opporsi e in quel caso il Congresso dovrebbe poi votare la conferma della rimozione con una maggioranza dei due terzi di Camera e Senato.

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