Mar 13, 2019 11:58 CET
  • Islam, la mia scelta(150), Liz Anjorin

L'Islam, nato sulla base del sacro Corano, rivelato al Profeta dell'Islam, è l’ultima e la più completa delle dottrine monoteistiche.

C’è poco da stupirsi pertanto quando si osserva che negli ultimi anni questa religione si è diffusa anche in aree e nazioni un tempo considerate totalmente estranee a questa religione. Oggi uomini e donne dei paesi più remoti dall’area classica della diffusione dell’Islam hanno scelto questa religione. Amici in questa puntata insieme a voi ascolteremo la storia del ritorno all’Islam di Liz Anjorin dalla Nigeria e Mamdouh Abdel Kawi dello Russo dall'Italia. 

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 Liz Anjorin, l’ex-attrice nigeriana ha abbracciato di recente l’Islam e dopo la sua conversione ha scelto il nome di Aishat. Liz inizia così la storia della sua conversione all’Islam: ”Non è che un giorno mi sia svegliata ed abbia deciso di convertirmi all’Islam. Alla nascita, io ero a metà musulmana e a metà cristiana. Mio padre era un cristiano e mia madre invece praticava l’Islam ed era musulmana e quindi io conoscevo bene l’Islam; da bambina frequantavo la chiesa, solo perchè mio padre ce lo chiedeva. Però ero sempre interessata all’Islam e fu proprio dopo la morte di mia madre che presi la mia decisione e divenni musulmana. Alcuni mi chiedevano se per sposare un ricco musulmano, mi fossi convertita alla fede islamica. Però non è affatto così. Nessuno mi costrinse a cambiare la mia religione. Mi piaceva sempre l’Islam; in un certo senso, nel mio cuore, ero sempre stata musulmana. Effettuai l’Hajj, il pellegrinaggio islamico, un viaggio spirituale indimenticabile che rese sempre più solida la mia credenza in Dio e nell’Islam. Un viaggio che desideravno fare da anni. Se credi in Dio, devi andare nella Città Santa della Mecca dove le tue preghiere vengono esaudite; li' adorare  Dio, diventa un sogno. Ogni anno  numerose persone si radunano là per compiere questo rito islamico. Ora sono contenta della mia scelta e l’Islam è la religione che amo tanto”.

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Nella seconda parte di questa puntata, Mamdouh Abdei Kawi dello Russo dall’Italia ci racconta la storia del suo ritorno all’Islam.” Il mio percorso verso la verità inizio' molti anni fa. Ero bambino, credente, andavo tutte le domeniche in chiesa per la messa, e il mio sogno era quello di diventare da grande un uomo al servizio di Dio. Amavo tantissimo il Profeta Gesù e la sua bellissima storia. Nel periodo dell’adolescenza mi allontanai dalla chiesa, ma non dalla fede, nel mio cuore credevo in Dio ma mi rifiutavo di seguire il sistema imposto dalla Chiesa. All’età di 22 anni circa mi riavvicinai, ma sempre in punta di piedi, comprai la Bibbia e cominciai a leggerla. Mi si aprì un nuovo mondo che non conoscevo bene, e che avevo appena sfiorato, il mondo della spiritualità. Leggevo la Bibbia tutte le sere prima di dormire. Andavo in Chiesa, non per la messa, ma in cerca di Dio, ma non trovavo la spiritualità che cercavo.
La Bibbia mi piaceva molto, ma in certi punti ero perplesso, più andavo avanti nella lettura e più i dubbi aumentavano. Cominciai a frequentare anche egiziani cristiani ortodossi, e così entrai in contatto con un’altra realtà. Notai una grande spiritualità che vedevo mancare nei cristiani cattolici occidentali. Cominciai ad andare alle loro messe, ma non conoscevo le differenze dottrinali tra cattolicesimo ed ortodossia. Non lasciai il cattolicesimo ma frequentavo sempre più spesso gli ortodossi. Andai con loro per la prima volta in Egitto, e vidi con i miei occhi le due realtà: cristiani ortodossi e… Islam. Rimasi affascinato dalle moschee al Cairo e dal richiamo alla preghiera Adhàn. Ma non fu quel viaggio a farmi innamorare dell’Islam.”

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“Ho sempre amato conoscere, informarmi, entrare in contatto con le diverse realtà del mondo, sia culturali, che religiose. Da lì la decisione di studiare tutte le religioni. Comprai i libri più importanti delle religioni e filosofie orientali.  Nessuna di esse mi convinse, fino ad arrivare… all’Islam. Leggendo i libri sul Profeta Muhammad (as), e sull’Islam, capii subito di trovarmi di fronte a qualcosa di diverso dalle altre religioni, sentii l’Islam più sincero, più puro, pur avendo in comune alcune cose con l’Ebraismo e il Cristianesimo. Cominciai a leggere il Corano tradotto in italiano.
Ma il momento decisivo per me, fu quando mi capitò di sentire il Corano recitato in arabo, una lingua che amavo e non capivo. Era nel mese di Ramadan, nel sottoscala di un cinema dove lavoravo. Due egiziani musulmani che vendevano gelati, bibite, nelle sale dei cinema, inserivano nel loro stereo tutti i giorni il cd del Corano, recitato da una voce bellissima, una voce piena di sfumature. Quella voce recitava dolcemente il Corano in stile Tajuid, quella bellissima voce era capace con i versetti del Corano in arabo, a scavarmi nell’anima, a toccarmi il cuore, fino al punto di sentire i brividi e piangere. Una sensazione così non l’avevo mai provata prima. Tutto questo lo sentii quando uno dei due musulmani accettò di registrarmi su cassetta audio il Corano. Ascoltai quella cassetta per 4 giorni consecutivi. Provai quelle sensazioni che vi ho appena descritto, e l’ultima volta è stata per me più forte, ero a casa, in camera mia, con la luce spenta e sul letto, cominciai a piangere e dalla commozione, come per istinto, feci subito la prosternazione sujud, come fanno tutti i musulmani mentre pregano. Sentii una pace, una felicità mai sentita prima, che nessun libro, nessun viaggio, mi aveva regalato.
Continuavo a piangere, non avevo mai pianto così tanto in vita mia come in quel periodo, e quando raccontai questo ai due amici egiziani. Volevo andare in una moschea qualsiasi, e subito.
Così entrai nell’ufficio della moschea, ero emozionato, parlai con l’imam, non ero andato da lui per conoscere l’Islam, bensì per convertirmi, mi fece un po’ di domande, poi mi disse di aspettare nella sala della preghiera perché era il momento della preghiera di mezzogiorno, salat Dhuhr, così mi misi in un angolo ed osservai la preghiera dei musulmani: tutti in fila, scalzi, senza differenze tra ricco e povero, bianco e nero, e davanti a loro un imam, una persona qualsiasi, al quale non avrei dovuto raccontare i miei peccati, e di fronte a lui nessun altare, nessun quadro, nessuna statua. Tutti uguali davanti a Dio. Tornai dopo la preghiera nell’ufficio della moschea e feci la shahadah e divenni musulmano””, conclude il neo-musulmano italiano.