Dic 13, 2017 10:49 CET
  • Fanatismo: il falso volto dell’Islam (46)

Come vi abbiamo già spiegato il termine jihad nella lingua araba significa sforzarsi e impegnarsi duramente per qualcosa. Nella terminologia islamica esso conserva il significato letterale in due differenti dimensioni, che vengono definite come “grande (maggiore) jihad” e “piccolo (minore) jihad”.

Il jihad minore è infatti la lotta armata. Questo non significa però l'utilizzo ingiustificato della violenza. Il jihad minore può essere diviso in due: aggressione e difesa. L'aggressione contro qualunque persona non è permessa nell'Islam; la difesa, però, è un diritto assoluto di ogni persona e nazione. Anche nel sublime Corano si evidenzia il fatto che la jihad minore sia autorizzata solo per difendere i popoli musulmani e le loro terre, e mantenere la pace nelle società musulmane.

Purtroppo alcuni scrittori e predicatori citano i versetti del Corano al di fuori del loro contesto e cercano di incolpare l'Islam di promuovere violenza e terrorismo. Prendono un “testo” e lo utilizzano al di fuori del suo “contesto”.

E' come se qualcuno cercasse all'interno della Bibbia e raccogliesse le seguenti parole o sentenze per dimostrare che la Bibbia promuova la violenza:

“Prendi tutti i capi del popolo e falli impiccare davanti al Signore” (Numeri 25: 4)

“Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi.” (Numeri 31: 17-18)

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Nessuna persona obiettiva accetterà una simile presentazione dei versetti biblici “fuori dal contesto”. Ma noi vediamo molti missionari e cristiani evangelici fare lo stesso al Corano senza alcuna esitazione.

Permetteteci quindi di illustrare alcuni esempi di manipolazione del “testo” coranico fuori dal suo “contesto”.

Per esempio nella sura al-Baqara, versetto 191 è citato come segue: “Uccideteli ovunque li incontrate.”

Per comprendere il pieno contesto di questo versetto, leggiamo insieme i versetti dal 190 al 193:

“Combattete per la causa di Dio contro coloro che vi combattono, ma senza eccessi, ché Dio non ama coloro che eccedono. E uccideteli ovunque li incontrate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell'omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea [a Mecca], fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti. Se però cessano, allora Dio è perdonatore, misericordioso. Combatteteli finché non ci sia più persecuzione e il culto sia [reso solo] a Dio. Ma se desistono, non ci sia ostilità, a parte contro coloro che prevaricano.”

Il contesto chiarisce che il versetto 191 permette ai Musulmani di Medina di difendersi contro l'aggressione dei miscredenti di Mecca. Ovviamente non dice che i musulmani devono andare in giro nel mondo ad uccidere ogni infedele che trovano!

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Ora vi riportiamo un altro esempio. Altre persone ostili sostengono che la Surah an-Nisaa, versetto 74 incoraggerebbe lo spargimento di sangue:

“Combattano dunque sul sentiero di Dio, coloro che barattano la vita terrena con l'altra. A chi combatte per la causa di Dio, sia ucciso o vittorioso, daremo presto ricompensa immensa.” (Surah an-Nisaa, 4:74)

Coloro che citano questo versetto, appositamente non considerano il versetto successivo n. 75 che spiega l'obiettivo e la giustificazione per la jihad minore:

“Perché mai non combattete per la causa di Dio e dei più deboli tra gli uomini, le donne e i bambini che dicono: “Signore, facci uscire da questa città di gente iniqua; concedici da parte Tua un patrono, concedici da parte Tua un alleato?” (Surah an-Nisaa, 4:75)

Questo versetto esorta chiaramente i musulmani a sollevarsi in difesa di uomini, donne e bambini oppressi. Le religioni divine non devono difendere gli uomini, le donne e i bambini oppressi?