Mar 11, 2019 12:08 CET

Cari amici abbiamo avviato da qualche settimana la nostra rubrica dedicata a Tabriz, bellissima città del nord-ovest dell’Iran, scelta come capitale del turismo del mondo islamico nel 2018.

La città di Tabriz, da tempi molto antichi, è stata un rifugio per poeti e gnostici di spicco. La città deve gran parte del suo prestigio proprio a questo suo ruolo storico; lei ha ospitato tra le sue mura grandi personaggi iraniani dell'era contemporanea. Basta pensare all'Ayatollah Qazi Tabatabaì e l'Ayatollah Madanì, entrambi tra gli eroi della rivoluzione islamica del 1979 assassinati mentre guidavano la preghiera collettiva in attentati terroristici. Prima di loro Tabriz ospitò grandissimi dotti religiosi come Allame' Seyyed Mohammad Hossein Tabatabaì e Allamè Abdolhossein Aminì. Tra i calligrafi importanti visse a Tabriz Mir Alì Tabrizì, colui che inventò la calligrafia Nastaliq. Nella città ancora oggi vi è il quartiere dei poeti e degli scrittori e si chiama "Kuye Sorkhab" e vivere o persino essere sepolti in questo quartiere è il sogno di molti personaggi iraniani. In questo quartiere vi sono infatti i sacri sepolcri di diversi discendeti del profeta dell'Islam, castelli e moschee di cui vi parleremo, brevemente, nel programma di oggi. La moschea ed il mausoleo di Seyyed Hamzè è uno dei luoghi di pellegrinaggio ed uno dei luoghi sacri del quartiere Kuye Sorkhab. Le sculture fini sulle pareti di questo edificio sono una testimonianza dello sfarzo dell'edificio originale; infatti l'edificio venne costruito nel 714 dell'egira lunare (7 secoli fa) ma da allora è stato restaurato per diverse volte. Accanto al mausoleo di Seyyed Hamzè vi è Maqbarat-os-Sho'arà, il Mausoleo dei Poeti, un luogo che ospita parte della storia dell'antica Persia.

Maqbarat-os-Sho'arà

Il viaggiatore persiano Hamdollah Mostofì parla dell'esistenza di questo luogo per la prima volta nel 740 dell'egira lunare. L'edificio venne danneggiato in maniera consistenti da due terremoti verificatisi nel 1193 e nel 1194 del calendario arabo. Per questo, in quel periodo, venne ricostruito l'edificio che è stato completato, l'ultima volta, nel 1972 e poi anche dopo la rivoluzione islamica del 1979. Si tratta di un edificio che ricorda tutti i famosi poeti che riposano sotto di esso. I testi storici riferiscono che 400 poeti, scrittori e personaggi di spicco dell'Iran sono stati sepolti in questo luogo a partire da 8 secoli fa. Il primo di loro è Asadì Tusì, del quarto secolo dell'egira. Poi vi sono anche altri poeti come Qatran Tabrizì, Mojireddin Bilqanì, Khaqanì Shervanì, Zahireddin Fariabì, Shahpur Neishaburì, Shamseddin Sajasì, Khaje Homam Tabrizì, Mani Shirazì, Shakibì Tabrizì, Lesani Shirazì, Zolfaqar Shervanì ed infine uno dei più grandi poeti contemporanei, Mohammad Hossein Shahriar. Si trovano lì anche gli eroi della rivoluzione costituzionale iraniana lo sceicco Mohammad Khiabanì, Mirza Alì Seqat-ol-Islam Tabrizì, poi il docente e scrittor Dottor Mahdi Roshan Zamir, il calligrafo Mirz Taher Khoshnevis Tabrizì e gli oratori Mahmoud Malmasì e Seyyed Yousef Najmì.

La cupola Sahib-ul-Amr

Oltre al Mausoleo dei Poeti anche la cupola Sahib-ul-Amr è uno dei luoghi affascinanti di Tabriz, capoluogo della regione iraniana dell'Azerbaijan orientale. Il re safavide Tahmasb costruì questo edificio che venne distrutto una volta dai soldati del sultano ottomano Murat IV. Dopo essere distrutta un'altra volta per il sisma venne ricostruita nel 1793. Nel 2002 al suo interno è stato inaugurato un museo del Corano con numerosi manoscritti unici al mondo del sacro Corano e molto antichi. Oltre ai Corani vi sono anche utensili o accessori abbelliti con i versetti coranici. Forse il reperto storico più prezioso di questo museo è una pagina del Corano con quella che sarebbe la calligrafia dell'ottavo Imam degli sciiti e sacro discendente del profeta, il nobile Imam Rezà (la pace sìa con lui); la pagina del Corano è scritta su pelle di cervo. Vi sono nel museo anche tanti altre cose interessanti come un Corano scritto con l'oro che però può essere letto solo con la lente di ingrandimento o un vestito con sopra scritto tutto il Corano.

Corano con quella che sarebbe la calligrafia dell'ottavo Imam degli sciiti, l'Imam Rezà (la pace sìa con lui)

Parlando di Tabriz è impossibile dimenticare un personaggio che è quasi emblema di questa città, il poeta contemporaneo Mohammad Hossein Shahriar, sepolto proprio nel Mausoleo dei Poeti di Tabriz. Questo maestro della letteratura iraniana nacque nel 1907 a Tabriz proprio negli anni in cui in Iran era in corso la rivoluzione costituzionale; suo padre lo portò in campagna per difenderlo da eventuali pericoli e lui crebbe in grembo alla natura. Da grande la sua opera "Heidar Babà" racchiuderà i dolci ricordi di quella infanzia. All'età di 6 anni tornò dal padre a Tabriz e da lui apprese la letteratura araba. Poi iniziò le elementari e come voleva la tradizione del tempo apprese il francese, scienze religiose ed imparò la bella calligrafia. Si scelse lo pseudonimo di Bahjat (Gaia) e le sue poesie vennero pubblicate da quando aveva 13 anni. Nel 1923 giunse a Teheran dove iniziò lo studio nell'istituto Darolfonun. A Teheran studiò sia al Darolfonun, che era una sorta di liceo scientifico sia nella Hawza o scuola teologica. A Teheran il suo pseudonimo divenne "Shahriar" (Re). Nel 1927 iniziò lo studio alla facolta di medicina dell'università di Teheran ma proprio da allora iniziò la sua vita di lunatico, poeta ed innamorato. Scrisse poesie in farsi ed in dialetto azero. Si sposò nel 1953 con una parente che aveva amato a lungo ed ebbe da lei 3 figli. Si spense nel 1988 dopo una malattia.

Shariar

A Tabriz oggi sorge anche il museo letterario Shahriar, che si trova nell'antico quartiere Maqsudiyeh. Il museo non ha un grande valore architettonico ma ha un immenso valore morale perchè è proprio la casa del grande poeta e lì sono esposti i suoi manoscritti, le sue poesie, i suoi oggetti personali, persino un Corano che ha scritto con la sua bella calligrafia.

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