Fanatismo:falso volto dell’islam(38)
L’ideologia salafita nata secoli fa ritiene essenziale seguire la condotta e i detti di «Salaf al-ṣalihin» per ottenere la conoscenza islamica. E secondo loro la conoscenza dell’Islam doveva e deve derivare dal Corano e dai precetti dei pii predecessori e non dall’intelletto o dall’ interpretazione dei testi religiosi da parte dell’uomo.
L’accezione moderna del salafismo oggi però ha assunto l’aspetto di un movimento culturale e politico piuttosto che religioso e la sua definizione originaria è stata così ambigua che non soddisfaceva più le esigenze del mondo moderno e quindi ha fatto emergere tanti dubbi e discussioni tra gli stessi seguaci del salafismo.
Quindi l’approccio esclusivamente tradizionalista dei salafiti, l’eredità di Ahmad Ibn Hanbal, che nella scoperta della verità dava più peso a naql ( i precetti trasmessi dai pii predecessori) che ad aql(ragione) nel corso degli anni è stato messo in serie discussioni dagli esperti religiosi. Oggi infatti vengono chiamati i “salafiti” tutti i seguaci delle correnti e sette radicali e estremisti che non praticano necessariamente la stessa ideologia. Il salafismo infatti tramite il suo impiego in combinazione con parole come takfirismo, Jihadi e... ottiene un sighificato più preciso e chiaro.
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A causa della mancanza di precisione nella definizione del salafismo nel corsi degli anni, il termine “salafita” è stato associato falsamente anche ai diversi gruppi islamici che hanno lottato contro la sudditanza, psicologica e politica, nei confronti dell'Occidente e contro il colonialismo occidentale, attraverso i testi e il lavoro di grandi studiosi musulmani: come Muḥammad ʿAbduh e Jamāl al-Dīn al-Afghānī al-Asadabādī...
Intanto oggi col passare del tempo alcuni gruppi dei salafiti che sono stati più moderati hanno cercato di adattarsi alle caratteristiche e alle esigenze del mondo moderno e alle nuove tecnologie abbandonando così la posizione teologica radicale del salafismo classico.
Un altro gruppo dei seguaci della falsa dottrina salafita però hanno seguito rigorosamente la versione radicale di questa ideologia e sinteticamente si può dire che il fondamentalismo abbia trovato alimento nel seno di tali gruppi che si sono allontanati essenzialmente dagli insegnamenti della rivelazione coranica.
Una corrente numerosa del salafismo tra le due guerre mondiali guarda, quindi, con forte interesse all'opera ideologica del corrotto Muḥammad b. ʿAbd al-Wahhab, il cui cosidetto richiamo alle pratiche delle prime generazioni di musulmani aveva dato origine alla setta wahhabita, un movimento innovativo e fondamentalista iper-conservatore, profondamente legato alla casa regnante dell'attuale Arabia Saudita che affronta il cosidetto ritorno alle origini della Sunna disprezzando però la ragione umana nell’interprezione del testo sacro.
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La posizione della donna e i suoi limiti nella società sono sempre stati un argomento di tanta discussione tra i salafiti. L’Arabia Saudita che rappresenta infatti l’ideologia fondamentalisata del salafismo, per presentarsi come una cosidetta società progressita e filo-occidentale, da una parte non ha obbligato l’uso del velo per le donne, tranne nelle città sacre della Mecca e Medina, e dall’altra impedisce alle stesse di guidare la macchina, recarsi all'estero per studio, viaggiare se non accompagnate, svolgere alcuni lavori, essere ammesse negli ospedali senza il consenso tutoriale del marito o dei parenti. In Arabia Saudita wahabbita le donne sono a tutti gli effetti cittadine di serie "B".
L'Arabia Saudita è stata anche l'ultimo paese al mondo dove le donne non potevano votare. Solo nelle elezioni municipali del 2015, pur essendo scarsamente importante, e per la prima volta nella storia dell'Arabia Saudita le donne sono state autorizzate a partecipare alle elezioni comunali sia come elettrici sia come candidate. Le donne non avevano il diritto di svolgere la professione di avvocato, di partcipare alle olimpiadi e di svolgere l'attivita' del General Intelligence Department.
Per quanto riguarda l’istruzione femminile, solo nel 2004 il regno della dinastia al Saud introdusse alcune riforme che permisero alle prime donne di iscriversi all'Università, offrendo loro la possibilità di iscriversi a corsi di giurisprudenza. Nel 2005 è stato permesso alle donne di essere elette nelle varie camere di commercio e nel 2008 si sono avute le prime laureate, le quali però fino al 2013 non hanno potuto esercitare la professione di avvocato.
Nel regno saudita infatti i diritti fondamentali delle donne viene continuamente violati dai portabandieri del salafismo.