Mar 09, 2019 11:57 CET

Cari amici abbiamo avviato la nostra rubrica alla citta’ piu’ antica dell’Iran nonche’ del mondo, Hamedan, la quale tra 34 citta’ asiatiche e’ stata scelta come la capitale del turismo nel 2018.

Hamedan essendo una delle citta’ piu’ antiche del mondo e quindi anche dell’Iran, ha una sua storia e civilta’ molto ricca e proprio per questa sua caratteristica che lungo i secoli e’ stata ed e' tutt'ora una delle mete preferite di migliaia di turisti iraniani e stranieri che si avventurano in un viaggio straordinario nella parte nord ovest dell’Iran.

Questa curiosita' di conoscere la ricca storia di Hamedan, l'antica Hegmatane, non e’ un evento nuovo, bensi ha le sue radici nella storia piu’ lontana della citta’. Grazie a questa grande curiosita’ di studiosi iraniani e internazionali che volevano scoprire le meraviglie e i segreti della citta’ di Hamedan, oggi e’ possibile sfogliare diversi libri scritti nei secoli scorsi dove si puo’ conoscere la realta’ della antica Hamedan raccontata dai turisti e studiosi della storia del passato. Questi libri per la maggior parte originalmente sono stati scritti in arabo e inglese, e poi lungo gli anni tradotti in diverse lingue tra cui anche il farsi.

Ebne Faghih Hamedani, lo storico e studioso della geografia iraniano del nono secolo D.C, in seguito al suo viaggio e la sua visita dettagliata di Hamedan scrisse un libro molto interessante di nome “ Al- Baladan”. Lui in una parte del suo racconto scrive:
“ Sono entarto in una vcitta’ popolata da un numero grandissimo di abitanti, una citta’ con fortezze altissime, fiumi larghi e pieni di acqua e montagne che toccano il cielo. La lunghezza della citta’ raggiungeva i piedi della montagna. All’interno di Hamedan ho visto diverse fabriche di mattonelle, i soffisticati laboratori di oreficeria e gioiellerie dove venivano fabbricate e depositate diversi oggetti d’oro e argento e delle pietre preziose”. Ebne Faghih Hamedani, riferendosi alle condizioni strategiche e geografiche della citta’ cosi’ scrive:” la parte storica della citta’ si trova nel cuore di Hamedan, la quale e’ una grande citta’ situata su una zona abbastanza alta. Ha quattro ingressi principali con delle tettoie molto alte. La bellezza della costruzione di queste porte della citta’ sorprende chiunque entra per la prima volta a Hamedan. Ho trovato una citta’ ricchissima di fonti idriche e quindi colma di vita e prosperita’”. Questo e’ quanto racconta Enbe Faghih della bellissima citta' di Hamedan.

La tomba di Avicenna

L’altro storico che ha scritto un libro di racconto del viaggio a Hamedan e’ Abu Ali Kateb, che era un noto scrittore e gnostico del decimo secolo D. C. Kateb dopo aver visitato le diverse parti della citta’, parla di una grande fortezza di nome Sepid Dej, ovvero la Fortezza bianca e le numerose case e ville che erano state costruite intorno all’ edificio.

Hamedan citta' della pelletteria

L’autore poi racconta gli avvenimenti che riguardavano la conquista di Hamedan dagli arabi e scrive:
“ Hamedan dopo essere stata conquistata dagli arabi, si limitava a una grande fortezza che risaliva all’epoca pre- islamica. Questa fortezza si chiamava Sepid Dej ed era costituita da due colli che si chiamavano Tappe Mosalla che era la colle piu’ alta e Tappe Mal che era quella piu’ bassa e di dimensioni piu’ ridotte. Non vi sono dubbi sul fatto che che questa fortezza appartiene agli ultimi anni del regno dei Sassanidi mentre all’epoca dei califfi Omayyadi si erano ridotti a una porta d’ingresso della citta’ dalla quale poteva entrare e uscire tutti”.

Leone di pietra - Hamedan

I libri scritti dai storici e studiosi che visitarano Hamedan parlano di una importante mestiere artigiano sulla lavorazione sulla pelle.
Wiliam Jakson, noto orientalista e studioso della linguistica americano visito’ Hamedan nel 1918. Lui nel suo racconta parla di Hamedan definendola la citta’ della pelletteria.
Ecco una breve parte del racconto di Jakson:” camminando per i bazar di Hamedan e' facile trovare i laboratori dove la pelle viene lavorata dagli artigiani che con le loro abilissime mani danno vita agli oggetti straordinari come scarpe e indumenti da uomo e da donna, molto pregiati”.
Jean Chardin, e’ un altro turista occidentale di origini francesi che ha visitato e raccontato Hamedan, sempre verso 1920. Anche Chardin come Wiliam Jakson, rimane stupito positivamente dalla meravigliosa lavorazione artigianale degli abitanti di Hamedan sulla pelle.

 

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